Sport invernali e cambiamenti climatici

Come cambierà il clima della regione alpina in futuro? Quali sono le conseguenze che ci aspettiamo per gli sport sulla neve e il turismo invernale? Sotto la direzione della Fondazione per la sicurezza nello sci (“Stiftung Sicherheit im Skisport"), per la prima volta un gruppo di oltre 20 scienziati appartenenti a 14 diversi enti di ricerca sul clima e gli sport invernali provenienti da Germania, Austria e Svizzera ha cercato di rispondere a queste domande, considerando lo stato attuale della ricerca su questi temi. MeteoSvizzera e l’SLF (Istituto per lo studio della neve e delle valanghe di Davos) sono i membri svizzeri di questo consorzio. Ecco le principali informazioni uscite da questo studio.




1. Il cambiamento climatico continua 

Gli esperti sono concordi sul fatto che la temperatura media annua della regione alpina e nelle zone montuose a media quota aumenterà di almeno ulteriori 2 gradi entro la fine del secolo. L’aumento della temperatura interesserà tutte le stagioni. Solo attuando misure ad ampia portata per ridurre le emissioni, come previsto nell’Accordo di Parigi sul clima del 2015, questo valore potrà essere contenuto al di sotto dei 2 gradi. Per quanto riguarda la Svizzera, le ricerche su questo tema sono state presentate lo scorso mese di novembre nell’ambito dei nuovi “Scenari climatici CH2018” (vedi anche qui). La figura qui sotto mostra ad esempio lo sviluppo atteso della temperatura media annuale in Svizzera considerando due diversi scenari di emissioni di gas ad effetto serra nel futuro. Senza misure concrete di protezione del clima (rosso) l’aumento della temperatura in Svizzera entro la fine del secolo potrà raggiungere i 5,5 gradi. Lo scenario più ottimistico sulle misure di protezione del clima (blu), che corrisponde all’incirca a quanto previsto dall’Accordo di Parigi, mostra un riscaldamento inferiore ai 2 gradi. Affermazioni sul prossimo futuro (fino al 2050) sono invece più difficili da fare, in quanto la variabilità climatica naturale, nella regione alpina spesso molto pronunciata, si sovrappone alla tendenza a lungo termine. Soprattutto per quanto riguarda le precipitazioni, queste forti fluttuazioni possono ostacolare una corretta valutazione della tendenza a lungo termine.

Temperatura media in Svizzera. In nero l’andamento osservato dall’inizio delle misurazioni, mentre in rosso e blu l’evoluzione attesa considerando due diversi scenari delle emissioni di gas a effetto serra. È raffigurata la deviazione della temperatura dalla norma 1981-2010. Le aree ombreggiate indicano l’incertezza. Fonte: Scenari climatici per la Svizzera CH2018

2. Manto nevoso naturale e sport invernali 

Nella regione alpina, a causa del riscaldamento, l’innevamento naturale adatto agli sport invernali continuerà a diminuire a lungo termine (fino al 2100) fino alle medie quote (vedi figure sotto). La durata del manto nevoso nel tardo inverno si ridurrà così di settimane, come pure, anche se in misura minore, ad inizio stagione. I mesi centrali della stagione turistica invernale (gennaio e febbraio) saranno invece meno toccati dal fenomeno. In questo contesto, anche le condizioni climatologiche per la produzione di neve artificiale stanno cambiando. Il numero e la durata dei potenziali periodi di innevamento (vale a dire i periodi in cui la neve artificiale può essere prodotta) si ridurranno.

Evoluzione attesa del manto nevoso naturale nella regione alpina a diverse quote fino alla metà del secolo e per uno scenario senza misure di protezione del clima (scenario rosso nella figura 1). La banda completa (colore grigio uniforme più grigio tratteggiato -> 100%) rappresenta la norma attuale, vale a dire la copertura nevosa media del periodo 1981 – 2010 per le diverse quote. La banda con colorazione grigia uniforme rappresenta il valore medio di copertura nevosa previsto verso l’anno 2060; di conseguenza la banda tratteggiata indica la perdita di copertura nevosa naturale attesa entro il 2060. La linea nera sottile indica l’incertezza. Fonte: Scenari climatici CH2018
Klein et al. 2016




3. Il turismo invernale si adegua 

Il sistema degli sport invernali, molto sensibile ai cambiamenti climatici, è in continua evoluzione per quanto riguarda l’offerta di prodotti. L’adattamento regionale ai cambiamenti climatici è integrato in processi dinamici a vari livelli dei settori e dei mercati regionali. Su questa base, le associazioni di sport invernali, le stazioni turistiche invernali, i villaggi di montagna e i gestori degli impianti di risalita partecipano attivamente alla sfida sociale globale legata al "cambiamento climatico" con misure adeguate per adattarsi alle conseguenze come pure per ridurre le emissioni di gas serra. Per salvaguardare e sviluppare ulteriormente gli sport invernali saranno necessarie innovazioni tecnologiche e organizzative e una diversificazione dei servizi. L'uso delle energie rinnovabili deve essere rafforzato e l'efficienza energetica e delle risorse deve essere aumentata in tutti i settori. Per lo sviluppo sostenibile sarà necessario creare, ancor più che in passato, partenariati, reti e sistemi per lo scambio di informazioni a tutti i livelli. Infine, per garantire il futuro degli sport invernali, le parti interessate dovranno considerare strategie per migliorare la resilienza e l'adattabilità e per migliorare la capacità innovativa.



Descrizione delle principali opportunità e dei principali rischi associati ai cambiamenti climatici in Svizzera nei prossimi decenni. 
In rosso: stagione estiva, in blu: stagione invernale.

4. Ricerca, sviluppo e condivisione delle conoscenze 

Quanto sopra esposto mostra come il clima e i cambiamenti climatici non si fermano ai confini nazionali e che gli sport invernali ne saranno influenzati in tutta la regione alpina. Ciò rende ancora più importante lo scambio di competenze al di là dei confini nazionali e settoriali. La nostra conoscenza dei cambiamenti climatici passati e futuri è grande, ma lungi dall'essere completa, e ci sono ancora molte questioni di ricerca aperte.

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