Effetto Emmental

Del suo effetto, dicono sia un po' fastidioso....ma ci si può facilmente liberare, basta informarsi e meglio.

Della sua fattura, beh: si sa com'è fatto, questo famoso formaggio svizzero che tanto divide. Chi lo adora, non riesce a fare a meno della sua texture gommosa, del suo gusto che ricorda vagamente la vaniglia e soprattutto dei suoi mitici buchi. Chi lo aborra, lo fa evidentemente per gli stessi motivi.


Ora: se vi capita di leggere che l'Artico sta benissimo, che i suoi ghiacci sono praticamente tornati ai livelli dei 30 anni fa, che il grafico di turno fa a gara con la media trentennale della salute della calotta, che abbiamo a tutti gli effetti resettato otto anni in un battibaleno ecc ecc., tranquilli (eufemismo): chi lo dice è evidentemente affetto dall'effetto Emmental. Potrebbe anche averlo detto sotto boobquake constraint, ma non ne siamo certi.

Primo: bilanci stagionali che permettono di capire come evolve il trend vanno fatti, ovviamente, alla fine della stagione del disgelo, ovvero a settembre.

Secondo: a casa nostra, l'estensione glaciale polare (E) è una cosa; l'area oceanica (A) realmente coperta da ghiaccio un'altra cosa. La differenza fra le due (E-A) permette di avere un'idea della superficie libera da ghiaccio, e quindi - indirettamente - di inferire lo spessore dello stesso. Cosa questa tremendamente difficile da misurare fattivamente, ma sapere se all'interno del perimetro glaciale ci sono più o meno "buchi" di mare liberi da ghiaccio permette comunque di fare dei paragoni fra un anno e l'altro e, ovviamente, di diagnosticare la salute della calotta.
Il rapporto A/E, invece, ci fornisce un'indicazione sul grado medio di copertura glaciale all'interno del perimetro. Entrambi i fattori ci permettono, insieme ad altri (ci tornerò in un futuro post), di prevedere come potrebbe potenzialmente evolvere la stagione estiva.

Lo spessore viene anche dedotto dalle stime volumetriche (per es. qui) nonché dall'età dei ghiacci: più il ghiaccio è giovane, più è sottile e maggiormente vulnerabile ad effetti meteorici e geofisici intra- e interannuali (quali venti, trasporti di calore nell'oceano, anomalie delle temperature oceaniche superficiali e sub-glaciali, copertura nuvolosa, variazione dei flussi di radiazione solare incidente o di radiazione infrarossa di ritorno). Risultando quindi anche più simile ad un Emmental.

Le 5 carte seguenti, mostrano - in successione inversa - la situazione a fine aprile degli ultimi 5 anni. Notare che, oltre a quanto detto prima a proposito della differenza E-A e del rapporto A/E, la carta satellitare mostra anche la distribuzione geografica della copertura glaciale e (in alto) informazioni sulla frequenza assoluta e relativa delle varie classi relative al grado di copertura glaciale (acque libere inf. a 10%, ghiaccio molto fuso inf. a 35%, fuso inf. a 65%, compatto inf. a 85%, molto compatto fra 85% e 100%).





























La situazione del 2010 è molto particolare: grande estensione, grande presenza di ghiaccio molto compatto al centro dell'Artico (e verso i mari di Chuckchi e di Laptev) ma in un contesto già molto precario, con molto ghiaccio fuso e con già diversi "buchi" marini (in particolare verso l'Artico canadese, il mare di Beaufort, quello "tartassato" da un inverno primaverile di Baffin, ma pure più ad est, fra i mari di Barents e di Kara). Non una notizia promettente per l'estate (tranne per chi genera food for big oil...).
Molto diversa la situazione in gran parte degli ultimi anni: direi tutti (tranne il catastrofico 2007) messi meglio...

Insomma: per fortuna hanno inventato i satelliti. Altrimenti, col cavolo che il formaggio usciva coi buchi :-D>


***UPDATE***

Uscito l'ultimo bollettino dell'NSIDC sullo stato dell'Artico. Ancora 3 settimane fa, molte polynya nel pack del mare di Bering e ghiaccio molto fragile e sparpagliato fra l'Artico canadese e il mare di Barents. Segno che il ghiaccio ha iniziato a ritirarsi rapidamente, partendo comunque un mese dopo la media e dalla più grande e più tardiva estensione massima del decennio. Come Bolt?

CVD.



***UPDATE #2***

Andato a buo fine (stavolta!) il lancio del satellite CryoSat-2 dell'ESA. Fra le molte cose, servirà anche a monitorare lo spessore dei ghiacci marini.


Commenti

  1. @ Steph

    metafora molto efficace complimenti!
    lungi dal dire che il recupero di questi tre anni abbia un significato climatico, dal 2007 al 2010 mi sembra però che i buchi calino ad indicare un aumento dell'area e una maggiore compattezza, e lo spessore, come sarà variato inquesti ultimi due anni?.
    (pochi buchi nell'emmenthaller significa che il latte conteneva antibiotici o abiotici, o ha fermentato a T troppo basse)
    Poi il grafico del volume del ghiaccio marino artico che linki mi sembra che sia ottenuto con un modello e a questo proposito ti giro un commento che ho già fatto che forse non hai letto:
    Il grafico ice volume è solo un ipotesi sicuramente più corretta, rispetto all'estensione, che però il volume è ottenuto da area per altezza, considerando che anche la densità del ghiaccio può variare.(calcoli non semplici)
    Ebbene l'area ( e l'estensione) ce l'abbiamo, mentre lo spessore (sea ice thickness) che varia da zona a zona, mi risulta essere stimato fino al 2008.(dati NASA)
    Nello specifico, lo spessore medio dell'artico nel 2008 era di poco inferiore a quello del 2007 proprio per la massiccia erosione del 2007, ma nel 2008 c'è stato un recupero nell'estensione ( e nell'area) ,(che nello spessore si vede la stagione dopo) pure nel 2009, e nel 2010 ci sono stati indubbi recuperi nell'estensione,( e nell'area) quindi qual'è il trend reale dello spessore dell'artico degli ultimi tre anni, fino al massimo picco dell'aprile 2010?
    Non si può escludere che lo spessore sia diminuito ma è più probabile che sia aumentato in questi ultimi 2 anni di conseguenza anche il voume.

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  2. Ti ringrazio della metafora. È emersa mentre mangiavo....dell'Emmental :-D

    Non vedo una gran variazione nell'area: leggero aumento rispetto al 2006 e al "catastrofico" 2007, ma appunto: niente di significativo. L'estensione, invece, è aumentata quest'anno e pure già nel 2009. Ma di nuovo e appunto: se aumenta, come è il caso quest'anno, la differenza fra E ed A significa una sola cosa: che quest'anno l'Emmental ha molti più buchi. Fuor di metafora: ghiaccio fuso/sottile molto più diffuso già adesso (a parte, come detto, l'area centrale). Ergo: spessore minore e situazione generale più labile. Non ovunque, of course: ma il grado di copertura medio lo mostra chiaramente. E in proiezione estiva, questa non è una buona precondizione.
    Informazioni più dettagliate e aggiornate sullo stato dell'Artico le puoi trovare nel sito USarmy del CRREL, oppure per es. sfogliando i numerosissimi abstracts della recente conferenza della SOA a Miami (pensa che sarei dovuto andarci....ma poi lavoro e impegni vari....).

    In generale, però: i conti vanno fatti alla fine della stagione del disgelo, come detto z volte. E a maggior ragione oggi, visto il nuovo stato della calotta che la rende molto più vulnerabile agli effetti meteorici intra- e interannuali.

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  3. Qualche mese fa gli esploratori della spedizione Catlin Arctic hanno avuto i loro problemi col ghiaccio sottile:

    http://www.guardian.co.uk/environment/blog/2010/mar/31/catlin-arctic-survey-melting-ice

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  4. Analisi perfetta e condivisibile. L'Artico sta talmente bene che a marzo 2010 lo spessore è risultato il più basso nel periodo 1979-2009 (-38% al di sotto del massimo del 1979). C'è proprio da festeggiare.

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  5. Pff. L'emmental è stato messo nelle mappe con il trucco di Mann to hide the decline. Nel formaggio chukchi il diametro dei buchi diminuisce dal 1960 e comunque era superiore durante il MWP.
    Oca s., National Cheeshology Lab, Chukotka

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  6. @Paolo C. e Daniele
    grazie dei contributi! In effetti, confermano - se ce ne fosse bisogno - la preoccupante situazione (tranne che per chi ci specula sopra food for oil o nuove rotte commerciali e turistiche da TranSa). E sono - imho - detergente per pulire gli occhiali di chi non vuol vedere.

    @oca
    eh eh eh... in effetti tu dalla Chukotka te la passi bene, lui dalla Virginia non troppo, direi...

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