Connections III
Terza e ultima parte di un post dedicato alle connessioni e iniziato due mesi fa in occasione dell'estrema estate asiatica (qui la prima parte, qui la seconda).
Vediamo velocemente, per concludere, in quale altro ambito - oltre a quello radiativo e idrodinamico descritto nella seconda parte - è possibile ricercare un possibile (e quantomeno speculativo) collegamento fra gli eventi meteorologici estremi dell'estate euroasiatica scorsa e il GW.
Dal punto di vista della dinamica dei flussi atmosferici, la particolare configurazione che ha connotato l'HW russa e le precipitazioni estreme pakistane è sostanzialmente spiegabile attraverso un blocco nella corrente a getto come - a volte - capita che succeda anche durante la stagione estiva. Questo articolo del NS (full b.s.) e la relativa carta (anche in immagine iniziale del post) riportano le cause sinottiche e questo rapporto dell'ESRL/NOAA le analizza ancora più in dettaglio.
Questa volta, comunque, l'ondulazione del getto è stata particolarmente pervicace e persistente. Tanto da rimanere in tale situazione bloccata per settimane e tanto da risucchiare aria dall'Artico russo verso le zone caldo-umide del Pamir in piena stagione monsonica (rinvigorendo quindi le zone depresse) e aria subtropicale dai deserti africani orientali verso le zone normalmente meno torride delle pianure sarmatiche russe (rinvigorendo quindi la subsidenza).
Il GW sta spostando verso le latitudini polari e verso l'alto la wave guide extratropicale: l'innalzamento progressivo della tropopausa è accompagnato da un ampliamento della fascia tropicale e da un associato shift latitudinale della corrente a getto rintracciabile anche e soprattutto nell'emisfero boreale (laddove la stessa si è anche indebolita). Conseguentemente, i "pacchetti" di onde circumglobali inseriti, nella stagione estiva boreale, nella CGT (di cui si è parlato qui) tendono a muoversi un po' più a nord. Non sembra così inusuale, quindi - fatte queste debite premesse -, la maggior possibilità di rigonfiamento che la troposfera a medie latitudini subisce come diretta conseguenza di una frequenza maggiore di blocchi nella corrente a getto - con associate anomalie termiche positive/molto positive e deficit pluviometrico - e spesso accompagnati da strutture depresse in cutoff (principalmente in quota e fluenti dal jet principale) al di sotto di essi a latitudine più bassa, foriere di anomalie di segno opposto.
Il riscaldamento atmosferico ha prodotto un aumento nello spessore dello strato compreso fra le superfici isobariche di 1000 e 500 hPa. Maggiore è lo spessore racchiuso da due superfici isobariche, più alta è la temperatura media dello strato. L'andamento degli spessori (qui, a dx) relativa alla porzione di emisfero boreale compresa fra 70 e 30 gradi di latitudine N negli ultimi 30 anni mostra come vi sia stato un netto aumento, e questo si manifesta in primis tramite aumento della superficie isobarica più alta (la 500 hPa). Anche l'andamento delle temperature della stessa superficie (qui, in alto) mostrano un rialzo globale, un po' più netto alle medie latitudini boreali e dal "punto di svolta" di metà anni 70. Insomma: la quota media di riferimento per la 500 hPa (circa 5500 m) è oggi un poco più alta (qui, a sx), soprattutto alle medie latitudini boreali (qui, al centro i basso) ma anche tropicali (qui, a dx in basso).
È un po' come se stessimo cuocendo il pane in un forno, per usare un altra metafora culinaria. Appena si riscalda, l'impasto si espande in profondità. Quando un determinato strato dell'atmosfera si riscalda, il suo spessore in media aumenta rigonfiando la parte più alta, esattamente come l'impasto del pane si espande in presenza di riscaldamento.
Uno dei modi nei quali questo rigonfiamento della superficie isobarica media di 500 hPa si manifesta è proprio nella frequenza e nella diffusione puntuale di anomalie positive (di breve durata temporale e di ridotta dimensione spaziale) sulle medie latitudini, anomalie spesso accompagnate - come detto - dalla loro controparte negativa, modulata e influenzata dalla loro diffusione.
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