Be very careful...

...ci ricorda Robert Socolow, a conclusione della Woodstock sulla geoingegneria tenutasi settimana scorsa ad Asilomar - stessa spiaggia, stesso mare, lido attiguo di 35 anni fa - e che ha raggruppato 175 esperti di vari settori, molti dei quali impegnati a suggerire le più avveniristiche, fantasiose e/o innovative idee sulla mitigazione climatica "hardcore", una delle sfide più ambiziose nell'ambito dell'ingegneria globale.
Ne riferisce qui Nature news - da pochi giorni free for all/gratis online anche dopo i canonici 4 days! - come pure la cuginetta americana e qualche giorno fa anche l'oca sapiens.

Non c'è bisogno di scomodare Alan Robock - peraltro presente al meeting - e i suoi volcanos per ricordare come (molti) si stiano velocemente e forse prematuramente avventurando in una fissa un po' troppo estrema, "and you can't build a wall around the Arctic climate".

Non c'è bisogno di scomodare Ken Caldeira e i suoi ammonimenti sugli effetti collaterali per frenare l'organizzazione non-profit nella sua raccolta di fondi allo scopo di legittimare esperimenti di dubbia efficacia, "and what about the possible conflicts of interest related to the for-profit motives?"

Non c'è bisogno di scomodare Kevin Trenberth e i suoi auspici di miglioramento dei sistemi di misura atti a rendere più tangibile la tracciabilità dei flussi di energia nel climate system, per chiederci se è normale che prima si voglia agire e poi, semmai, capire.


Scomodiamo pure Pasini, che alla fine di uno dei suoi migliori post sul tema, conclude pure lui ammonendo:

*Be careful!*

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