Il clima e l’ansia da global warming
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Guest post di Raffaele Scolari
A che serve suscitare ansia per i cambiamenti climatici? Non sarebbe più opportuno concentrarsi sulle soluzioni percorribili? È quanto si è chiesta o meglio quanto ha fatto osservare una giovane ragazza nel corso della serata televisiva «+3 gradi», trasmessa lo scorso 29 novembre dalla RSI e a cui ho partecipato. Non avendo avuto modo di risponderle durante la trasmissione, anche perché generalmente i tempi televisivi non concedono spazio sufficiente per risposte articolate, voglio provare ora non solo a inquadrare la questione dell’ansia da global warming, ma anche a comprendere il senso di quel suo intervento.
I cambiamenti climatici sono un’emergenza planetaria oggi ampiamente riconosciuta. Il termine stesso di clima (dal greco klima = inclinato, a significare l’inclinazione dei raggi solari rispetto alla superficie della Terra) riguarda la realtà di tutto il pianeta, ha per così dire una valenza globale. Se cambia il clima è come se cambiasse tutto. Ecco una prima, generica ragione dell’ansia che non possiamo non provare al pensiero di possibili, rapidi (ma non sappiamo quanto) sconvolgimenti nella geosfera e nella biosfera. Se guardiamo più attentamente, quell’ansia è data dalla più o meno chiara consapevolezza che i tempi profondi della Terra ci hanno raggiunti e si sono velocizzati. Riguardo all’obiezione secondo cui il nostro pianeta da sempre conosce mutamenti importanti, vi sono almeno due osservazioni da fare. Primo, da che l’uomo ha scoperto e dimostrato, nella seconda metà dell’Ottocento, l’esistenza della storia lunga della Terra, non si è mai pensato realmente, se non nelle opere di science fiction, che il lento mutare della realtà geologica e biologica potesse, in tempi storici, interferire con la traiettoria dello sviluppo della civiltà e del progresso tecnico-scientifico. Secondo, la rapidità con cui i mutamenti hanno luogo, sommata a tutta una serie di dati osservabili, non lascia dubbi circa l’origine antropica delle cause degli stessi.
Non è un caso se fra gli effetti del mutamento climatico che più ci colpiscono ci sia il progressivo ritiro dei ghiacciai. Per tutto il XIX secolo, e anche oltre, essi hanno rappresentato la muta e incontenibile potenza della natura. I filosofi ne hanno parlato come di uno dei luoghi del Sublime, ossia di quel sentimento che ci pone in contatto con l’incommensurabile e ci fa sentire fragili e caduchi, ma che nello stesso tempo ci rende partecipi di una dimensione superiore, spirituale, eterna, divina. Per l’appunto sublime. Oggi che sappiamo che la loro prossima scomparsa è dovuta ai nostri modi di usare il mondo, quella sublimazione o riconversione spirituale non è più possibile, da cui consegue il sentimento d’ansia che proviamo. La psicopatologia descrive il disturbo d’ansia come una sensazione d’intensa preoccupazione o paura, associata a una mancata risposta di adattamento in una determinata situazione. Il trattamento farmacologico di tali disturbi è oggi pratica diffusissima, e d’altra parte la nostra può ben dirsi l’epoca degli ansiolitici. Senza indulgere in considerazioni anodine a tale riguardo, va osservato che la risposta alla crisi ambientale non può essere l’ansiolisi. Anche a prescindere dai cambiamenti climatici, le condizioni della biosfera e in generale del pianeta debbono destare la massima preoccupazione. L’ansia non va né attenuata né rimossa, bensì dev’essere accettata, vissuta fino in fondo e compresa.
Essa è la prima risposta ai pericoli potenzialmente mortali che stiamo correndo. Un luogo comune vuole che l’ansia paralizzi; una più attenta osservazione ci mostra però che non è l’ansia stessa a renderci incapaci di agire, bensì lo sforzo di negarla, le manovre diversive poste in atto per non vedere ciò che effettivamente ci sta accadendo.
L’ansia per le catastrofi in corso e per quelle possibili prossime venture può e deve essere il movente e il motore per il cambiamento, il quale non può certo limitarsi all’adozione individuale di comportamenti virtuosi, ma molto più deve tradursi in azione collettiva, in riappropriazione dello spazio politico da parte di quell’araba fenice chiamata «società civile». Così come si presenta oggi, il sistema della politica non è in grado di attuare quel cambiamento radicale di rotta che la dimensione e l’urgenza della crisi ambientale richiederebbero: lo Stato ha cessato di essere e incarnare un’idea e si limita al governo dei mezzi e delle risorse. I partiti sono divenuti mere macchine elettorali oppure sono stati sopravanzati da quei movimenti dell’anti-politica (detti populisti) che scuotono fino alle fondamenta gli assetti istituzionali. Gli ideali di giustizia, libertà e progresso appaiono sempre più come fossili di un’epoca gloriosa, ma definitivamente passata. Agli inizi del Novecento il filosofo e sociologo Georg Simmel aveva mostrato come le società della tarda modernità fossero caratterizzate da un incontrastato dominio dei mezzi sui fini.
Ora, è difficile immaginare come la gravità dei problemi cui si trova confrontato l’uomo del XXI secolo possano essere affrontati in assenza di fini e obiettivi, ossia di un’idea di società e di umanità. E questo perché la situazione in cui siamo è la conseguenza proprio di detto dominio, dell’uso del mondo nei modi dell’appropriazione, della riduzione della natura a risorsa, a mero mezzo. In conclusione, l’ansia che può indurre al cambiamento è politica. Ne sono direttamente o indirettamente dimostrazione le campagne milionarie promosse contro le politiche di riduzione delle emissioni di CO2, contro gli assertori dell’origine antropica dei cambiamenti climatici (a tale riguardo si legga su «Die Zeit», Der Krieg gegen die Wahrheit, 7.12.2017) e contro l’IPCC, l’organizzazione intergovernativa fortemente voluta, si noti bene, dal governo conservatore di Ronald Reagan. Era l’anno 1988, e nel frattempo il clima, in termini sia politici sia climatologici, è ulteriormente mutato.
@scolari
RispondiElimina"I cambiamenti climatici sono un’emergenza planetaria oggi ampiamente riconosciuta. "
Neanche per idea.
Riconosciuti sono il problema della sovrapopolazione, della fame nel mondo, dell'accesso all'energia elettrica per tutti, i problemi sanitari nei paesi in via di sviluppo, e cosi' via... scolarita' universale, liberazione della donna... diritti politici... porre fine alle guerre, odi razziali, religiosi... questi sono i veri problemi dell'umanita'.
I cambiamenti climatici "antropici" sono un problema inventato di sana pianta... la cui esistenza poggia esclusivamente sull'estrapolazione di modelli numerici al computer (i famosi "modellini farlocchi") che tentano, con pochissimo successo, di simulare il passato ed il presente, per predire il futuro. Non riuscendo a fare le prime due cose, riusciranno a fare ancor peggio la terza... e' inevitabile... e dicono questo persino gli addetti ai lavori che tali modelli li creano.
Un esempio di questi giorni "on topic" con questo suo articolo (senno' il padrone di casa mi dice che vado OT): nessuno dei maghi dei modelli (Schmidt, Knutti, Mann... etc...) ha previsto l'arrivo al polo di questo polar vortex splittato che ha creato temperature piu' alte nel nord della Groenlandia rispetto a Napoli, nel sud Italia... a fine febbraio.
In particolare il finto problema CAGW altro non e' che l'ennesimo tentativo di cambiare il mondo sulla base di posizioni ideologiche, che come tali mal si adattano alle leggi della fisica, che ne sono indipendenti. Marxismo, liberismo estremo... hanno tentato nel passato di fare quello che si vuol fare con il programma "meno CO2 per tutti", ... slogan diversi ma tentativo di stabilire un nuovo ordine mondiale dello stesso tipo... arrivare ad un mondo ideale (ovviamente le altre due ideologie non volevano la stessa cosa.... ca va sans dire).
Notare, per quelli che amano capire male, che io NON sto dicendo che l'IPCC sia la spectre dei film di 007, ma semplicemente che le vere motivazioni per far paura alla gente con un po' piu' di CO2 sono evidenti... ridistribuire le ricchezze del pianeta... dove non arrivo' Das Kapital Marx o i Chicago Boys forse ci arrivera' l'hockey stick di Mann.
My two cents.
Mi inserisco solo fugacemente nella auspicabile discussione (vediamo se Scolari risponde) per una sacrosanta puntualizzazione.
Elimina"nessuno dei maghi dei modelli (Schmidt, Knutti, Mann... etc...) ha previsto l'arrivo al polo di questo polar vortex splittato che ha creato temperature piu' alte nel nord della Groenlandia rispetto a Napoli, nel sud Italia... a fine febbraio."
Tu confondi scientemente clima (e proiezioni climatiche) con meteo (e previsioni meteorologiche). Le previsioni degli eventi di riscaldamento stratosferico improvviso (un fenomeno stocastico ricorrente e puramente intrinseco alla variabilità interannuale) sono di routine. E quando il vortice polare splitta, aumentano gli scambi meridiani di masse d'aria con riduzione dei gradienti termici latitudinali (a seconda delle zone colpite dagli effetti). Roba che si studia dai tempi di Richard Scherhag (quasi 70 anni fa) e della sua brillante allieva Karin Labitzke alla Freie Unversität di Berlino. Aggiornati, pf, se vuoi fare bella figura qui.
https://de.wikipedia.org/wiki/Richard_Scherhag
http://www.irc-iamas.org/resources/index.php?id=39
Per cui: questo è un ennesimo tuo argomento fantoccio (nonché farlocco). E tutt'altro che "on topic" con l'articolo.
"Per cui: questo è un ennesimo tuo argomento fantoccio (nonché farlocco). E tutt'altro che "on topic" con l'articolo."
EliminaOK!... grazie della dritta, steph... e' sempre un piacere imparare cose nuove da uno esperto del settore come te.
Si tratta, quindi, di fenomeno causato dalla variabilita' interannuale, gia' conosciuto e spiegato da decenni.
Mi chiedo pero', e TI chiedo, come mai allora TUTTI i siti climatocatastrofisti, climalterati incluso, e TU incluso in questa discussione li'...
http://www.climalteranti.it/2018/02/22/arrivera-del-freddo-dinverno-succede-mentre-il-riscaldamento-globale-continua/
... avete parlato in termini iperbolici dell'evento meteorologico eccezionale, la temperatura di 6 C a Cap Morris Jesup?
Questo qui e' un altro utente "steph"?...
http://www.climalteranti.it/2018/02/22/arrivera-del-freddo-dinverno-succede-mentre-il-riscaldamento-globale-continua/#comment-587837
..., che linka un articolo delle cheerleaders CAGW del Guardian che dice cose come questa (maiuscole mie per enfasi):
"An alarming heatwave in the sunless winter Arctic is causing blizzards in Europe and forcing scientists to reconsider even their most pessimistic forecasts of CLIMATE CHANGE."
Quindi, riassumendo utente "steph" no.1: sbaglio io quando dico la stessa cosa che dice il Guardian... che i climatologi mainstream (97,1% and going, come sappiamo) pensano che sulla base di questo evento METEO gia' accaduto prima... (dixit tu a ruota di Richard Scherhag e allieva) o hai ragione tu quando mi dai dell'incompetente che non sa nulla e quindi dai dell'incompetente all'utente "steph" no.2?
E' l'utente "steph" no.2 che parla? O tu? Non si capisce piu' nulla.
Ventriloquismo anyone?
Poi, rinfacci a me di non conoscere il prof e l'allieva di 70 anni fa e le loro scoperte... ammetto che non li conoscevo prima di adesso... pero'... sul Guardian dicono anche che...
"Some scientists speak of a hypothesis known as “warm Arctic, cold continents” as the polar vortex becomes less stable - sucking in more warm air and expelling more cold fronts, such as those currently being experienced in the UK and northern Europe. Rohde notes that this theory remains controversial and is not evident in all climate models, but this year’s temperature patterns have been consistent with that forecast."
... quindi ci sono climatologi (che immagino conoscano il prof e l'allieva e i loro risultati/scoperte) che nonostante tutto hanno creato l'ennesimo modellino (farlocco, what else?) che dovrebbe spiegare questo episodio sulla base del cambiamento climatico.
La vedi l'inconsistenza logica del tuo/vostro argomentare, steph?... mi sa che non vedresti neanche l'Everest in Olanda. :-) ... scherzo, ovviamente.
Ciao.
"La vedi l'inconsistenza logica del tuo/vostro argomentare, steph?."
EliminaPer nulla. Il problema è che sentenzi senza sapere come stanno le cose. Eppure, con un piccolo sforzo in più...
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"Si tratta, quindi, di fenomeno causato dalla variabilita' interannuale, gia' conosciuto e spiegato da decenni."
Certo. E parlavo del fenomeno dei "Sudden Stratospheric Warming" invernali. Ti eri accorto che ne parlavo nell'ultimo post "Altalena termica" (come aggiunta mia) o lo hai artatamente ignorato, come suppongo?
Copio e incollo un passaggio: «Quest'anno le condizioni favorevoli sono state indotte da un evento di riscaldamento stratosferico improvviso (SSW) di tipo maggiore (MMW, vedi anche qui) avvenuto verso metà mese che ha praticamente "splittato" il vortice polare in due lobi...»
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"come mai allora TUTTI i siti climatocatastrofisti, climalterati incluso, e TU incluso in questa discussione li'...avete parlato in termini iperbolici dell'evento meteorologico eccezionale, la temperatura di 6 C a Cap Morris Jesup?"
Rileggere il post summenzionato, pf. Anche gli "a scanso di equivoci".
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"Questo qui e' un altro utente "steph" che linka un articolo delle cheerleaders CAGW del Guardian che dice cose come questa (maiuscole mie per enfasi)?."
L'articolo l'ho linkato perché contiene diverse interviste e opinioni di esperti a riguardo. Se linko un articolo di giornale come suggerimento, non significa che sia d'accordo con ogni riga e ogni punto. Cavilli, come al solito.
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"Quindi, riassumendo...etc etc etc..."
Non sense.
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"pero'... sul Guardian dicono anche che.."
Appunto. Dicono anche che. Come dicevo sopra, ci sono diversi punti di vista a riguardo. E in questo caso: "Some scientists speak of a hypothesis known as “warm Arctic, cold continents” "
Ipotesi che non ha nulla a vedere con gli stratwarming, peraltro. Ne ho parlato a iosa anni fa, quando l'ipotesi cominciava a emergere (leggiti per es. i lavori di Jim Overland o di Judah Cohen, che adesso sui due piedi non riesco a rintracciare i miei post). Ma parlavo anche delle forti criticità di questa ipotesi in post più recenti. È uno dei temi che seguo di più e che trovo più affascinanti (la connessione fra variabilità interna e forzature esterne, qualunque esse siano). Ho discusso piuttosto a lungo anche la variante del rallentamento delle creste d''onda di Rossby come possibile conseguenza dell'amplificazione termica dell'Artico con una delle autrici di questa variante (Jennifer Francis). Una panoramica molto molto sintetica la trovi in questo mio recente commento sul blog che più odi:
http://www.climalteranti.it/2018/02/22/arrivera-del-freddo-dinverno-succede-mentre-il-riscaldamento-globale-continua/#comment-587815
Und so weiter.
@steph
Elimina"Una panoramica molto molto sintetica la trovi in questo mio recente commento sul blog che più odi: "
Ti ringrazio del link al tuo commento, che ovviamente leggero'.
Quanto al blog... vedi le cose alla rovescia, come spesso ti capita, steph!... e' il blog che odia me... io lo amo, scherzi?
Sono loro che bannano me, non io loro.
Riesci a esser serio una volta quando mi rispondi?
Grazie ancora e alla prossima.
Si scherzava, dai...
Elimina"Non è un caso se fra gli effetti del mutamento climatico che più ci colpiscono ci sia il progressivo ritiro dei ghiacciai. Per tutto il XIX secolo, e anche oltre, essi hanno rappresentato la muta e incontenibile potenza della natura."
RispondiEliminaFig.3, di questo articolo peer-reviewed...
https://www.clim-past.net/11/1587/2015/cp-11-1587-2015.pdf
... dove si vede che l'estensione dei ghiacciai (scala sulla destra) ha oscillato ed e' stata inferiore a quella di oggi, anche di molto... al punto che dicono...
"The yellow shaded region on the PC1 plot shows where we
have interpreted little to no glacier ice in the catchment during the Holocene Thermal Maximum (HTM)."
.... strano... perche' secondo il paradigma CAGW il cattivo uomo bianco che sfruttava i combustibili fossili indiscriminatamente non c'era fra 8000 e 1200 anni fa...
Negazionisti pure i ghiacciai.
Non penso che Scolari ti risponderà nel merito. Quello che posso aggiungere io, è che sto preparando un post che va proprio nella direzione della tua argomentazione (peraltro, in questo caso, ancora una volta poco pertinente, visto che Scolari parlava di ghiacciai alpini del XIX secolo). Vale a dire, il solito mantra negazionista (non sto dicendo che tu lo sia, ma lo usi abbondantemente) che recita: "siccome il clima è sempre cambiato, allora il cambiamento attuale non può che essere naturale, come lo è sempre stato". Ragionamento fallace sia dal punto di vista logico che sostanziale.
EliminaTo be continued...
Anch'io sono SICURO che Scolari non mi rispondera'. Non ho argomentato di filosofia, e sui temi tecnici mi sa che e' preparato meno di me... figurati quindi. Ha glissato di rispondermi anche su Climalterati, poco tempo fa.
EliminaChe siano ghiacciai alpini o altri poco cambia. Anche per i ghiacciai alpini si possono dimostrare.... sulla base di DATI, FOTO, e altro, che hanno cominciato ritirarsi gia' quando le emissioni antropiche della velenosissima CO2 erano una frazione infinitesima di quelle degli ultimi 60 anni. Risparmiami la dipendenza logaritmica dal raddoppio della concentrazione nCO2, che fa si che l'aumento iniziale di nCO2 abbia un peso maggiore rispetto ad adesso... traballa lo stesso.
Il black carbon, la riduzione dell'albedo in generale, hanno un effetto maggiore.
Quanto al mantra negazionista (ti ringrazio di non mettermi nel gruppo)... io non adotto alcun mantra... sono solo "data driven" e non "model driven"... o, meglio... posso diventare "model driven" una volta che i modelli simulano i dati come si deve (deformazione professionale)... cosa che non fanno neanche da lontano.... si cade sempre li, lo so... e mi DEVO ripetere solo perche' e' il punto centrale di tutto il meme CAGW: la presupposta bonta' dei modelli.
@scolari:
Eliminadimenticavo questo appunto... che non e' "tecnico"... quindi magari mi risponde o si spiega meglio? Grazie.
"... e contro l’IPCC, l’organizzazione intergovernativa fortemente voluta, si noti bene, dal governo conservatore di Ronald Reagan. Era l’anno 1988, e nel frattempo il clima, in termini sia politici sia climatologici, è ulteriormente mutato."
... che suggerisce che perfino il perfido conservatore Reagan fosse favorevole all'IPCC (e quindi implicitamente alle sue conclusioni CAGW)... mentre una disamina degli eventi storici mostra come l'amministrazione Reagan spinse per la creazione dell'IPCC in funzione "anti-ambientalista" (controllo emissioni)... dato che era in corso un accordo fra WMO e altra agenzia delle Nazioni Unite per la creazione dell'IPCC stessa. Reagan agi' in modo da sottrarre il controllo della nuova organizzazione a quei "comunisti" delle Nazioni Unite. Tutto li. Calcolo politico in "sana" visione da guerra fredda e mercato deregolato.
Saluti
La risposta di Solari alla domanda ancorché ingenua della ragazza a mio avviso è insoddisfacente. Al di là delle considerazioni fuori dal merito riguardo allo Stato o a concetti troppo filosofici sulla modernità il punto più debole secondo me è il seguente:
RispondiEliminaScolari non parla del maggiore ostacolo ad un' azione concreta che possa limitare concretamente i danni futuri del GW in corso da decenni. Ossia il fatto colossale che di fronte ad un problema che riguarda l' intero pianeta e quindi l' intera umanità, questa non è organizzata in maniera globale ma spezzettata in circa duecento Stati in concorrenza (quando non in guerra) tra di loro e senza alcuna organizzazione minimamente adeguata a livello strutturale a darsi obiettivi globali ed agire di conseguenza in maniera coordinata.
robertok06
Elimina"Che siano ghiacciai alpini o altri poco cambia"
Invece cambia completamente, perché Scolari nel testo parla dei ghiacciai osservati e descritti nel XIX secolo e che, rappresentando la potenza della natura, venivano identificati dai filosofi come uno dei luoghi del sublime. E questi erano indubitabilmente i ghiacciai alpini.
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" Anche per i ghiacciai alpini si possono dimostrare.... sulla base di DATI, FOTO, e altro, che hanno cominciato ritirarsi gia' quando le emissioni antropiche della velenosissima CO2 erano una frazione infinitesima di quelle degli ultimi 60 anni."
E quindi? Che cosa vorresti dire? Che conta solo la CO2? Di nuovo: questo sei tu a dirlo, ennesimo tuo argomento fantoccio. Lo sai come funziona un bilancio di massa glaciale? Lo sai che cosa "muove" un ghiacciaio? Lo sai con quali tempi di risposta un ghiacciaio reagisce alle sollecitazioni climatiche? Lo sai in che modo reagisce? Sì? Non sembra. No? Studia. Non basta informarsi.
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" Risparmiami la dipendenza logaritmica dal raddoppio della concentrazione nCO2"
Certo che te la risparmio. Non ti risparmio però il resto.
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"Il black carbon, la riduzione dell'albedo in generale, hanno un effetto maggiore"
Assolutamente no. E te lo dimostro nel dettaglio in uno dei prossimi post.
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"sono solo "data driven"
Non mi pare. Direi piuttosto un kindly selected data driven :-D
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"posso diventare "model driven" una volta che i modelli simulano i dati come si deve "
Sempre che i dati non vengano a loro volta ottenuti con gli odiati modelli, giusto? Come fanno le reanalisi, i dataset satellitari, il network di dati globali, quelli regionali....(altri a richiesta). Sei un po' naïf...
http://bit.ly/2p0ie78
Alberto
Elimina"Al di là delle considerazioni fuori dal merito riguardo allo Stato"
Precisamente, quali sarebbero queste considerazioni fuori dal merito, che vorrei capire meglio? Quanto asserisce Scolari circa il fatto che lo Stato abbia "cessato di essere e incarnare un’idea e si limita al governo dei mezzi e delle risorse" mi pare talmente evidente da essere persino sottinteso. Io non lo interpreto come fuori dal merito (di cosa, poi?) , anzi.
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"concetti troppo filosofici sulla modernità"
Scolari è filosofo, che cosa si aspettava? Una frase come questa: "le società della tarda modernità fossero caratterizzate da un incontrastato dominio dei mezzi sui fini" mi pare tutt'altro che troppo filosofica e perfettamente aderente con il sentire comune della nostra epoca (in questo senso, Simmel ha anticipato con grande acume la descrizione della nostra epoca).
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"maggiore ostacolo ad un' azione concreta"
Esiste l'ONU che ha vincoli enormi. In alternativa, seguendo il suo auspicio, occorrerebbe il famigerato governo mondiale. No so se di questi tempi sia del tutto auspicabile, però.
Stephen che gli stati, per non dire Lo Stato, siano incarnazioni di un' idea è un concetto hegeliano. E la sua conseguenza storica è stata la nascita di ideologie totalitarie nella seconda metà dell' 800 e nel secolo scorso.
EliminaQuanto al dominio dei mezzi sui fini, al di là della mancanza di definizione di questi fini, non si rende conto che non è affatto una caratteristica della modernità ma che nei secoli passati l' umanità era molto più dipendente dai mezzi più arretrati che aveva a disposizione e che erano detenuti dalle oligarchie del potere e sfruttati per mantenerlo e per accrescerlo.
Riguardo al governo mondiale non lo considero se non un' utopia (comunque niente affatto famigerata). Ma vediamo di essere seri : l' ONU è un' istituzione non democratica e soprattutto non indipendente e strutturalmente inadeguata a perseguire fini globali con i mezzi tecnologici esistenti. Comprese le azioni per una seria limitazione del GW che colpirà sempre di più i nostri figli e le generazioni future. Ciò è negativo ma la realtà spesso lo è ed un ottimismo che non faccia i conti con essa non può che essere in gran parte illusorio.
Per quel che riguarda la sua osservazione sullo Stato e sul dominio del mezzi sui fini, lascerei il campo a Scolari, sempre che voglia rispondere. Non sono filosofo, per cui rischierei di risponderle in modo poco adeguato e approfondito.
EliminaPer quel che concerne l'ultima parte del suo commento, sono abbastanza d'accordo con lei sull'ONU. Rimane aperta, però, la questione: che cosa proporrebbe in alternativa per uscire dall'impasse che evidenziava dell'"ostacolo ad un' azione concreta che possa limitare concretamente i danni futuri del GW in corso da decenni"?
Si noti che la domanda della ragazza era precisa e conteneva già al suo interno una parziale risposta.
Si noti, inoltre, che il libro scritto da Scolari - e citato nel link al blog di climalteranti - approfondisce anche questo aspetto; sempre dal punto di vista di un filosofo, però.
alberto
Elimina"Stephen che gli stati, per non dire Lo Stato, siano incarnazioni di un' idea è un concetto hegeliano. E la sua conseguenza storica è stata la nascita di ideologie totalitarie nella seconda metà dell' 800 e nel secolo scorso."
Non mi faccio portavoce di Scolari; noto però che lui scriveva questo:
"Gli ideali di giustizia, libertà e progresso appaiono sempre più come fossili di un’epoca gloriosa, ma definitivamente passata."
Secondo lei gli ideali di giustizia, libertà e progresso sono concetti su cui si basavano le "ideologie totalitarie nella seconda metà dell' 800 e nel secolo scorso"?
La risposta purtroppo è fondamentalmente "Sì". Anche se lo dimentichiamo il marxismo predicava proprio ideali di libertà e giustizia per la stragrande maggioranza dell' umanità e vedeva nel progresso materiale un valore fondamentale. Il nazifascismo come ideologia è stata meno globalitaria e settaria nel riconoscere la libertà alle razze e culture considerate superiori ma anch' esso per il popolo a cui si rivolgeva proclamava ideali di giustizia e progresso.
EliminaPer me c'è una differenza tutt'altro che irrilevante fra marxismo e stalinismo.
EliminaE faccio una fatica enorme a riconoscere in quest'ultimo gli ideali summenzionati. Per quel che concerne il nazifascismo, mi pare che associarlo agli ideali di libertà e pure di giustizia sia un perfetto esempio di ossimoro.
@steph
Elimina"Io:
"Anche per i ghiacciai alpini si possono dimostrare.... sulla base di DATI, FOTO, e altro, che hanno cominciato ritirarsi gia' quando le emissioni antropiche della velenosissima CO2 erano una frazione infinitesima di quelle degli ultimi 60 anni."
E quindi? Che cosa vorresti dire? Che conta solo la CO2? Di nuovo: questo sei tu a dirlo, ennesimo tuo argomento fantoccio."
Fantocciami questo, steph!
"Scientists have confirmed that this retreat is an unintended effect of the Industrial Revolution and modern energy use (Roe et al. 2016).
Burning fossil fuels and other economic activities RELEASE GREENHOUSE GASES such as carbon dioxide and methane into the atmosphere, and warm the ocean and atmosphere. Warming air and ocean temperatures increase glacier ice melt."
Fonte: http://nsidc.org/cryosphere/sotc/glacier_balance.html
"Sempre che i dati non vengano a loro volta ottenuti con gli odiati modelli, giusto? Come fanno le reanalisi, i dataset satellitari, il network di dati globali, quelli regionali....(altri a richiesta). Sei un po' naïf...
WOW!... sarei io quello naif... mentre lui mi posta il disegnino per bambini, con i satellitini-ini-ini nell'orbitina-ina-ina attorno alla terra... che starebbe tanto bene senza la velenosissima CO2 assassina-ina-ina.
Ma dai! E la filastrocca non me la canti?
"Fantocciami questo, steph!"
EliminaCon piacere. E ci metto 37 secondi.
"RELEASE GREENHOUSE GASES such as carbon dioxide and methane " <------ gas serra come CO2 e metano (e altri). Insieme ad altro (vedi solito schemino for dummies).
E poi: "warm the ocean and atmosphere. Warming air and ocean temperatures increase glacier ice melt." Tutto molto coerente. E altra cosa rispetto alla tua gustosa (per i polli) amarena.
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"Ma dai! E la filastrocca non me la canti?"
Certo, eccotela: "A climate reanalysis gives a numerical description of the recent climate, produced by combining models with observations. It contains estimates of atmospheric parameters such as air temperature, pressure and wind at different altitudes, and surface parameters such as rainfall, soil moisture content, and sea-surface temperature. The estimates are produced for all locations on earth, and they span a long time period that can extend back by decades or more. Climate reanalyses generate large datasets that can take up many terabytes of space. "
Dimenticavo: Lo sai come funziona un bilancio di massa glaciale? Lo sai che cosa "muove" un ghiacciaio? Lo sai con quali tempi di risposta un ghiacciaio reagisce alle sollecitazioni climatiche? Lo sai in che modo reagisce? Sì? Non sembra. No? Studia. Non basta informarsi.
EliminaI tuoi 37 secondi sono una vita rispetto al 1/2 secondo che ci metto io a de-debunkare il tuo:
Elimina" by combining models with observations"
Osservazioni e MODELLI????? Ma dai!
Riprova pensandoci su almeno 37 minuti, e poi ripassa, OK? (*)
Ciao.
(*) Lo so!... e' il tuo blog, non posso dirti di ripassare etc... etc... e' un artifizio retorico)
@steph
Elimina"Climate reanalyses generate large datasets that can take up many terabytes of space. "
WOW!... addirittura MANY TERABYTES of space!... incredibile o, come piace dire a voi... "unprecedented".
Ma dai!
"Osservazioni e MODELLI????? Ma dai!"
EliminaGià. Proprio così. E che il robertok06 (sei tu, per caso? Non mi dire, eh...) tanto adora quando scrive sul blog di Caserini, ma che sorprendentemente aborra qui. Cavilli, roberto, cavilli. Come al solito, ti perdi la foresta sbattendo il muso sull'albero.
Pubblicando il mio testo su l’ansia da Global warming, l’amico Stefano mi ha scaraventato in un bel ginepraio. Vedrò di rispondere a tutti attenendomi rigorosamente al mio ambito disciplinare.
RispondiEliminaPrima una precisazione. Come ho più volte chiarito, non può essere compito della filosofia disquisire sulla correttezza dei modelli elaborati per dimostrare la natura antropica dei mutamenti climatici oggi osservabili. Personalmente sono propenso a credere a quanto la comunità scientifica va asserendo; in questo “credere” non sono filosofo, così come non lo sono quanto vado (o no) a votare, bensì, rispettivamente, un semplice lettore di testi – per lo più - di divulgazione scientifica e un semplice elettore.
In ordine al dibattito fra chi sostiene l’effettività dei cambiamenti climatici causati dall’attività dell’uomo e chi invece la respinge con decisione, occorre capire che cosa nel secondo caso viene contestato. Due sono le possibilità: o si mette in dubbio la correttezza dei modelli e delle osservazioni volti a dimostrare che è in atto un importante mutamento di origine antropica, oppure si nega tout court la possibilità che l’azione dell’uomo possa in qualche modo alterare l’evoluzione globale del clima. Nel primo caso si rimane nel solco delle procedure scientifiche, che sono fatte di ipotesi e contro-ipotesi, osservazioni ed esperimenti, dimostrazioni e smentite. Nel secondo si fa un atto di fede, giacché, quantomeno in sede teorica, deve essere pensata la possibilità di alterare o distruggere ogni cosa del mondo fisico. Già oggi, comunque, l’uomo dispone di potentissimi mezzi suscettibili di sconvolgere profondamente l’assetto del pianeta.
Mettiamo pure che i cambiamenti climatici d’origine antropica siano una fandonia, che i climatologi barino, che un novello genius malignus cartesiano ci faccia erroneamente credere che le emissioni di CO2 ci stanno conducendo alla catastrofe. Che cosa cambierebbe? Forse che il degrado planetario, le mortali minacce alla biosfera e l’urgenza di correre ai ripari verrebbero meno?
Altra domanda. Cosa cambierebbe se si dovesse appurare che i mutamenti climatici in corso sono del tutto “naturali”? Forse che di fronte all’emergere dei tempi profondi della terra la civiltà tecnotronica si troverebbe meno fragilizzata?
(segue parte seconda)
Che le ideologie totalitarie discendano dall’idea hegeliana di stato è una conclusione assai arrischiata, sostanzialmente priva di fondamento - benché ricorrente nelle volgarizzazioni del pensiero del filosofo tedesco. Per Hegel lo stato è un’entità che si impone da sé, a prescindere dalla consapevolezza e dalle intenzioni di chi vi partecipa. È del tutto ovvio che in e con esso si cristallizzano precisi rapporti di forza, a sostegno delle quali vengono elaborati sistemi ideologici fra loro anche molto diversi, a seconda del contesto storico. Vi sono molte forme di stato, fra loro spesso tutt’altro che equiparabili: fra lo stato in Cina e lo stato in Svezia corre una bella differenza. Ove si voglia attuare un cambiamento, occorre senz’altro decostruire gli ideologemi, ma soprattutto scardinare i rapporti di forza. Manco occorre dirlo: anche questa è ancora una grande semplificazione; ha l’obiettivo di chiarire che a sparare indistintamente sullo stato non si avanza minimamente né nella comprensione né nella definizione di soluzioni ai problemi che assillano il nostro presente.
RispondiEliminaNella mia risposta alla domanda della giovane ragazza ho voluto porre l’accento sui pericoli insiti nella rimozione dell’ansia – che peraltro fa il gioco di chi non vuole cambiare niente. Sullo Stato mondiale o altri strumenti di governo globale, mi sembra che altri abbiano già dato risposte. Aggiungo solo che un tale organismo, per poter operare efficacemente, dovrebbe essere dotato di poteri coercitivi – il che non farebbe che perpetuare una certa idea di stato (buona o pessima che sia).
Fini e mezzi. Certo, niente di nuovo sotto il sole; solo che oggi assistiamo a un pressoché incommensurabile incremento dei mezzi. Ed è noto che i cambiamenti quantitativi determinano mutamenti qualitativi. Questo era il focus del mio discettare.
Reagan e la IPCC. Non suggerisco niente; quali che fossero le intenzioni dell’amministrazione Reagan, il fatto è che essa promosse la creazione di detta, oggi vituperata ed esecrata, agenzia. È ragionevole ritenere che il presidente non escludesse aprioristicamente la possibilità dei cambiamenti climatici a seguito dall’attività umana.
A disposizione ove qualcuno ritenesse che ho “glissato” su qualche domanda o appunto.
Ammetto la semplificazione nel collegamento tra pensiero hegeliano e le statolatrie opposte che hanno funestato il XX secolo. Solo che tale semplificazione è inevitabile in una risposta di poche righe e non mi pare affatto infondata ma rispettosa di uno sviluppo storico ovviamente assai più complesso.
EliminaSullo "stato mondiale" dato che non esiste e non è nemmeno lontanamente all' orizzonte non vedo perché disquisirne. Ciò non toglie che la mancanza di un' organizzazione mondiale in grado di prendere decisioni ed avere i mezzi per agire su scala planetaria di fronte a problemi globali (come gli effetti dell' AGW che considero scientificamente dimostrati al di là di ogni ragionevole dubbio ) indebolisce necessariamente le prospettive di risposte concrete affidandole a complicati compromessi tra Nazioni divise e litigiose come purtroppo si è verificato in tutti questi anni.
Riguardo all' incremento dei mezzi a disposizione dell'uomo contemporaneo: certo quanto sviluppato dalla rivoluzione industriale ad ora è straordinario ma non lo giudicherei affatto incommensurabile. Anzi l' atteggiamento fideistico riguardo alle potenzialità del progresso scientifico- tecnologico do risolvere tutti i problemi materiali dell' umanità imo è una pericolosissima diffusione di irrazionalità che nasconde il fatto enorme dell' insostenibilità per il pianeta e per le generazioni future delle condizioni materiali di vita di noi 7 miliardi ed oltre di predatori apicali.
@scolari
Elimina"È ragionevole ritenere che il presidente non escludesse aprioristicamente la possibilità dei cambiamenti climatici a seguito dall’attività umana. "
Le preoccupazioni di Reagan (e della sua amministrazione, anzi... amministrazionI... anche quando fu governatore della California, prima di essere presidente per due mandati) furono cose come queste... scritte nei giorni successivi alla sua morte:
"“The Reagan administration adopted an extraordinarily aggressive policy of issuing leases for oil, gas, and coal development on tens of millions of acres of national lands — more than any other administration in history, including the current one,” said the Wilderness Society‘s David Alberswerth.
Before delving further into Reagan’s track record, it’s worth recalling his infamous public statement that
“trees cause more pollution than automobiles do"
... and that...
"if you’ve seen one tree you’ve seen them all".
This is not, in other words, a president who demonstrated much ecological prowess."
Mi chiamano negazionista... ma, oddio!... mille volte meglio che vivere nel mondo dei balocchi dove Ronald Reagan si sarebbe preoccupato dell'ambiente!...
Ma dai!
Occhio. Le argomentazioni fantoccio come quelle che fai tu vanno bene per me che te le smaschero a iosa, ma non credo possano essere utili per i filosofi.
EliminaCome tutti possono leggere tranne te, Scolari non ha mai scritto che "Ronald Reagan si sarebbe preoccupato dell'ambiente!", ma che "non escludesse aprioristicamente la possibilità dei cambiamenti climatici a seguito dall’attività umana. " Concettualmente, sono due cose differenti.
"Concettualmente, sono due cose differenti."
EliminaConcettualmente forse si... per i filosofi a cui piacciono i concetti astratti.
Il fine ultimo, su questo blog, della frase di Scolari su Reagan e' chiaro e unico: PERSINO reagan si preoccupava della sorte del clima, AL PUNTO che fu la sua amministrazione a "fondare" l'IPCC.
Questo sara', forse... per i filosofi!, motivo di "discussione"... per quel che riguarda la climatologia e' un FALSO. A Ronald Reagan non poteva fregare di meno di ambiente e clima... aveva ben altro in mente.
Voila', steph!... anche le tue/vostre argomentazioni fantoccio mi vanno bene... due nanosecondi per "esporle" al pubblico ludibrio.
Ciao.
Fukushima: il Giappone commemora l'anniversario del sisma-tsunami Un minuto di silenzio per le vittime del disastro dell'11 marzo 2011 Tweet - See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/media/Fukushima-il-Giappone-commemora-anniversario-del-sisma-tsunami-1c817f91-e579-48ce-814f-f5c40c1877d1.html Un saluto Carlo
Elimina@ Roberto Kersevan 11 marzo 2018 12:52
Elimina"Concettualmente forse si... per i filosofi a cui piacciono i concetti astratti"
No, no, lo è anche senza tirare in ballo la filosofia. Ci arriva anche un bambino dell'asilo, eh.
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"Il fine ultimo, su questo blog, della frase di Scolari su Reagan e' chiaro e unico"
Certo, e te lo ha spiegato lo stesso Scolari (--> Raffaele Scolari 9 marzo 2018 19:57). E non è proprio la stessa cosa che scrivi te.
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"due nanosecondi per "esporle" al pubblico ludibrio. "
Già. Attento solo che il ludibrio non partorisca un effetto boomerang, che poi il pubblico si divertirebbe ancora di più :-D
@Carlo
EliminaGrazie dell'articolo. A proposito dell'incontrastato dominio dei mezzi sui fini...
@steph
RispondiEliminasulla "climate re-analysis" che tanto appoggi...
https://climatedataguide.ucar.edu/climate-data/atmospheric-reanalysis-overview-comparison-tables
"KEY LIMITATIONS:
- Observational constraints, and therefore reanalysis reliability, can considerably vary depending on the location, time period, and variable considered
- The changing mix of observations, and biases in observations and models, can introduce spurious variability and trends into reanalysis output
- Diagnostic variables relating to the hydrological cycle, such as precipitation and evaporation, should be used with extreme caution"
In particolare il terzo... il ciclo idrogeologico, l'evaporazione e le nubi che da esso hanno origine... tutta roba che i MODELLINI male, molto male, simulano.
Nota che non e' una mia OPINIONE, ma un FATTO.
Com'era la storiella dei 37 secondi, gli argomenti fantoccio?... e il resto?
Io ci vado a nozze... e tu ti sposi due volte a settimana. :-)
Giusto per dire: qui...
https://journals.ametsoc.org/doi/full/10.1175/MWR-D-16-0228.1
... ipotizzano la necessita' di DIMINUIRE la precisione dei gia' imprecisi modellini, in modo da poter almeno aumentare la velocita' di calcolo, il vero bottleneck fisico insormontabile per svariati prossimi decenni almeno:
"Earth’s climate is a nonlinear dynamical system with scale-dependent Lyapunov exponents. As such, an important theoretical question for modeling weather and climate is how much real information is carried in a model’s physical variables as a function of scale and variable type."
"As a starting point for answering this question, the impact of limiting almost all real-number variables in the forecasting mode of ECMWF Integrated Forecast System (IFS) from 64 to 32 bits is investigated."
In tutte le scienze fisiche di solito si cerca di aumentare la precisione dei modelli... la "climatologia" pare sia la sola a non averne bisogno.... porsi delle domande ogni tanto no, eh?
In attesa del prossimo debunking, ti saluto.
Uhm...ma non si stava parlando del fatto che ritieni farlocchi i modelli e vangelo i dati? E come la mettiamo con i dati che vengono ricavati mediante...modelli? È questo il punto che devi cavillare, se vuoi essere un minimo credibile. Altrimenti, continua la tua farsa. E io continuo a chiederti che cosa te lo faccia fare, cosa te ne venga in tasca.
EliminaBy the way: io non appoggio nulla, semmai sei tu che ritieni quei dati utili e interessanti, a meno che il robertok06 che sparge rumore sul blog di Caserini sia un altro roberto (cosa, peraltro, non impossibile).
http://bit.ly/2Frzz3J
Vedasi anche la risposta:
http://bit.ly/2tz0jKp
@steph
RispondiElimina"Dimenticavo: Lo sai come funziona un bilancio di massa glaciale? Lo sai che cosa "muove" un ghiacciaio? Lo sai con quali tempi di risposta un ghiacciaio reagisce alle sollecitazioni climatiche? Lo sai in che modo reagisce? Sì? Non sembra. No? Studia. Non basta informarsi."
Purtroppo per te io, pur non essendo climatologo di professione, ne so molto di piu' di quel che tu e altri supporters/fans del CAGW vorreste che io sappia...
So, per esempio, e per restare ai ghiacciai, che esistono studi come questo...
"Centennial glacier retreat as categorical evidence of regional climate change"
https://www.nature.com/articles/ngeo2863
... che dice cose come questa:
"The near-global retreat of glaciers over the last century provides some of the most iconic imagery for communicating the reality of anthropogenic climate change to the public.
Surprisingly, however, there has not been a quantitative foundation for attributing the retreats to climate change, except in the global aggregate.
This gap, between public perception and scientific basis, is due to uncertainties in numerical modelling and the short length of glacier mass-balance records."
... e notare come l'ultima delle 3 frasi da me riportate qui sopra CONFERMI la FARLOCCAGGINE dei modellini... che potranno migliorare magari (di sicuro, anzi) nel prossimo futuro... quanto ai dati quelli relativi al passato sara' difficile ottenerne, almeno con precisioni confrontabili a quelle dei dati di oggi.
Tu dimentichi sempre quale sia la mia professione, steph!... convincerai i filosofi o laureati in lettere, con i fisici di altri settori avrai molte piu' difficolta' a farlo. Ovviamente potrai sempre continuare ad utilizzare l'argomento fantoccio tipo "perche' non pubblichi un articolo su una rivista di climatologia?", come hai gia' tentato di fare piu' volte.... ma la mia risposta sara' la stessa: "non ho bisogno di farlo, perche' e' gia' stato fatto proprio dai climatologi"... vedasi uno dei MILLE esempi possibili qui sopra.
Later. :-)
"So, per esempio, e per restare ai ghiacciai, che esistono studi come questo..."
EliminaAnd so what? Vuoi che te ne linki altri zillanta? Non rispondi alle domande che ti ho fatto. Solito trucchetto stantio. Con me non attacca, e lo sai.
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"Tu dimentichi sempre quale sia la mia professione, steph!"
Francamente, della tua presunta o reale professione non me ne importa nulla. Non hai ancora capito che questo è un modo di argomentare che ritengo assolutamente irrilevante.
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""perche' non pubblichi un articolo su una rivista di climatologia?""
Certo. E lo ribadisco. Troppo facile accusare senza portare prove delle proprie affermazioni e, quando fatto notare, difendersi dicendo che lo hanno già fatto altri.
È compito di chi accusa portare le prove delle proprie affermazioni, non di chi si difende.
Ti ricordo che eri tu, non altri, che scrivevano queste cose a proposito del lavoro di Huber e Knutti 2011:
"in effetti ho riportato solo un pezzo, una frase, una ciliegina del ricco albero... dell'articolo di H&K per non mettere troppo il dito nella piaga... per carita' cristiana.”
Roberto Kersevan 7 marzo 2018 09:25 sull'altro post.
Per cui, in questo specifico caso: finché non dimostri con la prassi che quanto hanno scritto Huber e Knutti è cialtroneria allo stato brado (che è il senso dei tuoi commenti su quello studio nell'altro post), rimane sguaiato rumore di fondo.
Altro che argomento fantoccio!
Ok, amici. Siccome non si capisce più un accidente della discussione, sospendo i commenti di questo post. Tanto, quel che s'era da dire è stato detto. Siamo già abbondantemente fuori tema (con roberto è usuale...) e Scolari ha già risposto e chiarito in modo esaustivo le questioni che rimanevano in sospeso, senza aver "glissato" su nulla, a me pare.
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaDecisione saggia, diversamente da luogo di dibattito il blog rischia di scadere a grafico di uno psicodramma. Ancora un paio di parole, tuttavia, su Reagan e l'IPCC. Il malintenzionato insinua che tutto sia intenzione, che solo le intenzioni contino. Nomina sunt consequentia rerum: Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici sta a dire che vi sono mutamenti climatici. Il gruppo III si occupa della mitigazione dei mutamenti, ossia della riduzione dei gas a effetto serra. Ora, può senz'altro darsi che le intenzioni di Reagan fossero di negare la natura antropica dei cambiamenti. Tuttavia egli non poteva escludere che le ricerche pervenissero proprio a una tale conclusione. L'avesse fatto, oltre che un malintenzionato, sarebbe stato uno stupido. Ed è lecito ritenere che stupido non fosse, bensì un Realpolitiker, cinico e malintenzionato quanto si vuole, ma perfettamente in chiaro sullo statuto per così dire ontologico delle intenzioni, sul fatto che esse costituiscono il Reale... assieme a molti altri elementi.
EliminaIl commento qui sopra è un commento inviatomi via mail da Raffaele ed erroneamente inserito nel blog a mio nome.
RispondiEliminaE si dimostra emblematico a modo suo dato che tratta delle presunte intenzioni di un defunto, per quanto denigrato da taluni ed incensato da altri soprattutto quand' era in vita.
EliminaInformazione generale: dal 12 marzo è stata introdotta la netiquette. Vedi in barra laterale, in alto.
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