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Visualizzazione dei post con l'etichetta stratosfera

Una fatica...stratosferica!

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Credits: ETH Zurich / IAC Lo strato di ozono stratosferico fatica a riprendersi. Dopo la messa in atto, una ventina di anni fa, del Protocollo di Montreal del 1987 sul divieto e relativo abbattimento dei gas a lunga durata e di produzione industriale clorofluorocarburi (CFC) responsabili della sua riduzione , come ci si aspettava e si è iniziato a vedere, lo strato di ozono in stratosfera ha cominciato dapprima a mostrare un rallentamento della sua riduzione e poi a ricostituirsi lentamente , pur con le inevitabili incertezze relative ai tempi di risposta e alle naturali fluttuazioni interannuali. fonte Tuttavia, questo rebound non avviene in modo uniforme: in alcune zone della stratosfera e in alcune bande latitudinali, questo importantissimo gas che assorbe parte delle radiazioni solari e protegge gli esseri viventi sulla Terra da un’eccessiva radiazione di raggi UV mostra dei livelli che continuano ad assottigliarsi. È quanto emerge da questo studio di un team...

Mal d'Antartide

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Tramonto in Antartide (Chiara Montanari) Primo importante inizio della riduzione del buco dell'ozono al di sopra dell'Antartide: " un traguardo storico ", come è stato definito dagli studiosi, come risulta dai dati della ricerca coordinata dal MIT e pubblicati su Science . I ricercatori hanno passato in esame tutte le misure rilevate dal 2000, anno in cui era stato raggiunto il picco, a oggi, combinando quelle dirette con quelle calcolate da modelli. Questo lavoro ha permesso di rilevare segnali di una progressiva riduzione, in particolare nel mese di settembre. Gli esperti hanno inoltre preso in considerazione il ruolo giocato da fattori naturali sullo strato d’ozono, come le eruzioni vulcaniche, ai quali si deve la grande variabilità osservata negli ultimi anni.

Onde planetarie

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Lo spunto del titolo non può che essere la notizia del giorno. E del mese. E dell'anno . E ancora ? In realtà, lo spunto concettuale viene da questa bell'infografica effettuata ARPA Emilia-Romagna sugli effetti regionali delle onde dell'inverno mancato e già quasi finito (h/t oca ).

L'eccezione che conferma la regola

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Ritorniamo sulla presunta anomalia climatica che connota l'Antartide. Mentre il mondo si sta scaldando incessantemente e senza che la famigerata "pausa", fintanto che era ancora viva e combatteva, abbia potuto scalfire minimamente la tendenza generale, ci sono regioni che sembrano sfuggire a questa regola.  E l'Antartide sembra appartenere a questa categoria di outliers . O no? Intendiamoci: in un sistema così complesso come è il nostro pianeta, è ovvio che l'andamento termico globale sia il frutto di tanti andamenti regionali che "viaggiano" con ritmi differenti. Ci sono zone che si scaldano molto più rapidamente rispetto alla media globale e altre che lo fanno più lentamente. E ci sono persino aree - molto poche, invero - che non sembrano scaldarsi e presentano trend piatti o addirittura leggermente negativi, pur se poco significativi. Ne avevamo già parlato qui .  È la conseguenza della variabilità interna sovrapposta al trend forzato da fattori...

Spot the difference!

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Ha ancora senso parlare di slowdown delle T globali? Ha mai avuto un senso parlare, a tal proposito, di hiatus ? Figurarsi di pausa /stallo/ arresto/stop/fine del GW .

Borderline stratosferico I - Fra il 2010 e il 2012

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Alcune considerazioni in merito ad aspetti affascinanti quanto ancora relativamente giovani relativi allo studio della bassa stratosfera e alla sua associazione con la variabilità del clima e con i trend. La prima delle tre considerazioni che posterò (cioè questa)  è una rielaborazione sintetica di un lavoro di ricerca a cui sto collaborando, per cui vale il solito caveat : al momento è da ritenere come ampiamente provvisoria e parziale.

Variabilità interna e forcing stocastici II — Arctic Express

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Dopo il Natale col... tepore , ecco la Pasqua col tizzone , in questi giorni in mezza Europa. Gran parte del Vecchio Continente - soprattutto a nordest di una specie di pseudo-linea Maginot del tempo - è stretto nella  morsa di un' eccezionale ondata di gelo e neve tardivi come in alcune regioni non se ne vedevano, a fine marzo, da mezzo secolo (vedi per es. l'imbiancato e gelato Regno Unito ). Disagi, dissonanze e grandi difficoltà abbondano , ovviamente. E se magari questa fase invernale tardiva rafforzasse e rendesse più efficienti, presso gli europei, le capacità di prendere decisioni complesse , in questi complessi tempi che ne necessitano? Vedremo.

Variabilità interna e forcing stocastici I

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L'estensione nevosa invernale del continente euroasiatico da circa un decennio mostra un leggero incremento, anche se poi la velocità con cui se ne va in primavera permane molto forte (vedi grafici sotto, fonte: gsl, Rutgers University ). Questa caratteristica si accompagna ad un ritorno nella frequenza di periodi invernali particolarmente freddi nel nord e nel centro dell'Asia. Ad intermittenza, dopo quasi un ventennio di stagioni molto miti, sono ricomparsi periodi di freddo invernale più (intere stagioni: es. 2005/06 o 2009/10 ) o meno (singoli mesi: es. dicembre 2010 o febbraio 2012 e verosimilmente anche febbraio 2013) lunghi anche in Europa, pur se inframmezzati da stagioni o semi-stagioni molto miti (es. il non inverno  2006/07 e il primaverile 2007/08 , la seconda metà dell'inverno  2010/11 , la prima metà dell'inverno  2011/12 ).

Fluttuazioni termoaline

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Come sta la Corrente del Golfo (CdG)? Direi benone, comme d'abitude. Domanda che ricorre frequentemente nella blogosfera, ma che è mal posta. Risposta che, evidentemente, è retorica e generalista. Avevo già parlato della CdG per es. in questo post . Tuttavia è forse utile tornarci, perché qualche ulteriore puntualizzazione merita di essere fatta. Non mi stancherò mai di ripetere che guardare alla sola CdG può essere anche comprensibile per noi europei (più per britannici e norvegesi, invero), ma è una visione molto limitata e parziale delle cose. Perché, come sappiamo, la CdG altro non è che il braccio nordatlantico e superficiale del molto più vasto e globale "nastro" trasportatore di acque superficiali e profonde che, come un enorme flusso di acqua, trasporta massa, energia e momento in giro per gli oceani del mondo collegando Pacifico, Indiano e Atlantico come un'enorme cinghia di trasmissione. [ Update stratosferico a fine post!]

Lassù...laddove il cielo è più blu...

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...succedono cose strane, in parte apparentemente finora impreviste e in parte invece apparentemente in linea con quanto ci si aspetta. Come diceva una famosa canzone , il cielo (lassù) è sempre più blu: in effetti - in generale e più di quanto non lo sia già - si sta raffreddando su tutta la profonda colonna al di sopra di una specifica quota di riferimento e, almeno nella parte più bassa di questa colonna, si sta anche essiccando. Lo strato color blu della magnifica foto sopra, scattata dall'equipaggio dello Space Shuttle Endeavor nel 1992, corrisponde alla stratosfera, l'"involucro" gassoso rarefatto che sovrasta la troposfera al di sopra della tropopausa. Ebbene: il trend termico ricavato dalle misurazioni effettuate dai satelliti mediante il canale 4 della strumentazione MSU a bordo (come i NOAA-10 e NOAA-12 , la più sofisticata strumentazione AMSU è a bordo dei NOAA15-18 solamente dal 1998), canale che effettua misurazioni con focus sulla bassa str...