Questa è l'ultima delle 4 parti dedicate al dopo Doha. Dopo quella dei bicchieri e del fumo, saremmo adesso alla metafora delle bottiglie. Perché è anche vero che prima dei bicchieri, forse, è sempre meglio guardare alle bottiglie, o più in generale alle risorse. E oggi ci occupiamo dello sporco e tossico carbone, mettendo in risalto non solo le perverse implicazioni di natura ambientale e sociale che il suo uso comporta, ma pure alcuni importanti e recenti riflessi di carattere economico e finanziario. Prendiamo come scenario d'indagine il mercato europeo e quello svizzero. Sappiamo che un po' ovunque gli investimenti nel carbone si sono rivelati, negli ultimi tempi, molto travagliati e poco fruttuosi tanto che, confrontati con situazioni finanziarie difficili, diversi grandi produttori di energia europei e svizzeri hanno deciso di abbandonare questo agente energetico. Tra opposizioni ferventi, autorizzazioni negate, cantieri abbandonati, budget superati e perdite