Il 2018 in Svizzera I — Caldo e siccità nel semestre estivo
Il semestre estivo 2018 è stato in Svizzera eccezionalmente caldo e asciutto. MeteoSvizzera ha pubblicato un rapporto che illustra quanto avvenuto da un punto di vista climatologico. Ne riporto una sintesi tradotta.
Il semestre estivo 2018 (da aprile a settembre) è risultato essere in ampie zone dell’Europa centrale e settentrionale molto caldo, ricco di sole e in svariate regioni anche eccezionalmente asciutto. Ciò a seguito del persistente influsso anticiclonico che ha dominato la situazione sinottica di questo periodo.
In Svizzera con una temperatura media di 12,8 °C si è registrato il semestre estivo più caldo da quando sono iniziate le misure sistematiche, vale a dire dal 1864. Superando in questo modo, anche se di pochi decimi di grado, anche il 2003, anno della famigerata estate più calda che si ricordi a memoria d’uomo. Con precipitazioni che localmente hanno raggiunto il 60% dei valori normali, anche nel nostro Paese la siccità ha colpito duramente.
Temperature superiori alle medie, ondate di caldo, isole di calore urbano
Alle già elevate temperature registrate fra aprile e luglio, ha fatto seguito fra fine luglio e inizio agosto un’intensa ondata di caldo, inusuale in particolare per la sua durata. MeteoSvizzera ha emesso in questo periodo diverse allerte canicola, fino al livello 4. Per 18 giorni le temperature sul versante sudalpino hanno superato la soglia dei 30 gradi, mentre sul versante nordalpino ciò è avvenuto per 10 giorni.
Non solo durante il giorno faceva caldo, bensì anche di notte: le notti tropicali sono state numerose, in particolare nelle aree urbane. A Lugano sono state registrate 14 notti tropicali, mentre a Locarno 18. Una notte tropicale è una notte in cui la temperatura non scende sotto i 20 °C. Nelle aree urbane la presenza di molto cemento e asfalto, e di svariate fonti di energia termica (come ad esempio gli scarichi degli apparecchi di climatizzazione, che tolgono sì l’aria calda dai locali, ma la rilasciano poi all’esterno) porta a temperature generalmente più elevate rispetto alle zone periferiche o agricole circostanti.
Scarsità di precipitazioni e siccità
Oltre alle elevate temperature, il semestre estivo 2018 è stato caratterizzato da una marcata scarsità di precipitazioni.
Nella Svizzera orientale è caduto solo circa il 60% delle precipitazioni che dovrebbero cadere secondo la norma calcolata sul periodo 1981 - 2010. L’assenza delle precipitazioni, combinata con le elevate temperature, ha portato allo sviluppo di una significativa siccità.
Gli indicatori di siccità, che considerano anche l’effetto dell’evaporazione, mostrano come il semestre estivo 2018 sia stato uno dei semestri più siccitosi dall’inizio delle misurazioni. In alcune regioni addirittura più siccitoso rispetto agli anni 2003 e 2015. L’analisi spaziale effettuata tramite dati satellitari mostra come soprattutto sull’Altopiano e sulla parte settentrionale del Giura il terreno sia diventato particolarmente secco, con un importante impatto sullo sviluppo della vegetazione.
Sviluppo della vegetazione
A seguito della persistente siccità già durante l’estate 2018 le foglie di diverse specie di piante hanno iniziato ad assumere le tipiche colorazioni autunnali. In alcuni casi già nel corso del mese di luglio. L’anomalo sviluppo della vegetazione durante l’estate del 2018 è messo in evidenza anche dalla maturazione precoce (da 13 a 20 giorni rispetto alla norma 1981 - 2010) di molte piante da frutto osservate presso le stazioni fenologiche di MeteoSvizzera.
In futuro ondate di caldo più frequenti e intense
Sulla base degli scenari climatici CH2018 di recente pubblicati, in futuro in Svizzera è da attendersi ondate di caldo più intense e più frequenti, con relativi periodi di siccità. Ad esempio oggigiorno ondate di caldo simili a quella vissuta nell’estate 2018 si verificano ogni 5 - 10 anni. In futuro esse andranno ad aumentare.
Ad esempio un’ondata di caldo di 10 giorni a Ginevra o Lugano verso metà del XXI secolo si verificherà ogni anno (nell’ipotesi di una riduzione parziale delle emissioni di gas ad effetto serra). Dobbiamo dunque prepararci ad affrontare in futuro situazioni estive che andranno a incidere sulla salute della popolazione.
Vista autunnale in piena estate. Foresta dai colori già prettamente autunnali nei dintorni del lago di Zurigo il 25 luglio 2018. (Foto S. Bader) |
Il semestre estivo 2018 (da aprile a settembre) è risultato essere in ampie zone dell’Europa centrale e settentrionale molto caldo, ricco di sole e in svariate regioni anche eccezionalmente asciutto. Ciò a seguito del persistente influsso anticiclonico che ha dominato la situazione sinottica di questo periodo.
In Svizzera con una temperatura media di 12,8 °C si è registrato il semestre estivo più caldo da quando sono iniziate le misure sistematiche, vale a dire dal 1864. Superando in questo modo, anche se di pochi decimi di grado, anche il 2003, anno della famigerata estate più calda che si ricordi a memoria d’uomo. Con precipitazioni che localmente hanno raggiunto il 60% dei valori normali, anche nel nostro Paese la siccità ha colpito duramente.
Temperature superiori alle medie, ondate di caldo, isole di calore urbano
Alle già elevate temperature registrate fra aprile e luglio, ha fatto seguito fra fine luglio e inizio agosto un’intensa ondata di caldo, inusuale in particolare per la sua durata. MeteoSvizzera ha emesso in questo periodo diverse allerte canicola, fino al livello 4. Per 18 giorni le temperature sul versante sudalpino hanno superato la soglia dei 30 gradi, mentre sul versante nordalpino ciò è avvenuto per 10 giorni.
Ondate di calore particolarmente importanti in Europa dal 1950, confrontati in base alla loro durata (giorni, asse delle x), intensità (deviazione dei massimi di temperatura dalla norma 1961-1990, ºC, asse delle y) e all'area interessata (dimensione del cerchio). È inoltre indicato il rango (intensità cumulata), nonché la data di inizio e di fine e il periodo di occorrenza: 1950-2000 (arancione), dal 2000 (rosso), 2018 (verde). Fonte: Regional Climate Centre on Climate Monitoring |
Non solo durante il giorno faceva caldo, bensì anche di notte: le notti tropicali sono state numerose, in particolare nelle aree urbane. A Lugano sono state registrate 14 notti tropicali, mentre a Locarno 18. Una notte tropicale è una notte in cui la temperatura non scende sotto i 20 °C. Nelle aree urbane la presenza di molto cemento e asfalto, e di svariate fonti di energia termica (come ad esempio gli scarichi degli apparecchi di climatizzazione, che tolgono sì l’aria calda dai locali, ma la rilasciano poi all’esterno) porta a temperature generalmente più elevate rispetto alle zone periferiche o agricole circostanti.
Scarsità di precipitazioni e siccità
Oltre alle elevate temperature, il semestre estivo 2018 è stato caratterizzato da una marcata scarsità di precipitazioni.
Distribuzione spaziale dell’anomalia (in %) delle precipitazioni fra aprile e settembre 2018, rispetto alla norma 1981 - 2010. |
Distribuzione spaziale dell’anomalia (in %) delle precipitazioni mensili, fra aprile e settembre 2018, rispetto alla norma 1981 - 2010. |
Nella Svizzera orientale è caduto solo circa il 60% delle precipitazioni che dovrebbero cadere secondo la norma calcolata sul periodo 1981 - 2010. L’assenza delle precipitazioni, combinata con le elevate temperature, ha portato allo sviluppo di una significativa siccità.
Gli indicatori di siccità, che considerano anche l’effetto dell’evaporazione, mostrano come il semestre estivo 2018 sia stato uno dei semestri più siccitosi dall’inizio delle misurazioni. In alcune regioni addirittura più siccitoso rispetto agli anni 2003 e 2015. L’analisi spaziale effettuata tramite dati satellitari mostra come soprattutto sull’Altopiano e sulla parte settentrionale del Giura il terreno sia diventato particolarmente secco, con un importante impatto sullo sviluppo della vegetazione.
Andamento dell'evaporazione potenziale [in mm] per il semestre estivo (da aprile a settembre) dal 1864 per
una media di 4 stazioni della Svizzera nordalpina (Basilea / Binningen, Berna / Zollikofen, Ginevra / Cointrin e Zurigo / Fluntern). Va notato che il valore di evaporazione potenziale utilizzato nell'indice standardizzato in uso da inizio serie è quello proposto da Thornthwaite (in nero nel grafico) che prende in considerazione la sola temperatura. Un confronto con l'indice di riferimento FAO-56 dell'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) delle Nazioni Unite (in rosso nel grafico), che ingloba ulteriori grandezze quali la radiazione e il vento, mostra un discreto accordo sui valori per gli anni dal 1981 al 2018. Evidente l'aumento dell'evaporazione potenziale degli ultimi decenni in corrispondenza con l'aumento delle temperature del semestre estivo. |
Sviluppo della vegetazione
A seguito della persistente siccità già durante l’estate 2018 le foglie di diverse specie di piante hanno iniziato ad assumere le tipiche colorazioni autunnali. In alcuni casi già nel corso del mese di luglio. L’anomalo sviluppo della vegetazione durante l’estate del 2018 è messo in evidenza anche dalla maturazione precoce (da 13 a 20 giorni rispetto alla norma 1981 - 2010) di molte piante da frutto osservate presso le stazioni fenologiche di MeteoSvizzera.
In futuro ondate di caldo più frequenti e intense
Sulla base degli scenari climatici CH2018 di recente pubblicati, in futuro in Svizzera è da attendersi ondate di caldo più intense e più frequenti, con relativi periodi di siccità. Ad esempio oggigiorno ondate di caldo simili a quella vissuta nell’estate 2018 si verificano ogni 5 - 10 anni. In futuro esse andranno ad aumentare.
Ad esempio un’ondata di caldo di 10 giorni a Ginevra o Lugano verso metà del XXI secolo si verificherà ogni anno (nell’ipotesi di una riduzione parziale delle emissioni di gas ad effetto serra). Dobbiamo dunque prepararci ad affrontare in futuro situazioni estive che andranno a incidere sulla salute della popolazione.
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