Se il tempo congela le menti
C’è poco da dire. Questo articolo di Luca Mercalli sul Caffè mi è piaciuto. Per cui ve ne propongo la lettura.
“Dopo un mite gennaio, in Svizzera fino a tre gradi oltre media, l'Europa orientale e il Mediterraneo hanno visto iniziare febbraio sotto un'irruzione di aria siberiana che non si vedeva da decenni. Fin qui sembra tutto normale: è inverno, e la variabilità climatica prima o poi ripropone casi straordinari, come capitò nel gelido gennaio 1985 o nei glaciali mesi di febbraio del 1956 e del 1929. Il fatto è che da un lato abbiamo un inequivocabile aumento della temperatura globale - anche il 2011 si è collocato in decima posizione tra i più caldi dal 1850 - dall'altro abbiamo fenomeni estremi più frequenti. Riavvolgiamo il nastro del clima di un anno: aprile sulla regione alpina è stato il secondo più caldo di sempre, 30 gradi il giorno 9, la neve fonde in anticipo, maggio è insolitamente asciutto, poi un giugno piovoso, un luglio fresco (sarà l'unico mese dell'anno sotto media), un settembre record di caldo da 250 anni, la siccità tardo estiva si chiude bruscamente con le alluvioni in Liguria di inizio novembre, poi ottanta giorni di inverno mite e secco, senza neve sul versante sudalpino e infine la brusca virata glaciale. E questo solo sulla piccola scena europea, poi ci sono state le alluvioni epocali in Australia, l'ondata di caldo secolare in Texas, l'uragano Irene su New-York, il secondo anno con la banchisa artica ai minimi dal 1979, la sudafricana Durban inondata proprio durante la conferenza mondiale sul clima...Come interpretare queste informazioni contraddittorie?...Il resto segue qui.
Rileggendo poi il penultimo libro dell'amico climatologo valsusino, sono incappato in questa frase rivelatrice (in questo senso, devo dire che conosce bene la realtà elvetica, a quanto pare) che riporta nell'ultimo capitolo dedicato all'arte delicata della comunicazione climatica (a pag. 287):
Altrettanto mi è piaciuto questo commento di un lettore del CdT in risposta a certi "deliri di prossimità" già dipinti brillantemente, alcuni giorni fa, da Marco Cagnotti qui.
E non mi è per nulla dispiaciuto nemmeno quest'altro commento di Sergio Savoia in risposta ad un editoriale del giornalista diversamente esperto di clima di turno
“Ho letto con interesse lo stimolante editoriale di Fabio Pontiggia, in merito al riscaldamento globale e al cambiamento climatico e, anche, sul tema della libertà di espressione.Sul fatto che il riscaldamento globale (cioè l'aumento delle temperature medie del pianeta) sia provocato dall'attività umana, in particolare dalle emissioni di gas serra, non esiste alcun vero dibattito scientifico. Esiste invece un dibattito politico, cioè si confrontano opinioni mentre i fatti sono appurati da tempo. Qualcuno diceva, se i fatti non collimano con le mie opinioni, allora bisogna cambiare i fatti. Ed è questo il primo punto che mi preme sottolineare...Update 29/2: anche questa lettera di un lettore del CdT l'ho trovata interessante
Un po' quello che si diceva ad es. in questo post.
E, ad essere sincero, non mi è per nulla dispiaciuta (anzi!) nemmeno questa altra risposta, da parte di un lettore del CdT, sempre al giornalista con expertise patentata di prima
Un editoriale, quello del giornalista con expertise climatica collaterale, che ricalca un po' (si fa per dire) quello che il filosofo della scienza Gary Gutting scriveva sul NYT qualche mese fa
“Experts have always posed a problem for democracies. Plato scorned democracy, rating it the worst form of government short of tyranny, largely because it gave power to the ignorant many rather than to knowledgeable experts (philosophers, as he saw it). But, if, as we insist, the people must ultimately decide, the question remains: How can we, nonexperts, take account of expert opinion when it is relevant to decisions about public policy?
To answer this question, we need to reflect on the logic of appeals to the authority of experts.(...) Once we accept the expert authority of climate science, we have no basis for supporting the minority position.
Proprio vero: il freddo di questo inizio di inverno tende a congelare le menti. Per fortuna che climatologi, filosofi ma anche a cittadini che pagano le tasse e che appartengono al "pubblico generalista"o decisori politici che siedono in Parlamento e che si occupano in prima fila di tematiche ambientali, aiutano a riscaldare le menti e a raffreddare un po' gli animi.
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