Lapping lakes like leery loons
«Perhaps some day in the dim future it will be possible to advance the computations faster than the weather advances and at a cost less than the saving to mankind due to the information gained. But that is a dream»
MS, a margine di questo anniversario, dedica due righe a Lewis Fry Richardson, il matematico e meteorologo inglese creatore del primo modello dinamico per le previsioni del tempo. Nel 1922 pubblicò questo libro seminale, nel quale spiegava in dettaglio metodo matematico sistematico e applicazione del suo modello. A tutt'oggi, è uno dei libri più importanti sulla meteorologia mai scritti: la metodologia proposta - pur se all'epoca assolutamente impraticabile e quindi eclissata per decenni - è sostanzialmente la stessa applicata oggi nelle previsioni del tempo. L'originalità del libro sta anche nel fatto che l'autore descriveva alcune situazioni-limite sul concetto di previsione; esempi che hanno fatto la storia dell'evoluzione di questa scienza, riverberandosi anche nella nascente climatologia e ancora oggi portati come esempio di premonizione (la citazione in corsivo ad inizio post è proprio tratta da questo straordinario libro).
In uno di questi esempi, il meno famoso, Richardson si immaginava di riuscire a calcolare una previsione del livello del mare fra minimo e massimo di marea solamente a partire dall'osservazione del cambiamento istantaneo di livello indotto dalle onde. Se la crescita osservata è estrapolata su un periodo di tempo molto più lungo rispetto alla scala temporale di un'onda, la previsione risultante sarebbe calamitosa. E così fu, anche in ambito atmosferico.
Ma l'esempio più noto, giunto come consapevolezza finale del suo lavoro speculativo (e frustrato dall'ampiezza dei calcoli in gioco), è quello famoso del "teatro delle previsioni del tempo", una sorta di mastodontico computer umano ante-litteram. Un po' fra il serio e il faceto, per eseguire in tempo utile le migliaia di operazioni matematiche necessarie alla formulazione della previsione, propose di ospitare, in una sorta di officina a forma di teatro, 64,000 matematici seduti su più livelli attorno alla circonferenza di un gigantesco globo. Ognuno di essi era responsabile della risoluzione di equazioni differenziali relazionate al tempo nel quadrante di sua competenza dell'enorme scacchiere con cui era diviso il globo terrestre (qui una rappresentazione dello scacchiere europeo, tratta dal suo libro). Su un piedestallo, al centro del teatro, un "direttore di calcolo" orchestrava questa sinfonia di equazioni ed era incaricato di diffondere il risultato finale ai servizi meteo.
Alla luce di quel che oggi i modelli - grazie al progresso tecnologico - sono in grado di effettuare (sia in ambito meteorologico sia in ambito climatologico) e della loro importanza nella pianificazione e prevenzione di gran parte delle attività umane, meraviglia ancora parecchio l'apparente nonsense del suo fascinoso "teatro delle previsioni del tempo" impregnato di connotazioni. Eppure era un visionario e premonitore, anche lui (come FitzRoy) in anticipo sui tempi.
con i grandi classici che invecchiano bene, ci vuol un grande classico idem:
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=BdR3_fTDF4U
@autore: sono molto interessato al tema dei GCM quindi ho letto con interesse questo suo post. Purtroppo non ci ho capito molto. Ad esempio, cosa significa "impregnato di connotazioni"? E poi: "meraviglia assai meno il vero e proprio nonsense travestito da apparente denotazione dei continui attacchi ai modelli". Che vuol dire questa frase? "Travestito da apparente" sembra un pleonasmo, ma è il termine "denotazione" che mi incuriosisce. Più in generale, vuol esere così gentile da riassumermi la tesi di fondo del suo post?
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