Il 2018 in Svizzera II — Caldo record
In Svizzera l’anno 2018 può essere descritto in poche parole: temperature superiori alla norma e siccità persistente. Le temperature medie di dieci mesi sono state chiaramente superiori alla norma, in sei casi in modo estremo. Il 2018 è il quarto anno in breve successione che stabilisce un nuovo primato delle temperature.
Il 2018 in un colpo d’occhio
Il persistere di temperature elevate non ha portato solo a un nuovo primato annuale, ma anche il semestre estivo è stato il più caldo dal 1864, anno in cui sono iniziate le misure sistematiche in Svizzera. A sud delle Alpi pure l’autunno è stato il più caldo. Questi nuovi primati sono stati accompagnati da un scarsità di precipitazioni che si è protratta per mesi, in modo inusuale. Nella Svizzera orientale il deficit di precipitazioni fra aprile e novembre ha provocato una siccità secolare.
Temperatura media annuale da primato
Continua la sequenza di anni estremamente caldi
In Svizzera, in base agli ultimi calcoli, la temperatura media annuale sarà di circa 7 °C, il valore più alto mai registrato. Se si considera l’anno meteorologico che da va dicembre 2017 a novembre 2018, si può già certificare che i 6,7 °C registrati corrispondono a un primato. Il 2018 è il quarto anno in breve successione che registra temperature medie annuali chiaramente superiori alla norma. Assieme agli anni 2015 (6,6 °C), 2014 (6,5 °C) e 2011 (6,6 °C) la temperatura media annuale del 2018 si distanzia in modo netto da tutte le altre registrate dal 1864.
Nuova dimensione della temperatura
Nel corso degli ultimi 30 anni, fra il 1988 e il 2017, la temperatura annuale media in Svizzera è stata di 5,7 gradi. Prima degli anni ’80, una temperatura annuale di 5,7 gradi rappresentava un evento straordinario. Infatti, per tutto il periodo di misure che va dal 1864 al 1988, perfino gli anni più estremi non hanno mai raggiunto tale valore. Oggigiorno invece, questo valore è divenuto la norma. Al contempo, gli anni veramente freschi, con temperature medie di 4 gradi o meno, erano un tempo fenomeni correnti. Questi valori sono ormai scomparsi dal clima dell’attuale Svizzera. Nel corso degli ultimi 30 anni, le temperature annuali sull’insieme del paese, non sono mai scese ai valori tipici che si registravano nel periodo 1961-1990. Il massiccio aumento delle temperature e la scomparsa di anni veramente freddi sono chiari segnali del cambiamento climatico in corso.
Il caldo senza fine del 2018
Dei 12 mesi che compongono l’anno ben 9 hanno fatto segnare temperature superiori alla media, e in ben sei casi lo scarto positivo è da considerarsi estremo. La Svizzera ha registrato il mese di gennaio più mite dall’inizio delle misure nel 1864, mentre aprile e agosto sono risultati fra i primi cinque nella classifica dei rispettivi mesi. La temperatura di dicembre dovrebbe, secondo le ultime proiezioni, allo stesso modo essere sopra alla norma. Il semestre estivo, fra aprile e settembre, ha fatto registrare un nuovo primato di temperature, così come il periodo di 12 mesi (anno meteorologico) compreso fra dicembre 2017 e novembre 2018.
Temperature invernali nella norma, nonostante un gennaio da primato
Su scala nazionale la media delle temperature invernali 2017/2018 è stata simile alla norma 1981-2010, anche se i singoli mesi hanno registrato oscillazioni importanti. Le temperature medie mensili di dicembre 2017 e febbraio 2018 hanno registrato un deficit rispetto alla norma 1981-2010, rispettivamente di 0,6 e 3,0 °C. La temperatura media di gennaio è stata, al contrario, estremamente elevata, con dei primati a livello regionale. Presso la stazione di misurazione di Ginevra la temperatura media di gennaio è stata di 6,0 °C: ciò che è corrisposto ad un nuovo primato (nel precedente gennaio più mite a Ginevra si registrò una temperatura media di 4,5 °C). Anche su scala nazionale la temperatura media di gennaio, di 3,1 °C superiore alla norma 1981 - 2010, è stata da primato.
Abbondanti precipitazioni e nevicate
Le precipitazioni invernali hanno raggiunto il 130 % del valore normale 1981-2010. Questi valori hanno raggiunto addirittura il 200% per il Vallese e in molte regioni dei Grigioni. Il versante sudalpino ha registrato valori del 100 - 150%, localmente anche del 180% del valore normale. Nel gennaio 2018, 95 stazioni di misurazione hanno registrato precipitazioni record per il mese: in 72 di queste stazioni le misurazioni sono svolte da più di 50 anni. In Vallese, quattro stazioni di misurazione con oltre 50 anni di rilevamento hanno registrato, oltre al primato mensile relativo a gennaio, un primato mensile assoluto: Zermatt ha raccolto 257 mm di precipitazioni, Stalden/Ackersand 220 mm, Visp 328 mm e Grimentz 254 mm. In montagna, tra dicembre e gennaio, si sono verificate abbondanti nevicate. Il pericolo di valanghe è stato da forte a molto forte in vaste regioni delle Alpi, specialmente a gennaio. Per più giorni alcune località alpine sono state raggiungibili solo con l’elicottero. Ad Arosa, a 1880 m slm, l’inverno 2017/2018 ha portato complessivamente 5,3 m di neve fresca. Negli ultimi 50 anni questo valore è stato superato una sola volta nell’inverno 2011/2012, con il valore di 5,8 m. Nella stazione di misurazione vallesana di Grächen, a 1600 m slm, l’inverno 2018 ha portato una quantità di neve fresca complessiva superiore ai 2 m, valore tra i più alti mai registrati dall’inizio delle misurazioni 50 anni fa.
Inverno tempestoso
Il versante nordalpino ha vissuto un inverno tempestoso. I mesi di dicembre e gennaio hanno portato, nella stazione di misurazione di Zurigo-Fluntern, un numero di tempeste sensibilmente più elevato rispetto agli anni precedenti. Danni sono stati causati soprattutto dalle tempeste di gennaio, in modo particolare dalla tempesta Burglind del 3 gennaio 2018.
Evidente aumento delle temperature primaverili
Con la primavera 2018, che è stata la quarta più calda dall’inizio delle misurazioni, è continuato l’evidente riscaldamento primaverile che ha caratterizzato gli ultimi due decenni. Le 6 primavere più calde sono state infatti registrate dal 2000 in avanti. Dal 2000 la temperatura media stagionale è stata per dieci volte di almeno un grado superiore alla norma 1981 – 2010; prima ciò era accaduto unicamente due volte. E questo anche se l’inizio della primavera 2018 è stato freddo: a livello nazionale la temperatura media di marzo è stata di 1 °C inferiore alla norma 1981- 2010. A Sud delle Alpi si è registrato, pur con differenze regionali, uno dei mesi di marzo più freddo degli ultimi 30 anni, con una temperatura media mensile di 1 – 2 °C al di sotto della norma. Ad un marzo molto freddo ha però fatto subito seguito il secondo mese di aprile più caldo dall’inizio delle misurazioni sistematiche nel 1864. A livello nazionale la temperatura media mensile ha registrato un eccesso di 3,9 °C rispetto alla norma 1981 – 2010. A livello locale questo valore ha raggiunto i 4 – 5 °C. Il periodo caldo è proseguito anche nel corso di maggio, il quinto più caldo dall’inizio delle misurazioni. La temperatura media mensile è stata di 1,9 °C superiore alla norma 1981 – 2010. In alcune stazioni di misura il mese di maggio è stato addirittura il secondo o il terzo più caldo dall’inizio delle misurazioni sistematiche, avvenuto 155 anni fa.
Caldo estivo estremo sempre più frequente
In Svizzera, per la terza volta in pochi anni, la temperatura media dell’estate è stata chiaramente superiore alla norma. Assieme agli anni 2017, 2015 e 2003 la temperatura media dell’estate 2018, corrispondente a 15,3 °C, si è distanziata in modo netto da tutte le altre registrate dall’inizio delle misure. Fino al 2000 le estati che registravano temperature medie superiori a 14 °C erano considerate estreme, mentre la soglia dei 15 °C non era mai oltrepassata. La tipica estate in Svizzera con una temperatura media attorno ai 12 gradi non appartiene più all’attuale clima della Svizzera. Negli ultimi 30 anni le estati con una temperatura media inferiore ai 13,0 °C sono invece sparite dalle statistiche: un chiaro segnale del cambiamento climatico in atto.
Ondata di caldo di 10 giorni a Nord delle Alpi
Dal 30 luglio, a Nord delle Alpi, un’ondata di caldo ha spinto in modo generalizzato le temperature massime giornaliere oltre i 30,0 °C. Durante questa ondata di caldo la media delle temperature massime giornaliere nelle zone di pianura a Nord delle Alpi è stata di 32,0 – 34,0 °C. In alcune località (es. Basilea, Zurigo e Lucerna) si tratta della terza o la quarta ondata di caldo (della durata di 10 giorni) più intensa dall’inizio delle misure sistematiche.
18 giorni di canicola a Sud delle Alpi
A Sud delle Alpi l’ondata di caldo è durata 18 giorni, con le temperature massime giornaliere che si sono spinte oltre i 30 °C già dal 22 luglio. Presso la stazione di misura di Locarno – Monti, la media delle temperature massime giornaliere in questo periodo è stata di 32,6 °C e corrisponde alla terza ondata di caldo (della durata di 18 giorni) più intensa dal 1935, data di inizio delle misure sistematiche presso questa stazione. Si tratta di un valore comparabile ai 32,8 °C registrati nel 2003 e leggermente inferiore ai 33,1 °C rilevati nel 2015.
Siccità persistente
Dopo un mese di aprile e un mese di maggio particolarmente asciutti anche l’estate 2018 ha registrato una scarsità di precipitazioni. In Svizzera, tra il mese di aprile e quello di agosto, è piovuto unicamente il 71% della norma 1981 – 2010. L’ultima volta che fu registrata un estate così asciutta fu negli anni 2015, 1983 e 1984. Nel mese di giugno, in alcune regioni, è piovuto solo il 20 – 40 % della norma 1981 – 2010. A seconda della località, nelle regioni centrali e orientali delle Alpi, si è registrato il mese di giugno più asciutto dall’inizio delle misure sistematiche nel 1864. Anche il mese di luglio è stato estremamente asciutto per alcune regioni della Svizzera: valori corrispondenti al 20 – 30% della norma 1981 – 2010 sono stati registrati in alcune località nelle regioni orientali dell’Altopiano e sulla parte orientale del versante nordalpino.
Soleggiamento estivo da record
Tutti e tre i mesi estivi sono stati caratterizzati da un soleggiamento importante. A Ginevra le 908 ore di sole registrate nell’estate 2018 corrispondono all’estate più soleggiata dal 1897, data di inizio delle misure sistematiche in questa località. Presso questa stazione un valore simile fu registrato per l’ultima volta nel 2003, con poco meno di 900 ore di sole. A Basilea Ginevra le 835 ore di sole registrate nell’estate 2018 corrispondono all’estate più soleggiata dall’inizio delle misure sistematiche, nel 1886, e superano di una sola ora il valore raggiunto nel 2003 (834 ore di sole).
Semestre estivo più caldo di sempre
Tutte le temperature medie mensili registrate tra aprile a settembre 2018 hanno raggiunto, a seconda dei mesi, fra il secondo e il settimo valore più elevato della statistica, portando al semestre estivo più caldo dall’inizio delle misure sistematiche. La temperatura del semestre estivo 2018 è stata di 2,4 °C superiore alla norma 1981 – 2010, ed ha superato di 0,2 °C la temperatura media registrata nel semestre estivo del 2003, anno passato agli archivi per la sua leggendaria estate canicolare.
Autunno con temperature da primato a Sud delle Alpi
In Svizzera la temperatura media dell’autunno 2018 (7,8 °C, 1,8 °C superiore alla norma 1981 – 2010) è stata la terza più elevata dall’inizio delle misure. Quattro degli autunni più caldi sono stati registrati negli ultimi 15 anni. Temperature medie superiori si ebbero unicamente nel 2014 (8,1 °C) e nel 2006 (8,7 °C). In alcune regioni a Sud delle Alpi è stato l’autunno più caldo dall’inizio delle misure sistematiche. Presso la stazione di Lugano e quella di Locarno – Monti la temperatura media dell’autunno è stata di 2,2 °C superiore alla norma 1981 – 2010. Il primato precedente apparteneva al 2006: a Lugano si registrò una temperatura media autunnale di 1,8 °C superiore alla norma, a Locarno – Monti lo scarto positivo fu invece di 1,9 °C.
Scarsità di precipitazioni secolare nella Svizzera orientale
Nella Svizzera orientale la scarsità di precipitazioni registrata tra la primavera e l’autunno 2018 ha raggiunto le dimensioni di un evento secolare. Negli 8 mesi che da aprile portano fino a novembre è piovuto unicamente il 59 % della norma 1981 – 2010 e mancano le precipitazioni corrispondenti a più di 3 mesi estivi. Ciò corrisponde al deficit idrico tra aprile e novembre più importante mai registrato dall’inizio delle misure sistematiche, nel 1864. In tutti gli altri anni caratterizzati pure da scarsa piovosità, tra aprile e novembre, era comunque sempre piovuto almeno il 64 % della norma 1981 – 2010.
Su tutto il Paese, tra aprile e novembre è piovuto il 69 % della norma 1981 – 2010, ciò che corrisponde al terzo valore più basso mai registrato dall’inizio delle misure sistematiche. Un valore simile (68 % della norma 1981 - 2010) si registrò tra il mese di aprile e quello di novembre del 1921. Nei mesi di aprile fino a novembre del 1962 piovve invece unicamente il 60% della norma 1981 – 2010.
Pioggia e neve
A fine ottobre a Sud delle Alpi sono caduti in tre giorni da 200 a 300 mm di precipitazione, localmente fino a più di 400 mm. Anche nel vicino Cantone dei Grigioni i più di 200 mm caduti costituiscono un quantitativo importante. Buona parte di queste precipitazioni è caduta in montagna sotto forma di neve. I 72 cm di neve caduti in 24 ore ad Arosa stabiliscono un nuovo primato per il mese di ottobre. Sul versante sudalpino le precipitazioni continuarono abbondanti anche nei primi giorni di novembre, portando il 6 novembre il Verbano a uscire dagli argini. Le citate precipitazioni hanno portato al Sud delle Alpi a quantitativi mensili per ottobre e novembre superiori alle medie di riferimento (vale a dire al periodo 1981 – 2010), mentre sul versante nordalpino è continuato il periodo con scarsità di precipitazioni. Solo in dicembre a Nord delle Alpi si sono di nuovo registrate precipitazioni superiori alle medie pluriennali. Che in montagna sono cadute sotto forma di neve. Attorno al periodo natalizio nelle Alpi lo spessore del manto nevoso è sostanzialmente nella norma o appena al di sora (su informazione dell’Istituto per lo studio della neve e delle valanghe, SLF Davos).
Bilancio annuale
Nella maggior parte delle regioni della Svizzera, la temperatura media annuale è stata di 1,5 – 2,0 °C superiore alla norma 1981 – 2010; a Sud delle Alpi e in Engadina lo scarto positivo registrato è stato invece di 1,0 - 1,5 °C. La temperatura annuale media su tutto il Paese è stata di 1,5 °C superiore alla norma 1981 – 2010, ciò che corrisponde al nuovo primato dall’inizio delle misure sistematiche nel 1864. Nella Svizzera orientale, nel 2018, è piovuto unicamente l’80 % della norma 1981 – 2010, mentre nella Svizzera centrale e in quella occidentale il 90 %. A Sud delle Alpi e in Engadina i quantitativi di precipitazione corrispondono al 90 – 100 % del valore normale, mentre in Vallese è piovuto leggermente di più rispetto alla norma 1981 – 2010 : il 105 – 110 %. A Nord delle Alpi il soleggiamento è stato del 110 - 125% della norma 1981-2010, mentre nelle Alpi e a Sud delle stesse, le ore di sole registrate corrispondono al 90 - 110%. In alcune regioni a Nord delle Alpi, il 2018 è stato uno dei dieci anni più soleggiati dall'inizio della misure sistematiche.
Quello che ci riserva il futuro, sta nelle nostre mani
Secondo gli ultimi scenari climatici CH2018, il riscaldamento degli ultimi decenni continuerà anche in futuro. Estati più calde e secche sono tra i principali cambiamenti che hanno caratterizzato il clima in Svizzera a metà del secolo, senza una maggiore protezione globale del clima. La temperatura media dell'aria vicino al suolo aumenterà da 2,5 a 4,5 gradi nei mesi estivi da giugno ad agosto rispetto ad oggi. Le temperature massime aumenteranno notevolmente più delle temperature medie. Nei giorni più caldi dell'estate sarà da 2 a 5,5 gradi più caldo rispetto a oggi. Anche le ondate di caldo stanno diventando sempre più frequenti ed estreme. Tuttavia, una protezione coerente del clima potrebbe prevenire circa la metà dei possibili cambiamenti climatici in Svizzera entro la metà del XXI secolo e fino a due terzi entro la fine del secolo. Ciò deriva da un ulteriore scenario in cui le emissioni di gas ad effetto serra sono ridotte grazie ad efficaci misure di protezione del clima che limiterebbero l’aumento della temperatura globale a 2 gradi rispetto allo stato pre-industriale. È dunque chiaro che la protezione del clima ha un importante impatto e che un'azione coerente paga.
(fonte: Meteosvizzera)
Il 2018 in un colpo d’occhio
Il persistere di temperature elevate non ha portato solo a un nuovo primato annuale, ma anche il semestre estivo è stato il più caldo dal 1864, anno in cui sono iniziate le misure sistematiche in Svizzera. A sud delle Alpi pure l’autunno è stato il più caldo. Questi nuovi primati sono stati accompagnati da un scarsità di precipitazioni che si è protratta per mesi, in modo inusuale. Nella Svizzera orientale il deficit di precipitazioni fra aprile e novembre ha provocato una siccità secolare.
Temperatura media annuale da primato
Continua la sequenza di anni estremamente caldi
In Svizzera, in base agli ultimi calcoli, la temperatura media annuale sarà di circa 7 °C, il valore più alto mai registrato. Se si considera l’anno meteorologico che da va dicembre 2017 a novembre 2018, si può già certificare che i 6,7 °C registrati corrispondono a un primato. Il 2018 è il quarto anno in breve successione che registra temperature medie annuali chiaramente superiori alla norma. Assieme agli anni 2015 (6,6 °C), 2014 (6,5 °C) e 2011 (6,6 °C) la temperatura media annuale del 2018 si distanzia in modo netto da tutte le altre registrate dal 1864.
Nuova dimensione della temperatura
Nel corso degli ultimi 30 anni, fra il 1988 e il 2017, la temperatura annuale media in Svizzera è stata di 5,7 gradi. Prima degli anni ’80, una temperatura annuale di 5,7 gradi rappresentava un evento straordinario. Infatti, per tutto il periodo di misure che va dal 1864 al 1988, perfino gli anni più estremi non hanno mai raggiunto tale valore. Oggigiorno invece, questo valore è divenuto la norma. Al contempo, gli anni veramente freschi, con temperature medie di 4 gradi o meno, erano un tempo fenomeni correnti. Questi valori sono ormai scomparsi dal clima dell’attuale Svizzera. Nel corso degli ultimi 30 anni, le temperature annuali sull’insieme del paese, non sono mai scese ai valori tipici che si registravano nel periodo 1961-1990. Il massiccio aumento delle temperature e la scomparsa di anni veramente freddi sono chiari segnali del cambiamento climatico in corso.
Il caldo senza fine del 2018
Dei 12 mesi che compongono l’anno ben 9 hanno fatto segnare temperature superiori alla media, e in ben sei casi lo scarto positivo è da considerarsi estremo. La Svizzera ha registrato il mese di gennaio più mite dall’inizio delle misure nel 1864, mentre aprile e agosto sono risultati fra i primi cinque nella classifica dei rispettivi mesi. La temperatura di dicembre dovrebbe, secondo le ultime proiezioni, allo stesso modo essere sopra alla norma. Il semestre estivo, fra aprile e settembre, ha fatto registrare un nuovo primato di temperature, così come il periodo di 12 mesi (anno meteorologico) compreso fra dicembre 2017 e novembre 2018.
Temperature invernali nella norma, nonostante un gennaio da primato
Su scala nazionale la media delle temperature invernali 2017/2018 è stata simile alla norma 1981-2010, anche se i singoli mesi hanno registrato oscillazioni importanti. Le temperature medie mensili di dicembre 2017 e febbraio 2018 hanno registrato un deficit rispetto alla norma 1981-2010, rispettivamente di 0,6 e 3,0 °C. La temperatura media di gennaio è stata, al contrario, estremamente elevata, con dei primati a livello regionale. Presso la stazione di misurazione di Ginevra la temperatura media di gennaio è stata di 6,0 °C: ciò che è corrisposto ad un nuovo primato (nel precedente gennaio più mite a Ginevra si registrò una temperatura media di 4,5 °C). Anche su scala nazionale la temperatura media di gennaio, di 3,1 °C superiore alla norma 1981 - 2010, è stata da primato.
Abbondanti precipitazioni e nevicate
Le precipitazioni invernali hanno raggiunto il 130 % del valore normale 1981-2010. Questi valori hanno raggiunto addirittura il 200% per il Vallese e in molte regioni dei Grigioni. Il versante sudalpino ha registrato valori del 100 - 150%, localmente anche del 180% del valore normale. Nel gennaio 2018, 95 stazioni di misurazione hanno registrato precipitazioni record per il mese: in 72 di queste stazioni le misurazioni sono svolte da più di 50 anni. In Vallese, quattro stazioni di misurazione con oltre 50 anni di rilevamento hanno registrato, oltre al primato mensile relativo a gennaio, un primato mensile assoluto: Zermatt ha raccolto 257 mm di precipitazioni, Stalden/Ackersand 220 mm, Visp 328 mm e Grimentz 254 mm. In montagna, tra dicembre e gennaio, si sono verificate abbondanti nevicate. Il pericolo di valanghe è stato da forte a molto forte in vaste regioni delle Alpi, specialmente a gennaio. Per più giorni alcune località alpine sono state raggiungibili solo con l’elicottero. Ad Arosa, a 1880 m slm, l’inverno 2017/2018 ha portato complessivamente 5,3 m di neve fresca. Negli ultimi 50 anni questo valore è stato superato una sola volta nell’inverno 2011/2012, con il valore di 5,8 m. Nella stazione di misurazione vallesana di Grächen, a 1600 m slm, l’inverno 2018 ha portato una quantità di neve fresca complessiva superiore ai 2 m, valore tra i più alti mai registrati dall’inizio delle misurazioni 50 anni fa.
Inverno tempestoso
Il versante nordalpino ha vissuto un inverno tempestoso. I mesi di dicembre e gennaio hanno portato, nella stazione di misurazione di Zurigo-Fluntern, un numero di tempeste sensibilmente più elevato rispetto agli anni precedenti. Danni sono stati causati soprattutto dalle tempeste di gennaio, in modo particolare dalla tempesta Burglind del 3 gennaio 2018.
Evidente aumento delle temperature primaverili
Con la primavera 2018, che è stata la quarta più calda dall’inizio delle misurazioni, è continuato l’evidente riscaldamento primaverile che ha caratterizzato gli ultimi due decenni. Le 6 primavere più calde sono state infatti registrate dal 2000 in avanti. Dal 2000 la temperatura media stagionale è stata per dieci volte di almeno un grado superiore alla norma 1981 – 2010; prima ciò era accaduto unicamente due volte. E questo anche se l’inizio della primavera 2018 è stato freddo: a livello nazionale la temperatura media di marzo è stata di 1 °C inferiore alla norma 1981- 2010. A Sud delle Alpi si è registrato, pur con differenze regionali, uno dei mesi di marzo più freddo degli ultimi 30 anni, con una temperatura media mensile di 1 – 2 °C al di sotto della norma. Ad un marzo molto freddo ha però fatto subito seguito il secondo mese di aprile più caldo dall’inizio delle misurazioni sistematiche nel 1864. A livello nazionale la temperatura media mensile ha registrato un eccesso di 3,9 °C rispetto alla norma 1981 – 2010. A livello locale questo valore ha raggiunto i 4 – 5 °C. Il periodo caldo è proseguito anche nel corso di maggio, il quinto più caldo dall’inizio delle misurazioni. La temperatura media mensile è stata di 1,9 °C superiore alla norma 1981 – 2010. In alcune stazioni di misura il mese di maggio è stato addirittura il secondo o il terzo più caldo dall’inizio delle misurazioni sistematiche, avvenuto 155 anni fa.
Caldo estivo estremo sempre più frequente
In Svizzera, per la terza volta in pochi anni, la temperatura media dell’estate è stata chiaramente superiore alla norma. Assieme agli anni 2017, 2015 e 2003 la temperatura media dell’estate 2018, corrispondente a 15,3 °C, si è distanziata in modo netto da tutte le altre registrate dall’inizio delle misure. Fino al 2000 le estati che registravano temperature medie superiori a 14 °C erano considerate estreme, mentre la soglia dei 15 °C non era mai oltrepassata. La tipica estate in Svizzera con una temperatura media attorno ai 12 gradi non appartiene più all’attuale clima della Svizzera. Negli ultimi 30 anni le estati con una temperatura media inferiore ai 13,0 °C sono invece sparite dalle statistiche: un chiaro segnale del cambiamento climatico in atto.
Ondata di caldo di 10 giorni a Nord delle Alpi
Dal 30 luglio, a Nord delle Alpi, un’ondata di caldo ha spinto in modo generalizzato le temperature massime giornaliere oltre i 30,0 °C. Durante questa ondata di caldo la media delle temperature massime giornaliere nelle zone di pianura a Nord delle Alpi è stata di 32,0 – 34,0 °C. In alcune località (es. Basilea, Zurigo e Lucerna) si tratta della terza o la quarta ondata di caldo (della durata di 10 giorni) più intensa dall’inizio delle misure sistematiche.
18 giorni di canicola a Sud delle Alpi
A Sud delle Alpi l’ondata di caldo è durata 18 giorni, con le temperature massime giornaliere che si sono spinte oltre i 30 °C già dal 22 luglio. Presso la stazione di misura di Locarno – Monti, la media delle temperature massime giornaliere in questo periodo è stata di 32,6 °C e corrisponde alla terza ondata di caldo (della durata di 18 giorni) più intensa dal 1935, data di inizio delle misure sistematiche presso questa stazione. Si tratta di un valore comparabile ai 32,8 °C registrati nel 2003 e leggermente inferiore ai 33,1 °C rilevati nel 2015.
Siccità persistente
Dopo un mese di aprile e un mese di maggio particolarmente asciutti anche l’estate 2018 ha registrato una scarsità di precipitazioni. In Svizzera, tra il mese di aprile e quello di agosto, è piovuto unicamente il 71% della norma 1981 – 2010. L’ultima volta che fu registrata un estate così asciutta fu negli anni 2015, 1983 e 1984. Nel mese di giugno, in alcune regioni, è piovuto solo il 20 – 40 % della norma 1981 – 2010. A seconda della località, nelle regioni centrali e orientali delle Alpi, si è registrato il mese di giugno più asciutto dall’inizio delle misure sistematiche nel 1864. Anche il mese di luglio è stato estremamente asciutto per alcune regioni della Svizzera: valori corrispondenti al 20 – 30% della norma 1981 – 2010 sono stati registrati in alcune località nelle regioni orientali dell’Altopiano e sulla parte orientale del versante nordalpino.
Soleggiamento estivo da record
Tutti e tre i mesi estivi sono stati caratterizzati da un soleggiamento importante. A Ginevra le 908 ore di sole registrate nell’estate 2018 corrispondono all’estate più soleggiata dal 1897, data di inizio delle misure sistematiche in questa località. Presso questa stazione un valore simile fu registrato per l’ultima volta nel 2003, con poco meno di 900 ore di sole. A Basilea Ginevra le 835 ore di sole registrate nell’estate 2018 corrispondono all’estate più soleggiata dall’inizio delle misure sistematiche, nel 1886, e superano di una sola ora il valore raggiunto nel 2003 (834 ore di sole).
Semestre estivo più caldo di sempre
Tutte le temperature medie mensili registrate tra aprile a settembre 2018 hanno raggiunto, a seconda dei mesi, fra il secondo e il settimo valore più elevato della statistica, portando al semestre estivo più caldo dall’inizio delle misure sistematiche. La temperatura del semestre estivo 2018 è stata di 2,4 °C superiore alla norma 1981 – 2010, ed ha superato di 0,2 °C la temperatura media registrata nel semestre estivo del 2003, anno passato agli archivi per la sua leggendaria estate canicolare.
Autunno con temperature da primato a Sud delle Alpi
In Svizzera la temperatura media dell’autunno 2018 (7,8 °C, 1,8 °C superiore alla norma 1981 – 2010) è stata la terza più elevata dall’inizio delle misure. Quattro degli autunni più caldi sono stati registrati negli ultimi 15 anni. Temperature medie superiori si ebbero unicamente nel 2014 (8,1 °C) e nel 2006 (8,7 °C). In alcune regioni a Sud delle Alpi è stato l’autunno più caldo dall’inizio delle misure sistematiche. Presso la stazione di Lugano e quella di Locarno – Monti la temperatura media dell’autunno è stata di 2,2 °C superiore alla norma 1981 – 2010. Il primato precedente apparteneva al 2006: a Lugano si registrò una temperatura media autunnale di 1,8 °C superiore alla norma, a Locarno – Monti lo scarto positivo fu invece di 1,9 °C.
Scarsità di precipitazioni secolare nella Svizzera orientale
Nella Svizzera orientale la scarsità di precipitazioni registrata tra la primavera e l’autunno 2018 ha raggiunto le dimensioni di un evento secolare. Negli 8 mesi che da aprile portano fino a novembre è piovuto unicamente il 59 % della norma 1981 – 2010 e mancano le precipitazioni corrispondenti a più di 3 mesi estivi. Ciò corrisponde al deficit idrico tra aprile e novembre più importante mai registrato dall’inizio delle misure sistematiche, nel 1864. In tutti gli altri anni caratterizzati pure da scarsa piovosità, tra aprile e novembre, era comunque sempre piovuto almeno il 64 % della norma 1981 – 2010.
Su tutto il Paese, tra aprile e novembre è piovuto il 69 % della norma 1981 – 2010, ciò che corrisponde al terzo valore più basso mai registrato dall’inizio delle misure sistematiche. Un valore simile (68 % della norma 1981 - 2010) si registrò tra il mese di aprile e quello di novembre del 1921. Nei mesi di aprile fino a novembre del 1962 piovve invece unicamente il 60% della norma 1981 – 2010.
Pioggia e neve
A fine ottobre a Sud delle Alpi sono caduti in tre giorni da 200 a 300 mm di precipitazione, localmente fino a più di 400 mm. Anche nel vicino Cantone dei Grigioni i più di 200 mm caduti costituiscono un quantitativo importante. Buona parte di queste precipitazioni è caduta in montagna sotto forma di neve. I 72 cm di neve caduti in 24 ore ad Arosa stabiliscono un nuovo primato per il mese di ottobre. Sul versante sudalpino le precipitazioni continuarono abbondanti anche nei primi giorni di novembre, portando il 6 novembre il Verbano a uscire dagli argini. Le citate precipitazioni hanno portato al Sud delle Alpi a quantitativi mensili per ottobre e novembre superiori alle medie di riferimento (vale a dire al periodo 1981 – 2010), mentre sul versante nordalpino è continuato il periodo con scarsità di precipitazioni. Solo in dicembre a Nord delle Alpi si sono di nuovo registrate precipitazioni superiori alle medie pluriennali. Che in montagna sono cadute sotto forma di neve. Attorno al periodo natalizio nelle Alpi lo spessore del manto nevoso è sostanzialmente nella norma o appena al di sora (su informazione dell’Istituto per lo studio della neve e delle valanghe, SLF Davos).
Bilancio annuale
Nella maggior parte delle regioni della Svizzera, la temperatura media annuale è stata di 1,5 – 2,0 °C superiore alla norma 1981 – 2010; a Sud delle Alpi e in Engadina lo scarto positivo registrato è stato invece di 1,0 - 1,5 °C. La temperatura annuale media su tutto il Paese è stata di 1,5 °C superiore alla norma 1981 – 2010, ciò che corrisponde al nuovo primato dall’inizio delle misure sistematiche nel 1864. Nella Svizzera orientale, nel 2018, è piovuto unicamente l’80 % della norma 1981 – 2010, mentre nella Svizzera centrale e in quella occidentale il 90 %. A Sud delle Alpi e in Engadina i quantitativi di precipitazione corrispondono al 90 – 100 % del valore normale, mentre in Vallese è piovuto leggermente di più rispetto alla norma 1981 – 2010 : il 105 – 110 %. A Nord delle Alpi il soleggiamento è stato del 110 - 125% della norma 1981-2010, mentre nelle Alpi e a Sud delle stesse, le ore di sole registrate corrispondono al 90 - 110%. In alcune regioni a Nord delle Alpi, il 2018 è stato uno dei dieci anni più soleggiati dall'inizio della misure sistematiche.
Quello che ci riserva il futuro, sta nelle nostre mani
Secondo gli ultimi scenari climatici CH2018, il riscaldamento degli ultimi decenni continuerà anche in futuro. Estati più calde e secche sono tra i principali cambiamenti che hanno caratterizzato il clima in Svizzera a metà del secolo, senza una maggiore protezione globale del clima. La temperatura media dell'aria vicino al suolo aumenterà da 2,5 a 4,5 gradi nei mesi estivi da giugno ad agosto rispetto ad oggi. Le temperature massime aumenteranno notevolmente più delle temperature medie. Nei giorni più caldi dell'estate sarà da 2 a 5,5 gradi più caldo rispetto a oggi. Anche le ondate di caldo stanno diventando sempre più frequenti ed estreme. Tuttavia, una protezione coerente del clima potrebbe prevenire circa la metà dei possibili cambiamenti climatici in Svizzera entro la metà del XXI secolo e fino a due terzi entro la fine del secolo. Ciò deriva da un ulteriore scenario in cui le emissioni di gas ad effetto serra sono ridotte grazie ad efficaci misure di protezione del clima che limiterebbero l’aumento della temperatura globale a 2 gradi rispetto allo stato pre-industriale. È dunque chiaro che la protezione del clima ha un importante impatto e che un'azione coerente paga.
(fonte: Meteosvizzera)
Commenti
Posta un commento