Il cotto e il crudo


Come subodoravo già tempo fa (leggi la fine di questo post), ecco i puntuali, consueti e strombazzanti trionfalismi sulla recovery artica e l'inevitabile, trito e ritrito global cooling incipriante.
Sanno un po' di propaganda. Anche perché vengono sempre dalle solite fonti di disinformazione (for instance), cariche come sono delle solite armi di distrazione di massa.
È come mangiare del prosciutto cotto dozzinale camuffato da Parma di primissima qualità. C'è evidentemente chi ne va ghiotto...



fonte

Intanto, ecco la situazione nei pressi del minimo stagionale per ciò che concerne l'estensione.

In verde le zone in cui l'estensione del 2013 è maggiore rispetto a quella del 2012, in rosso il contrario
Effettivamente, una bella differenza rispetto allo scorso anno. Ma la vera anomalia è questa o quella scorsa? Dopo lo stracotto, qualsiasi cosa sembra cruda, in effetti.



Propongo allora di assaggiare quel che resta davvero del crudo di primissima qualità di cui sopra e una delle tante proiezioni sulla sua residua disponibilità prima che lo stracotto diventi putrido.












Commenti

  1. sinceramente non capisco perché si continui a negare l'evidenza..
    grazie per gli ottimi post sull'artico.
    s.

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    Risposte
    1. Figurati! Questo, poi, è un post fra l'ironico e il descrittivo, senza nessuna pretesa di analisi e approfondimenti, a suo tempo già fatti più volte.
      Negare: che ci vuoi fare, oramai è una questione che esula dal contesto specifico e tende a collocarsi prettamente nell'ambito psicologico.
      Quella robaccia scritta dai tabloid linkati, così come quel campionario di "pensierini" scritto dalla giornalaia italiana dell'HuffPost, potrebbero essere sintetizzati nella famosa frase: "quando la realtà smentisce il mio giudizio, tanto peggio per la realtà, io mantengo il mio giudizio", con tutte le dissonanze cognitive associate.
      Il fatto di farsi opinioni più corrispondenti al vero, in ambito scientifico, è direttamente proporzionale al grado di formazione scolastica che uno ha avuto la possibilità di ottenere (e, ovviamente, oltre una certa soglia, dalla specializzazione intrapresa). Ma si sa anche che rimane, oltre a ciò, un residuo pregiudiziale che potrebbe dipendere dal modo in cui uno si pone di fronte alla realtà (visioni del mondo, pregiudizi di natura ideologica, politica, interessi di parte, paura dei cambiamenti e della perdita di eventuali privilegi, etc etc etc).

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