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Tre svizzeri su cinque ritengono il cambiamento climatico come la principale minaccia per la Svizzera, davanti al crollo del sistema pensionistico, la crisi finanziaria, il terrorismo e la disoccupazione.
La stragrande maggioranza degli svizzeri non ha dubbi sul cambiamento climatico: l'85% degli interpellati ritiene che sia una realtà comprovata (il 55% degli interpellati nella fascia di età più giovane fra i 15 e i 30 anni, quella che domani ne subirà le conseguenze, sostiene che il riscaldamento climatico sia molto allarmante; un giudizio espresso solo da 1/3 di chi ha più di 60 anni), il 14% nutre dei dubbi e solo una manciata di persone crede che non esista. Responsabile del fenomeno, per la maggioranza, è l'uomo e solo una piccola parte pensa che, uomo a parte, la natura sia corresponsabile.
Al contrario di altri sondaggi effettuati negli anni scorsi presso la popolazione statunitense, la stragrande maggioranza degli svizzeri ha una fiducia cieca in ciò che dice la comunità scientifica a riguardo e crede che la scienza sia tutt'altro che divisa sul tema, anzi: dal sondaggio emerge che gli svizzeri ritengono che gli scienziati siano in accordo sul fenomeno e sulle cause. Ancora a differenza degli americani, gli svizzeri ripongono invece molta meno fiducia nell'affidabilità informativa della stampa. Si consultano anche molto i social network ma con una percezione di credibilità ancora più scarsa rispetto a quella già bassa della stampa. Giudicati mediamente credibili radio e televisione nazionali. Più credibili riviste scientifiche generali e massima credibilità a quelle di settore.
La fusione dei ghiacciai e del permafrost, le canicole e gli eventi meteorologici estremi sono le ripercussioni più temute. Sette persone su dieci credono che il cambiamento climatico arrechi più inconvenienti che vantaggi, mentre solo uno su dieci reputa che possa portargli personalmente un beneficio. Tra i vantaggi più auspicati l'aria pulita a seguito di un abbandono progressivo dei combustibili fossili.
Quanto alle soluzioni, non viene riposta alcuna fiducia alla politica: ad eccezione dei verdi, ai partiti vengono attribuite scarse competenze riguardo i cambiamenti climatici. E questo risultato, di nuovo, non accomuna per nulla gli svizzeri alla maggioranza degli americani, perlomeno a quelli che hanno votato Trump.
I singoli individui sembrano essere motivati ad agire e pronti ad affrontare anche qualche rinuncia: concretamente vi è la disponibilità a ridurre i consumi personali se sono facilmente integrabili nello stile di vita personale. Per es. si sarebbe disposti ad utilizzare di più i mezzi pubblici, a vivere vicino al lavoro per utilizzare meno l'auto, e a pagare di più per consumare solo prodotti locali e di stagione. Si auspicano inoltre più sovvenzioni per le energie rinnovabili.
QUI in streming la serata evento sulle reti televisive nazionali.
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