C'è paese e paese
Tutto il mondo sarà anche paese, ma c'è comunque paese e paese.
Ha fatto da discreta cassa da risonanza anche alle nostre latitudini la notizia secondo la quale nella patria dell'offshore leaks - il Regno Unito che, fra l'altro, continua a difendere a spada tratta le sue isole del tesoro (anche qui) - il tema dei cambiamenti climatici (in senso lato: dalla fisica dell'effetto serra e le cause del suo rafforzamento agli effetti indotti, diretti ed indiretti) sia in procinto di essere stralciato dai programmi scolastici di geografia delle scuole dell'obbligo (primarie e secondarie I).
La cosa ha avuto un pochino di risonanza - e non poteva che essere così - anche da quelle parti dove da un paio di anni la stessa storica e fondamentale disciplina scolastica è stata de facto abolita interamente dai programmi scolastici delle secondarie II e nel curricolo obbligatorio praticamente accorpata ad una materia (ritenuta) affine ma che con la geografia c'entra come i proverbiali cavoli a merenda. Potenza della magica riforma calata per coerenza da un premio Nobel nella stessa scienza.
Anche in questo caso - checché ne dicano i soliti - alla base della decisione del governo britannico c'è sostanzialmente il diktat del taglio alle spese pubbliche (che nel 21esimo secolo suona come contenimento delle spese o più prosaicamente spending review). Taglio camuffato da ideologia e dall'enfasi su fatti ed evidenze, ma sempre di taglio si tratta.
E non c'è poi mica tanto da sorprendersi: se i soldi scappano nelle isole del tesoro evadendo il fisco, poi il gettito cala, i soldi mancano e lo Stato taglia.
Per chi però crede alla maschera della summentovata ideologia e ne fa una questione di balanced & evidence-based support, magari può interessare il fatto che per es. qui in Svizzera (nonostante non si sia una mosca bianca, nonostante qualche taglio di qua e di là anche qua,...), persino nelle scuole secondarie II di tipo non liceale (istituti superiori di tipo professionale con maturità) nei programmi di geografia e di scienze naturali siano previste, fra le altre, le seguenti specifiche tematiche. È solo un esempio, ma significativo. Ne so qualcosa perché, fra le varie cose di cui mi occupo, sono anche corresponsabile della stesura e implementazione dei programmi quadro federali di questo tipo di formazione.
Guarda caso: le persone in formazione in questo genere si scuola, apprendono - nello specifico - questo:
Vi lascio con uno degli speech del TED più belli ed esilaranti che ho visto finora. Si parla di insegnamento e di apprendimento. Forse qualcuno non si è ancora accorto che questo non è il futuro. È già il presente. Anche se non ancora ovunque.
Ma d'altronde, come si diceva: sarà anche vero che tutto il mondo è paese, ma c'è comunque paese e paese.
Ha fatto da discreta cassa da risonanza anche alle nostre latitudini la notizia secondo la quale nella patria dell'offshore leaks - il Regno Unito che, fra l'altro, continua a difendere a spada tratta le sue isole del tesoro (anche qui) - il tema dei cambiamenti climatici (in senso lato: dalla fisica dell'effetto serra e le cause del suo rafforzamento agli effetti indotti, diretti ed indiretti) sia in procinto di essere stralciato dai programmi scolastici di geografia delle scuole dell'obbligo (primarie e secondarie I).
La cosa ha avuto un pochino di risonanza - e non poteva che essere così - anche da quelle parti dove da un paio di anni la stessa storica e fondamentale disciplina scolastica è stata de facto abolita interamente dai programmi scolastici delle secondarie II e nel curricolo obbligatorio praticamente accorpata ad una materia (ritenuta) affine ma che con la geografia c'entra come i proverbiali cavoli a merenda. Potenza della magica riforma calata per coerenza da un premio Nobel nella stessa scienza.
Anche in questo caso - checché ne dicano i soliti - alla base della decisione del governo britannico c'è sostanzialmente il diktat del taglio alle spese pubbliche (che nel 21esimo secolo suona come contenimento delle spese o più prosaicamente spending review). Taglio camuffato da ideologia e dall'enfasi su fatti ed evidenze, ma sempre di taglio si tratta.
E non c'è poi mica tanto da sorprendersi: se i soldi scappano nelle isole del tesoro evadendo il fisco, poi il gettito cala, i soldi mancano e lo Stato taglia.
Per chi però crede alla maschera della summentovata ideologia e ne fa una questione di balanced & evidence-based support, magari può interessare il fatto che per es. qui in Svizzera (nonostante non si sia una mosca bianca, nonostante qualche taglio di qua e di là anche qua,...), persino nelle scuole secondarie II di tipo non liceale (istituti superiori di tipo professionale con maturità) nei programmi di geografia e di scienze naturali siano previste, fra le altre, le seguenti specifiche tematiche. È solo un esempio, ma significativo. Ne so qualcosa perché, fra le varie cose di cui mi occupo, sono anche corresponsabile della stesura e implementazione dei programmi quadro federali di questo tipo di formazione.
Guarda caso: le persone in formazione in questo genere si scuola, apprendono - nello specifico - questo:
Vi lascio con uno degli speech del TED più belli ed esilaranti che ho visto finora. Si parla di insegnamento e di apprendimento. Forse qualcuno non si è ancora accorto che questo non è il futuro. È già il presente. Anche se non ancora ovunque.
Ma d'altronde, come si diceva: sarà anche vero che tutto il mondo è paese, ma c'è comunque paese e paese.
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