Lungo addio al ghiaccio "eterno"
Già nel diciannovesimo secolo si iniziò a documentare sistematicamente i cambiamenti dei ghiacciai svizzeri. Su quella scia, è stata fondata anche l’osservazione internazionale dei ghiacciai, che prosegue ininterrottamente fino ad oggi. Nel 2025, proclamato dalle Nazioni Unite come l’“Anno internazionale della conservazione dei ghiacciai”, il monitoraggio dei ghiacciai assume un’importanza particolare.
Il WGMS raccoglie dati dai programmi nazionali di monitoraggio dei ghiacciai di tutto il mondo. Gli ultimi risultati parlano chiaro: cinque degli ultimi sei anni hanno registrato la più grande perdita di ghiaccio mai misurata a livello mondiale. Tra il 2022 e il 2024, si è registrata la più grande perdita triennale di massa glaciale. Inoltre, in molte regioni, il cosiddetto «ghiaccio eterno» non sopravviverà al 21esimo secolo. Poter trarre queste conclusioni è possibile solo grazie a decenni di serie di misurazioni continue, la cui disponibilità non è affatto scontata. I ghiacciai devono infatti essere monitorati regolarmente per misurare la fusione annuale con l’ausilio di aste di misurazione. In combinazione con i dati satellitari, queste informazioni possono essere estese a tutti i ghiacciai del mondo.
Oltre ai cambiamenti nel bilancio idrico o all’innalzamento del livello del mare, il ritiro dei ghiacciai modifica il paesaggio, con i ghiacciai che si riducono o scompaiono e cime meno innevate; questo porta a ripercussioni anche sul turismo. Anche nell’ambito dell’energia idroelettrica saranno necessarie delle misure per far fronte ai cambiamenti del bilancio idrico, dato che il flusso d’acqua dipenderà maggiormente dalle precipitazioni dirette e dalla fusione della neve più che dalla fusione dei ghiacciai. Infine, anche i rischi legati ai pericoli naturali cambieranno: pendii e pareti che prima erano sostenuti dai ghiacciai o dal permafrost diventeranno instabili, aumentando il rischio di caduta massi o addirittura di frane. A monte dei ghiacciai in via d’estinzione potrebbero formarsi nuovi laghi che, in caso di svuotamento improvviso, potrebbero causare inondazioni e colate detritiche.
Per sensibilizzare sull’importanza della conservazione dei ghiacciai, le Nazioni Unite hanno proclamato il 2025 come l’”Anno internazionale della conservazione dei ghiacciai”. Inoltre la giornata del 21 marzo è stata stabilita essere la giornata mondiale dei ghiacciai. Ma cosa significa questo? Siamo ancora in tempo per salvare i ghiacciai?
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Ritiro del ghiacciaio Tschiervaglet nel Canton Grigioni tra il 1935 e il 2022. (swisstopo, VAW-ETH Zurigo) |
La prima giornata mondiale dei ghiacciai
Il 21 marzo 2025 si è tenuta la prima «Giornata mondiale dei ghiacciai», proclamata dalle Nazioni Unite. Essa richiama l’attenzione sull’attuale fusione dei ghiacciai e le relative conseguenze, come la scarsità d’acqua o l’innalzamento del livello del mare. La rapida fusione dei ghiacciai rischia di provocare una valanga di effetti a catena su economia, ecosistemi e popolazione, non solo in montagna ma anche nelle regioni di pianura circostanti e a livello globale.
I ghiacciai ci permettono di studiare il clima del passato e per questo sono chiamati i “termometri della Terra”. In un territorio montuoso come quello della Svizzera, i ghiacciai e i loro cambiamenti sono molto importanti per lo studio del clima e sono una delle variabili climatiche essenziali che vengono monitorate, elaborate e rese disponibili al pubblico dal sistema di osservazione del clima in Svizzera (GCOS Svizzera).
L’obiettivo del programma Global Climate Observing System (GCOS) è di rendere disponibili a tutti gli utenti interessati osservazioni climatiche di alta qualità provenienti da tutto il mondo. Il GCOS Svizzera si occupa di implementare questo programma a livello nazionale, basandosi sul lavoro di 29 organizzazioni partner ed è coordinato dall’Ufficio GAW/GCOS presso MeteoSvizzera. Nell’ambito del GCOS Svizzera, MeteoSvizzera sostiene anche la rete svizzera di misurazione dei ghiacciai GLAMOS, che documenta e osserva sistematicamente i cambiamenti a lungo termine dei ghiacciai nelle Alpi svizzere, così come il servizio internazionale per i dati sui ghiacciai, il World Glacier Monitoring Service (WGMS), che raccoglie e rende accessibili le osservazioni sui ghiacciai effettuate sul campo e basate sui dati di telerilevamento.
Fusione dei ghiacciai a livello globale
Nel 2000, oltre 275'000 ghiacciai coprivano una superficie di circa 700'000 km². Insieme alle calotte glaciali continentali della Groenlandia dell’Antartide, i ghiacciai immagazzinano circa il 70% delle riserve mondiali di acqua dolce. Le regioni montuose sono le quindi le riserve idriche del mondo. La scomparsa dei ghiacciai di montagna mette a rischio l’approvvigionamento idrico di centinaia di milioni di persone che vivono a valle e dipendono dalla disponibilità di acqua. I ghiacciai hanno il vantaggio di immagazzinare gradi quantità d’acqua; infatti, l’acqua che in inverno cade sotto forma di neve sulla loro superficie viene stoccata sotto forma di ghiaccio e durante il periodo caldo e secco dell’anno viene rilasciata tramite la sua fusione. La conservazione dei ghiacciai è quindi una necessità ecologica, economica e sociale.
I dati mostrano che, dal 1975, i ghiacciai (escluse le calotte polari) hanno perso in totale più di 9000 giga tonnellate di massa. La quantità di massa persa corrisponde a circa cento volte il volume del Lago di Ginevra.
Se consideriamo la fusione dei ghiacciai a livello regionale, si osservano delle differenze notevoli. Nell’Artico russo, la perdita di massa tra il 2000 e il 2023 è stata solo del 3%, mentre nello stesso periodo nelle Ande meridionali questa è stata del 13% circa. La fusione dei ghiacciai di tutto il mondo (escluse le calotte polari della Groenlandia e dell’Antartide) ha portato ad un aumento cumulativo del livello del mare di circa 18 millimetri dal 2000 al 2023. Dopo il riscaldamento degli oceani, i ghiacciai sono il secondo fattore che contribuisce maggiormente all’innalzamento globale del livello del mare.
Ritiro dei ghiacciai in Svizzera
I cambiamenti dei ghiacciai svizzeri vengono monitorati sistematicamente da GLAMOS: per circa 20 ghiacciai selezionati in tutta la Svizzera si calcola il bilancio di massa, ovvero quanta neve è caduta in inverno e quanta neve e ghiaccio si sono fusi in estate. Queste misurazioni dirette vengono eseguite ogni primavera e autunno, in alcuni casi da oltre un secolo. Per capire i cambiamenti nella loro estensione, ogni anno si misura la posizione della lingua del ghiacciaio su circa 100 diversi ghiacciai. In alcuni casi queste misurazioni sono iniziate alla fine del 19esimo secolo. Per completare il quadro, si usano foto aeree e modelli digitali del terreno, che ogni sei anni circa registrano i cambiamenti nella superficie e nel volume di tutti i circa 1400 ghiacciai svizzeri.
I risultati delle misurazioni effettuate in Svizzera seguono la tendenza globale. Solo a partire dall’anno 2000, il volume dei ghiacciai in Svizzera è diminuito di quasi il 40%, 2/3 del quale negli ultimi 15 anni, 1/3 solo fra il 2022 e il 2024! La perdita è in media di oltre 1 metro di spessore di ghiaccio all’anno. Inoltre, ci sono sempre più anni con tassi di fusione estremamente elevati. Nel 2022 è stato raggiunto un nuovo record di perdita di massa dall’inizio delle misurazioni, seguito dal 2023. Solo in questi due anni, due anni record, è fuso circa il 10% di tutto il ghiaccio dei ghiacciai svizzeri.
Il 2025 potrebbe essere un altro anno difficile per i ghiacciai della Svizzera. Infatti, dopo un anno con pochissima neve, soprattutto nelle regioni orientali del Paese, le ondate di caldo di giugno e inizio luglio ne hanno già provocato una forte fusione. Attualmente, lo stato dei ghiacciai è quindi molto critico e la tendenza è simile a quella dell’anno record del 2022: in un mese hanno perso un'enorme quantità di acqua, l'equivalente del consumo annuo totale di acqua potabile della Svizzera e più del doppio della media degli ultimi anni. Tuttavia, le condizioni meteorologiche del resto del mese di luglio e di agosto/settembre saranno determinanti per la perdita di massa complessiva.
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Il ghiacciaio del Morteratsch, uno dei tanti ghiacciai alpini morenti |
Cosa comporta la fusione dei ghiacciai?
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Variazioni del volume di ghiaccio di tutti i ghiacciai svizzeri dal 2000 al 2024. (GLAMOS) |
Anno internazionale per la conservazione dei ghiacciai
I ghiacciai reagiscono molto lentamente ai cambiamenti del clima, questo significa che anche con una rapida stabilizzazione del clima, essi continuerebbero a ritirarsi. Proprio per questo motivo sono indispensabili interventi ambiziosi e concreti per la tutela del clima. Sebbene la maggior parte dei Paesi abbia aderito all’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura globale a 1.5°C rispetto all’epoca preindustriale, le emissioni di gas serra attuali – e quelle previste per i prossimi anni – sono ancora ben al di sopra di quanto sarebbe necessario per raggiungere questo obiettivo. Secondo le più recenti ricerche scientifiche, anche rispettando il limite dei 2°C, in Svizzera potrebbe sopravvivere soltanto circa un quarto dei ghiacciai attualmente esistenti. Anche se è ormai già troppo tardi per impedire la perdita di molti ghiacciai svizzeri, ogni sforzo per limitare l’aumento della temperatura media globale avrà un impatto diretto sul numero di ghiacciai che sopravviveranno.
Questo post è stato scritto in collaborazione con gli esperti dei progetti WGMS e GLAMOS (Samuel Nussbaumer, Andrea Linsbauer, Matthias Huss, Isabelle Gärtner-Roer, Kathrin Naegeli, Ethan Welty e Michael Zemp).
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