Bollicine (ai tempi del GW)

Alcune selezionate bollicine d'autore che, fra le tante, sono emerse dalla flute del 2012 solleticando palati fini.



Una fra le più stimolanti: quella di Shindell et al. (vedi anche qui) su possibili e fattibili esempi di mitigazioni multi-settoriali a breve termine. Un lavoro problem-solving oriented su scala pluridisciplinare.

Una fra le più importanti: quella di Huber & Knutti (che fa il paio con quella di Attanasio, Pasini e Triacca) sulle attribuzioni del GW. Roba che scotta e che è sempre meno incerta. 
Una fra le più interessanti: quella di Shakun et al. (che fa il paio con quella di Clark et al.) sull'insegnamento che il passato può fornire al presente climatico olocenico. Vedi anche qui e qui.
Una fra le più impattanti: quella di Hansen et al. (che fa il paio con quella di Trenberth, vedi anche qui, e quella di Donat & Alexander) su come il nuovo stato del clima stia mutando il modo in cui specifici eventi estremi (come quelli termici) o i flussi di acqua in atmosfera (vedi quella di Durack et al.) si manifestano. Anche e soprattutto grazie al lavoro sui gradienti da parte dell'amplificazione artica (gran lavoro quello di Jenni Francis e Steph Vavrus).
Una fra le più equivocanti: quella di Esper et al. su una ricostruzione paleo-climatica lappone effettuata mediante tecnica dendrocronologica collaterale (vedi anche qui). Più che altro come paradigmatico esempio di manipolazione feroce dei risultati ottenuti.
Una fra le più preoccupanti: quella recente di Bromwich et al. sullo stato precario dell'ice sheet dell'Antartide centro-occidentale. Nuove e aggiornate ricostruzioni termiche mostrano come questa sia una delle aree a più rapido riscaldamento del pianeta. E il ghiaccio, intanto, ringrazia.

E per festeggiare al meglio la fine di un anno complesso, l'ennesimo anno caldo, ricco di eventi climatici e meteorologici estremi e di nuovi e inquietanti record; ma anche per inaugurare l'inizio di uno che si spera sempre migliore (o meno peggiore), MS consiglia di aprire, per l'occasione, spumanti che provengono da latitudini più alte dell'emisfero boreale.
Spumanti figli della globalizzazione delle uve, d'accordo. Ma soprattutto figli di tempi sempre più caldi che offrono anche qualche interessante opportunità.
Come lo Champagne di case francesi che da qualche hanno vinificano le tre tipologie di uva del classico e tradizionale metodo coltivandole nella terra di Albione, dopo aver acquistato terreni climaticamente più favorevoli lassù (o in alternativa, spumanti inglesi).
O come le bollicine svedesi.
O quelle canadesi.

Buon anno a tutti e cin-cin!!!


Commenti

  1. Son d'accordo su tutto, strano.
    Shindell ce l'ho anch'io, nelle bollicine "generali" e se ricordo bene Shakun forse andrebbe anche anche fra le più fraintese (volutamente)

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