Domani è un milione di anni
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• ce lo ricordano molti interventi come questo, questo (qui il numero speciale su "Clinical Oncology"), questo o questo, sul rischio 0;
• ce lo rammenta la stretta attualità, nonostante il tentativo di rimozione definitiva;
• ce lo accosta alla cronaca giapponese un esperto di letteratura e fenomeni eccezionali ed autore di un libro recente in questa intervista in 5 parti (uno, due, tre, quattro, cinque, fonte: CdT 30/3/11);
• ce lo sguinzaglia Cassandra in uno splendido, pietrificante e condivisibilissimo post.
Dream cargoes
Effetti subdoli di quel disastro che si innestano fra gli interstizi della biosfera. Come carghi carichi di sogni allucinati e allucinanti, incubi surreali resi reali dal certosino lavoro di ricerca e analisi ai confini fra scienza e arte:
• ce li presenta Cornelia Hesse-Honegger e i suoi freak bugs resi tali dall'esposizione protratta a radiazioni leggere, sia dopo il disastro del 1986, sia in seguito ad altri (Three Mile Island), sia nei dintorni di impianti nucleari dismessi e trattamento di residui e scorie (Sellafield, La Hague), sia nei dintorni di centrali ancora attive, sia in zone del terrore che han subito test militari;
• ce li raccontano un pool di ricercatori che ha pubblicato un paio di mesi fa su Plos One i risultati di una loro ricerca sulle conseguenze che il disastro di un quarto di secolo fa ha provocato sul cervello degli uccelli.
La civiltà del vento, dell'acqua e del sole
Un futuro alternativo al nucleare (e alle energie fossili) non è solo auspicabile e necessario. È anche possibile, nonostante le farneticazioni e le cazzate sempre più grottesche di quell'indubitabile semianalfabeta di Daffy (qui, qui, qui, qui e qui qualche semplice smentita, a proposito dell'irriducibile e indubitabile necessità del nucleare in Svizzera; per il confine franco-tedesco-svizzero consiglio le keywords "Fessenheim + ponte dei 3 paesi ", vedi per es. qui, qui e qui) :
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• ce lo segnalano molti interventi postati qua e là negli ultimi mesi anche su MS (per es. qui, qui, qui o qui);
• ce lo presenta un servizio recente di LeMonde (tradotto sul numero 893 della rivista Internazionale);
• ce lo fanno (intra)vedere Canarie, Spagna, Svezia, Brasile, Cina, India, Danimarca, Svizzera (anche qui, qui, qui e anche qui)...piccole realtà puntuali, sorgenti di fiumi dal futuro impetuoso e radioso;
• e ce lo spiegano due Mark (Jacobson & Delucchi, direttore del dipartimento di energia e atmosfera risp. ricercatore specializzato nell'economia e nell'ecologia dei mezzi di trasporto alla Stanford): entro il 2030, secondo loro, vento sole e acqua potrebbero soddisfare il fabbisogno mondiale (anche di 8 miliardi di persone con consumi maggiorati) se i paesi industrializzati cominciassero già oggi a investire massicciamente nel progetto.
Il loro studio comparativo su costi e rendimenti delle diverse fonti energetiche è già un classico del 2011 e in questo lavoro (pubblicato qui e qui su Energy Policy) spiegano i dettagli di un piano alternativo al nucleare e alle fonti di energia fossile. Jacobson sostiene che quasi il 10% del fabbisogno potrebbe essere coperto dall'acqua, circa il 50% dal vento e il restante 40% dal sole.
Costi del progetto? Circa 70'000 miliardi di euro, finanziati con incentivi pubblici sulle energie rinnovabili e con la carbon tax (a tal proposito, si veda l'interessante auspicio del prof. di economia dell'energia Filippini nell'update del 25/3 qui). Cifra investita che sarebbe rimborsata grazie ai risparmi sulle enormi cifre che si spendono ogni anno per ridurre i danni provocati alla salute e all'ambiente dalle energie non rinnovabili (fossili + elettronucleare).
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Passaporto per l'eternità
Stime sui tempi:
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• di dimezzamento del plutonio (isotopo Pu-239): 24'200 anni;
• di dimezzamento dell'uranio (isotopo U-238): l'età della Terra;
• di dimezzamento del torio (isotopo Th-232): verso l'eternità;
• di isolamento delle scorie estratte da una centrale nucleare e relativa radiotossicità delle stesse: dai 300 al milione di anni.
• di permanenza della quantità extra di metano in atmosfera: decenni.
• di permanenza della quantità extra di CO2 in atmosfera: secoli.
• di efficienza degli stock di carbone, petrolio (anche qui e qui), gas naturale e uranio nella crosta terrestre, tenendo conto dei ritmi di sfruttamento _attuali_: da alcuni decenni ad un paio di secoli (stima ottimistica, tiene conto della domanda *attuale*).
• di vita della fornace termonucleare solare e degli associati e potenziali gradienti termici/barici/idrodinamici sulla Terra: altri 4.5 miliardi di anni.
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