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Visualizzazione dei post da dicembre, 2010

Top hits 2010

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Prima dell'inizio del 2011. Così, più che altro per gioco. E a struttura stocastica e rizomatica. ❖ Events ( qui e qui una panoramica): 1) Heatwaves: Russia жары (summer), African & Middle East (spring-summer), U.S East Coast (summer), California (autumn) --> GW nel 2010 al top (per es. qui , qui , qui  e qui ); 2) Floods: Pakistan, China, India (summer), Tennessee (spring), California (autumn-winter), Queensland (in queste settimane) ( Update 6/1 qui ); 3) Contrasti: North American snowmageddon (East Coast) & spring Olympics 2010 (Canada) nell'inverno 2009/10, UK big freeze & Greenland big hot in dicembre 2010. ❖ Post : . Il più "cliccato": Some like it Hoth , grazie a Costa; . Il più divertente da fare: Voodoo science , non c'è alcun dubbio...; . Il più impegnativo da fare: forse, tutto sommato, questo : difficile fare scelte a volte molto arbitrarie... ❖ Papers : 1) Quello di Dessler sul ruolo delle nuvole: da

Il vero termostato

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In questi giorni molto freddi, un normale termostato ordinario funziona al meglio. Mantenendo la temperatura di casa ad una soglia costante prestabilita, evita un'eccessiva dispersione di calore e un eccessivo consumo di energia, ma evita pure che - in caso di temperatura esterna molto fredda - si debba ricorrere a fonti di calore extra. Il termostato non produce calore proprio, ma il suo ruolo è quello di accendere o spegnere la stufa a seconda che la temperatura di casa sia inferiore o superiore a quella prestabilita e regolata dallo stesso strumento. Se si volesse seguire con attenzione la temperatura della casa, vedremmo che non rimane costante al valore impostato, ma mostra piuttosto una sorta di "variabilità naturale" dal momento in cui la temperatura di casa scende al di sotto del valore impostato e poi oltrepassa questo limite in un lasso di tempo compreso fra i minuti e le decine di minuti, a causa dell'inerzia termica della casa e del fatto che il riscaldam

Outlook inverno e NAO 2010/11 by MNW

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Con qualche negligente ritardo, segnalo anche sul MS l'uscita del  nuovo outlook invernale pubblicato sul sito di MeteoNetWork, come sempre a cura dal Comitato Scientifico (di cui faccio parte). A scadenze semestrali, ci si occupa di una proiezione stagionale dedicata alle due main seasons, inverno ed estate. Siamo oramai giunti all'ottavo outlook (quarto invernale), partendo dal primo pubblicato a fine primavera 2007 per quell'estate e iniziato per gioco, passione ed una specie di scommessa. Oggi si prosegue sempre per gioco e passione, ma nel frattempo le attese nel forum sono lievitate (e per l'inverno spasmodiche, as usual). Magari in un post futuro (a fine stagione), farò una prima skill dei risultati ottenuti sinora. Io mi sono occupato, comme d'abitude, della proiezione dell'indice NAO. Sulla scorta dell'analisi soppesata di una quindicina di predittori (associati a condizioni atmosferiche, criosferiche, idrosferiche e dello stato del ciclo dell&

Immagini dell'anno - Nature 2010

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Come ogni fine anno, ecco una rassegna delle più significative immagini dell'anno edite dalla storica rivista. Mi preme ricordare, in particolare, le foto 1   --> la forza della natura espressa nell'eruzione islandese, dedicata a chi ritiene inutile e dannoso il principio di precauzione ; 2   --> la ranocchia Pinocchio, dedicata a tutte le centraline della menzogna ; 5   --> fitoplancton nelle acque baltiche, dedicata agli appassionati della Land Art ; 6   --> pellicano inzuppato dalla marea nera lungo la costa della Louisiana, dedicato a chi ancora si chiede se la carbon tax equivalga al comunismo ; 9   --> l'Endeavour in procinto di agganciarsi all'ISS, dedicato a chi adora i tramonti termosferici; 12 --> il crash del ghiacciaio groenlandese Petermann, la rottura di un blocco di 250 km^2 che ha prodotto il più grande iceberg artico da mezzo secolo in qua, dedicato a quelli ai quali ho dedicato la foto 2; 14 --> ripresa del

Run like hell

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7 "strane" accelerazioni sospette, corse da forsennati ...verso cosa? Nei casi 1 e 6 ampiamente (1) e significativamente (6) oltre le più "rosee" aspettative dei modelli, nell'(1) fuori dal range inferiore, nel (6) sul suo limite superiore. Strani e rosee sono un eufemismo. (1), (6) e (7): i modelli, quindi, sono troppo conservativi e sbagliano *per eccesso di difetto*? Secondo i soliti noti sbagliano e basta, a prescindere da tutto. Secondo altri meno noti fra i soliti noti ma ben più solidi fra chi non disinforma per professione di fede, è la dimostrazione di 2 cose: la difficoltà di "catturare" i tipping points in un contesto molto influenzato dal pensiero della linea e forse il fatto che un'accelerazione nella corsa è sintomo (o conferma?) di qualcosa che richiede nuovi approcci e strumentazioni ancora più raffinate. Torniamo alle questions sollevate da Trenberth più di un anno fa? (2), (3), (4) e (5): il consenso si aggiorna... (

Muove il bianco - Abissi e magneti artici V

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La partita continua, stavolta muove il bianco e la mossa è decisamente una di quelle che possono portare allo scacco. Come da tempo si va asserendo (vedi ad es. qui , qui , qui , qui o qui ), l'Artico è entrato in un nuovo stato: dovremo abituarci alle caratteristiche di questo nuovo equilibrio dinamico , e forse ne stiamo già esperendo alcuni sorprendenti e imprevisti effetti (vedi il prossimo post sull'Artico). La scommessa ora è a sapere quando sarà ice-free d'estate, anche se c'è chi pensa che non lo sarà completamente, ma che continuerà a raccogliersi in un'area marginale fra l'arcipelago canadese e il nord della Groenlandia. Le stime più pessimistiche (e irrealistiche) dicono a breve, stante ulteriori tracolli simil-2007, quelle più ottimistiche (e altrettanto irrealistiche) sono quelle in voga fino a qualche anno fa e parlavano di fine secolo. In ogni caso , siamo sempre più testimoni di una situazione nuova e forse già irreversibile, a breve. A pro

Sounds of climate change: *above us only sky*

Quasi 40 anni dopo, a 30 anni e una manciata di giorni dalla sua tragica fine, anche MS (dopo tamino, Tobis e qualche altro) ricorda John con il suo inno - potente - all'immaginazione. "You may say I'm a dreamer But I'm not the only one"

Sounds of climate change: from Meltland...with love

Pre-draft di un post dedicato a Meltlandia , in uscita....quando potrà.

Sounds and visions of climate change

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Sounds C'è chi vuole sperimentare il suono del cambiamento climatico. Poeticamente affascinante, l'idea, quasi come " Le voci del tempo " di JGB. Si tratta di ascoltare come si dipana (qual è la velocità di propagazione di) un suono subacqueo. Oceani più caldi (anche sotto la superficie) aumentano la velocità di propagazione delle onde sonore. L'esperimento fu effettuato la prima volta 50 anni fa (da Maurice "Doc" Ewing : connesse Perth a Bermuda in una trasmissione subacquea) parallelamente allo sviluppo della Ocean Acoustic Tomography e della comprensione del " tempo degli oceani ". Ripetuto 30 anni dopo in altre porzioni oceaniche, oggi si vuole riprovare l'originale (Perth-Bermuda Express), viste le condizioni termiche nel frattempo mutate. L'autore dell'esperimento sonico odierno si attende una riduzione dei tempi di percorrenza delle onde sonore di circa 10 secondi. Gli oceani si sono nel frattempo riscaldati e il contr

Mostre, mostri etc.

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Segnalo 3 mostre che potrebbero interessare chi è almeno un po' interessato ai mondi sommersi. Al di là del filo rosso, i temi delle 3 mostre sono comunque diversi: per natura, orizzonti spaziali e temporali, focus tematici, pubblici e turisti potenzialmente destinatari. E anche per localizzazione delle stesse. ( fonte ) Iniziamo da Basilea: dallo scorso mese di agosto (e fino a fine febbraio) va in scena il leit motiv della soglia dei 2 gradi. Titolo curioso che traduco: " il tempo, gli esseri umani e il loro clima. La grande esposizione sull'anticiclone delle Azzorre, i rainmakers e la fusione dei ghiacciai " . Con spunti annessi e connessi, con attività didattiche collaterali, soprattutto con eventi associati e mini-conferenze, alcuni dei quali davvero interessanti (ad es. questa , in ted., di A. Fischlin, coautore dell'AR4). Sono stato lo scorso 30 ottobre scorso alla mattinata con Brönnimann dedicata ai processi naturali e antropici che guidano i cambi

Verweile doch!

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Werd ich zum Augenblicke sagen: Verweile doch!   (se dirò all'attimo: fermati dunque!)  (Faust) ( fonte ) Il Faust di Goethe è un poema che ho sempre adorato. Letto e riletto, visto in molte rappresentazioni teatrali e cinematografiche, è un capolavoro potentissimo e visionario, molto vicino all'allegoria e - come tale - parla un linguaggio universale senza tempo, una sorta di Iliade moderna. Una delle tante metafore che suscita è quella dell'approccio moderno che relaziona l'uomo e il suo ambiente. Così come il famoso patto fra Faust e il diavolo è il tema centrale dell'opera, così la questione centrale di questo rapporto è diventata - nel XX secolo - l'ambivalenza che soggiace la relazione. Allo stesso modo, Mefistofele permette a Faust di sfruttare il potere - prima latente  - della tecnica per i suoi desideri di onnipotenza tipici dell'anelito di dominio che l'uomo esercita nei confronti della natura (serbatoio illimitato di risorse, territorio

Jamais-vu...so far

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In psicologia il jamais-vu è il contrario del déjà-vu e consiste nell'incapacità di riconoscere situazioni familiari. È meno famoso del déjà-vu forse perché meno frequente o perché più spesso associato all'amnesia. Quando ero studente universitario (più di due decenni fa, all'ETH di Zurigo), avevo imparato che le nuvole hanno un effetto climatico di feedback termico sia positivo (amplificazione per autorafforzamento, conseguenza dell'assorbimento/emissione di radiazione IR e quindi corresponsabili della back radiation) sia negativo (smorzamento per autoregolazione, conseguenza della riflessione della radiazione solare ad onda corta), con il bilancio assolutamente neutro perché sull'effetto radiativo delle nuvole e l'associata sensibilità climatica agiscono molteplici componenti e non solo la quota di formazione delle stesse ma anche spessore ottico , durata, latitudine e stagionalità ( qui , qui , qui , qui e qui qualche vecchio studio a riguardo). E tenen

Non è mai troppo presto! 3

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Quartieri costruiti ex-novo, ecovillaggi e intere città a misura d'uomo : tutti accomunati da uso più razionale delle risorse e bassi impatti ambientali nelle economie domestiche, nel modo di riscaldare, di utilizzare elettricità, di spostarsi, insomma: a bassa produzione di carbonio. Nella giornata risolutiva e parzialmente consolatoria delle intese di massima al vertice dell' UNFCCC di Cancun, giornata del trionfo delle mezze misure e dei rimandi al posto delle azioni che producono conseguenze ( qui un illuminante pezzo di Mercalli,  qui , al minuto 15, una breaking news con tanto di intervista a Simon Evenett , prof all'Università di S. Gallo dove si occupa di commercio internazionale e di sviluppo economico, qui una panoramica globale di case-studies sulla resilienza economica by Swiss Re ), ma anche nei giorni del Terra Madre Day , MS presenta l'ultima puntata della mini-serie dedicata alla ricerca di stili di vita maggiormente eco-sostenibili. In un caso (

Non è mai troppo presto! 2

Puntata numero 2, oggi si passa all'allevamento e al settore zootecnico, notoriamente pure a grande impatto ambientale, checché ne dica il solito qualcuno. Dopo l'introduzione della sociologa, ecco quindi ( qui , dal minuto 16 e 30'' in avanti) qualche contributo, incentrato su minor (o assenza di) uso di carne nell'alimentazione. Dieta con meno (o senza) carne per questioni etiche, ecologiche, salutistiche. Ecologia della nutrizione . E dunque: dai vegetarian take-away a scelte di vita forti e radicali, da interessanti comparazioni inerenti il rapporto di conversione e l'impatto misurato in teorici km percorsi in un anno in auto ( qui , pdf in ted., qui una traduzione sintetica ma con altri spunti e contributi) ad iniziative per introdurre giornate vegetariane nelle mense pubbliche, dalla memoria storica del gusto della carne e del suo desiderio che cambierà (c'è una breve intervista a Massimo Montanari ) fino al  documentario  molto didattico sulla

Non è mai troppo presto! 1

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( fonte ) Citando la keynote di Carlo Carraro (professorie di economia, rettore della Ca' Foscari e membro dell'IPCC) ai Nobels Colloquia 2010 svoltisi nei giorni scorsi a Venezia con tema il futuro sostenibile e le risorse naturali, parte una mini serie dedicata ad alcune armi di distinzioni dalla massa utili anche e soprattutto per cominciare con stili di vita più ecocompatibili, compatibilmente con quel che c'è oggi. Poi la massa seguirà ... almeno un po'... o no? E giusto per rimarcare come a Cancun si farà (ancora) ben poco, ma siccome il mondo subisce e subirà gli effetti del cambiamento climatico ( qui  il report della Royal Society sugli impatti in un mondo futuro più caldo nel caso si verifichi la previsione più alta) e alcuni di più e in maniera più radicale di altri, e siccome questi effetti dipendono anche e soprattutto da quel che facciamo già ora, non è mai troppo presto per iniziare a fare qualcosa di più e di meglio. Oggi partiamo con l'agr

Alpi nel tempo 2 - fossili olocenici

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( fonte ) Ötzi e i suoi "fratelli" Il ritrovamento della mummia del Similaun sulle Alpi tirolesi nel 1991 (20 anni l'anno prossimo, qui  prime info sui festeggiamenti previsti) ha permesso - fra le molte altre indagini effettuate su di essa - di fare anche un'importante induzione di tipo climatico : lo stato generale dell'apparato glaciale alpino attuale non ha riscontri da almeno 6-7000 anni (cioè dal picco dell'Optimum climatico olocenico). Ma non c'è solo la mummia umida a confermarlo: anche i numerosi altri reperti ritrovati recentemente su vari ghiacciai alpini (ad es. questi sulle Alpi bernesi , vedi anche qui ) tendono a corroborare indirettamente - attraverso la paleo-archeologia - quel che già diversi glaciologi andavano ipotizzando da tempo. Interi corredi e "frammenti" di insediamenti affiorano di continuo, grazie alla progressiva ed accelerante fusione glaciale recente (con riduzione di lunghezza, area e anche di spessore: 35%