EGU19 ⌗2 ⎯ Il climate monitor di Copernico

Questa animazione mostra come i ghiacciai del Sikkim nel nord-est dell'India sono cambiati tra il 2000 e il 2018. Una delle immagini proviene dalla missione NASA / USGS Landsat 7 catturata il 26 dicembre 2000 e l'altra dal satellite europeo Copernicus Sentinel-2A catturato il 6 Dicembre 2018. Copyright: NASA/USGS/University of Edinburgh/ETH Zurich/contains modified Copernicus Sentinel data (2018) 

Quale posto migliore per osservare il cambiamento climatico, se non un satellite che giorno dopo giorno, ora dopo ora fotografa e rifotografa la superficie terrestre, che ne misura l’umidità del suolo e dell’aria e che ne osserva le condizioni meteo? La nuova realtà fotografata da Copernicus è fatta di ghiacciai che si ritirano, di campi inariditi e di innumerevoli incendi di boschi, ora persino nella nordica Scandinavia.

Il Copernicus EU è un programma dell'Unione Europea di osservazione della Terra che, una volta completato, avrà in orbita 20 satelliti, sentinelle che controlleranno lo stato di salute della nostra atmosfera, del territorio, degli oceani, e l’evoluzione del clima.


Le immagini scattate dal satellite europeo sono state presentate all’assemblea annuale dell'EGU. Esse illustrano perfettamente quanto sta accadendo a livello climatico nel nostro continente, mettendo in pericolo i raccolti dei nostri agricoltori e la resa delle nostre centrali idroelettriche, per citare solo gli effetti più lampanti.


Nell’ultimo anno l’Europa centrale e settentrionale si è vista confrontata con un deficit di precipitazioni dell’80% che ne ha gravemente compromesso i raccolti e mandato in fumo immense aree boschive. Nella sola Svezia i danni al patrimonio forestale ammontano a oltre 100 milioni di dollari.


L’impatto non è stato esclusivamente negativo: il soleggiamento da primato (40% più del normale) ha permesso ad esempio alla Germania di produrre 45 gigawatt di energia fotovoltaica, facendo risparmiare il 9% sulla bolletta elettrica normale. Meno fortunati sono stati invece i produttori di idroelettrico di Svizzera e Austria, dove l’eccesso di soleggiamento e il deficit di precipitazioni non hanno permesso di riempire come di consueto i bacini idroelettrici, compromettendone la redditività.

Se dovessero ripetersi nei prossimi anni siccità come quella che ha colpito lo scorso anno l’Europa, sarà l’approvvigionamento alimentare di mezzo miliardo di europei ad essere a rischio, facendo balenare il pericolo di carestie di dimensioni mai viste.



Gli scienziati sono assolutamente concordi sul fatto che urge eliminare completamente i combustibili fossili dalle nostre economie. È infatti questo l’unico mezzo veramente efficace per ridurre le emissioni di CO2 e per evitare gli effetti più catastrofici delle siccità, dell’aumento del livello dei mari e dei super-uragani, che comunque ci attendono. Infatti anche se si riuscisse a limitare a 1,5° C l’aumento della temperatura media globale, il livello dei mari continuerà a crescere di vari metri, mettendo in pericolo tutte le zone costiere del nostro pianeta.

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