African skies /2 | Sahel Rainfall
Secondo ed ultimo appuntamento con l'Africa, alla vigilia della finalissima dei mondiali di calcio.
Oggi spostiamo la nostra attenzione molto più a nordovest del Sudafrica, per la precisione nel Sahel. Regione, questa, teatro di forti condizioni-limite sia di tipo socio-economico (alcune delle aree in assoluto più povere e con sviluppo umano più basso del pianeta si trovano in questa zona, per es. buona parte del Niger) ma pure ambientale. Da quest'ultimo punto di vista, è ben nota la grave e progressiva siccità - con tutti i risvolti negativi associati - che ha caratterizzato l'evoluzione climatico-ambientale di tutta la fascia a sud del Sahara grossomodo a partire dagli anni 70.
Negli ultimi anni, ci sono, per la verità, alcuni segnali che sembrerebbero denotare un'inversione di tendenza. Vediamo velocemente quali possono essere le principali ragioni di questa siccità e le possibili concause di un'eventuale ripresa persistente delle piogge (al di là della variabilità interannuale).
Gran parte della letteratura scientifica è oggi concorde nel ritenere che non vi sia una sola causa ma le ragioni vanno ricercate in un mix di più fattori che si sono sovrapposti ad influenzare l'andamento climatico di questa regione (qui una panoramica sulle dinamiche). Alcuni di questi fattori, ritenuti fondamentali nei primi studi pionieristici di alcuni decenni fa - come l'uso eccessivo dei suoli (cambiamento di vegetazione e deforestazione) in un ecosistema già fragile (via modifica di albedo, vedi ad es. qui) o la conseguenza che il cambiamento climatico globale induce su questa regione (vedi ad es. qui) - pur avendo ancora la loro valida importanza, sono oggi un po' ridimensionati a favore di altri aspetti più decisivi, in particolare nel guidare la penetrazione del monsone dell'Africa occidentale nell'entroterra e verso nord (vedi qui, immagine tratta dal paper linkato sulle dinamiche).
Fra questi ultimi aspetti, un ruolo importante sembra essere giocato dalle anomalie di temperatura superficiale dei mari (SSTA) sia adiacenti alla regione (e quindi l'Atlantico tropicale ed equatoriale) sia a distanza. Al di là della variabilità interannuale (associata alla variazione di alcuni predittori oceanici), c'è un'evidente legame fra l'andamento delle SSTA sul medio-lungo periodo e quella delle piogge nel Sahel.
Qui, per es., potete ascoltare (con slideshow) Alessandra Giannini (expertise nel campo) che, dal suo ufficio dell'IRI, ci spiega il meccanismo che collega le SSTA più calde nel Pacifico tropicale, nell'Atlantico del sud e nell'Indiano alla siccità saheliana (e qui un paper rappresentativo).
Molto importante, oltre alle fluttuazioni pacifiche di tipo interannuale (ENSO) e la progressiva tendenza al riscaldamento dell'Indiano, sembrano essere le SST Atlantiche. Già in questo paper del 1986, Chris Folland delineava i contorni del meccanismo che lega le SSTA e le piogge nel Sahel. Il discorso è poi ripreso e ampliato ad es. in questo lavoro per un recente workshop (slideshow di MetOffice). In particolare, l'oscillazione multidecennale atlantica (AMO) sembra giocare un ruolo molto importante, quasi decisivo.
Sul lungo periodo (scale geologiche plurimillenarie), ricostruzioni proxy sembrano suggerire una stretta associazione - attraverso collegamenti atmosferici - fra la variazione del monsone dell'Africa occidentale e le dinamiche climatiche alle alte latitudini boreali, con le seconde a guidare le dinamiche del primo.
Resta da vedere come il GW possa da un lato influenzare direttamente (via evaporazione ancora più forte e associato feedback) e indirettamente (via riconfigurazione delle SSTA) il regime monsonico e le associate precipitazioni nel Sahel. C'è anche chi ipotizza, su base modellistica, un'esacerbazione della siccità sul lungo periodo in conseguenza di incremento di GHG (ed effetti associati) e del contributo di aerosol.
Alessandra G è un mito - e i suoi abitano qui vicino.
RispondiEliminaSahel: nessun effetto, almeno locale (Niger?), delle ri/afforestazioni iniziate trent'anni fa? Uffa...
Vicino dove? Dove risiedi?
RispondiEliminaEffetti dei rimboschimenti: non so, bisognerebbe vedere dove e come si è riforestato. In generale l'impatto sul WAM sembra più forte nelle zone costiere (v. Zheng e Eltahir) e cmq c'è anche da considerare che erba e macchia nel Sahel (ri)crescono rapidamente e, in questo senso, non mantengono una gran memoria sul sistema:
http://direct.bl.uk/bld/PlaceOrder.do?UIN=201387722&ETOC=RN&from=searchengine
Dietro corso Vercelli (Milano).
RispondiEliminaForestation: non ci contavo troppo. In aereo tra Niger e Nigeria si vede a macchie di leopardo, ma enormi. Mi hanno detto 3 mila km2, non so se è vero.
Il caso ha voluto che la decolonizzazione coincidesse con l'inizio della siccità, accompagnata e seguita da carestie, guerre ed epidemie.
RispondiEliminaA quando un periodo fortunato per l'Africa ?