Letture al caldo


Un libro di narrativa e uno di saggistica, come consiglio estivo da portare sotto l'ombrellone o in riva alla sorgente mentre ci si immerge i piedi nelle fresche acque di montagna.
Giusto per esecrare il trend o le future canicole o...per ricordarci che, in fondo, siamo sempre ancora all'inizio dell'estate.



«Nessuno ricordava più con esattezza quando era cominciato tutto. Forse perché non c'era stato un vero e proprio inizio, forse perché si era trattato di una lenta e implacabile alleanza di eventi impercettibili, di alterazioni minime che, almeno in apparenza, cambiavano poco o nulla, finché, quasi di colpo, ci si era trovati in quel disastro. Teoria delle catastrofi: una teoria di fine Novecento, che riguardava i mutamenti improvvisi causati da piccole, successive alterazioni in un sistema, come il passaggio da un bruco a una farfalla, un nuvolone che si trasforma bruscamente in pioggia, ma anche quello dello sfacelo in cui, quasi senza rendersene conto, il mondo era precipitato. 
Livio Delmastro, invece, ricordava. (...) Ricordava di aver sentito che nel 2015, a Parigi, per la prima volta 195 paesi avevano sottoscritto un accordo globale sul clima: a molti era sembrata una svolta, una vera  propria rivoluzione; e invece, in realtà...»


Romanzo visionario, bello, intenso, esilarante, tremendamente attuale e da leggere...con il brivido caldo del domani che si fa già oggi pomeriggio.


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Raffaele Scolari, Catastrofi e cambiamenti climatici. Sette riflessioni su pensiero e rappresentazioni del disastro tecno-naturale, Mimesis 2017

«Sette sono i temi che affronto nel presente saggio: a) la possibilità di narrare il disastro; b) i modelli impiegati e le simulazioni elaborate per rappresentarlo; c) lo spirito della complessità; d) le critiche degli usi del mondo; e) il futuro immaginato e immaginabile nell'orizzonte della catastrofe; f) la narrazione della sopravvivenza; g) la concorrenza e l'equivalenza dei disastri (...) 
La situazione drammatica in cui si trova oggi la civiltà della tecnica, con le immani distruzioni che essa origina e le preoccupanti prospettive a medio e forse anche a corto termine, è spesso illustrata con la metafora ferroviaria del treno che ad altissima velocità avanza verso il precipizio. C'è ancora sufficiente spazio per frenare, secondo taluni; altri invece sono convinti che il limite per evitare la caduta nel vuoto sia ormai superato. Tutti o quasi sono concordi nell'osservare che non si sta frenando, oppure che il convoglio rallenta sì, ma troppo lentamente.»

Un saggio di un amico filosofo non semplice ma di una notevole profondità di pensiero che al contempo si manifesta in maniera estremamente chiara. Scritti che hanno preso forma anche a seguito di conversazioni e riflessioni che ho tenuto con lui ad intermittenza sul tema più importante del secolo, intrecciando filosofia e scienza. Con un interessante introduzione di Luca Mercalli.
Qui si può ascoltare un'intervista radio in cui l'autore presenta una sintesi del libro.

In autunno torneremo a parlarne, anche perché il saggio sarà oggetto di un paio di eventi pubblici che si terranno da queste parti. Fornirò dettagli a suo tempo.



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