Uno studio recentemente pubblicato su Nature Climate Change ricostruisce l’innevamento sulle Alpi negli ultimi 600 anni. Ne risulta che nell’ultimo secolo la durata della copertura nevosa si è ridotta di oltre un mese.
Al giorno d’oggi lo spessore del manto nevoso si misura direttamente. Le misurazioni automatiche sono però disponibili solo da una trentina d’anni circa; va un po’ meglio con le misurazioni manuali: l’inizio delle serie regolari risale agli anni ’50 del secolo scorso, per poche stazioni (fra le quali Lugano) al 1931. Troppo poco per una statistica su scale secolari. Come rimediare? Una stima abbastanza affidabile della neve è possibile grazie alle misurazioni di temperatura e precipitazioni, le cui misurazioni sono iniziate 100-150 anni fa (in Svizzera dal 1864). Con questo metodo si possono stimare sia le precipitazioni nevose (positive), sia la fusione (negativa).
Un recente studio di un team di ricercatori italiani ha proposto un metodo per la una stima del manto nevoso degli ultimi 600 anni circa nella Val Ventina, una valle laterale della Val Malenco, poco lontano dal confine svizzero. L’idea di base è abbastanza semplice: la crescita gli arbusti d’alta montagna è praticamente nulla quando sono sepolti sotto la neve. La durata della stagione vegetativa può quindi essere stimata dall’osservazione degli anelli di accrescimento delle piante.
Il ginepro comune (
Juniperus communis) si è rivelato essere molto adatto a questo scopo: è un arbusto alto pochi decimetri e facilmente sepolto dal manto nevoso, molto longevo e in grado di crescere anche oltre i 2000 m di quota.
Trattandosi di un metodo indiretto, affinché la stima sia attendibile è necessaria una validazione e una calibrazione, confrontandola con le misure disponibili per i decenni più recenti (vedi sopra) e correggendola se necessario. Il metodo calibrato viene poi usato per spingersi indietro nel tempo fino a 600 anni fa, periodo a cui risalgono gli esemplari più vecchi di ginepro comune.
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Durata della copertura nevosa: misure dirette (rosso), stima di un modello basato su temperatura e precipitazioni (azzurro) e stima con gli anelli di accrescimento del ginepro (nero), lisciata su 50 anni (verde). Il grafico (b) è un ingrandimento del periodo 1834-2018. Anche a occhio si nota un buon accordo fra i diversi metodi. |
Dal grafico sopra è evidente un cambio di regime negli ultimi 100-120 anni. La durata attuale della copertura nevosa è di oltre un mese (36 giorni) più corta rispetto alla media degli ultimi 600 anni. Secondo lo studio, l’accorciamento recente del periodo con copertura nevosa è dovuto soprattutto al rialzo della temperatura, mentre la forte variazione fra un anno e l’altro è un effetto della variabilità delle precipitazioni invernali. Precipitazioni che, peraltro, non mostrano tendenze significative sul lungo periodo.
Nonostante si limitasse ad una piccola regione, lo studio mostra che la stima della durata della copertura nevosa è affidabile anche per località sul versante sudalpino situate alla stessa altitudine.
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