Fluttuale
Fluttuante e graduale: in una parola *FLUTTUALE*.
Questo potrebbe essere (stato) il primo post del blog, in realtà è già il nono. Mi è affiorato solamente in questi giorni. Ma spiega abbastanza bene, spero, il senso e la finalità di MS.
Due sono le manifestazioni che caratterizzano la modalità con la quale il clima cambia: la gradualità e le fluttuazioni, appunto.
Ci sarebbe da aggiungere anche la manifestazione degli shift abbastanza improvvisi, sia quelli che avvengono su scale temporali a dimensione sovrumana (gli abrupt climate change tanto cari, ad es. , a Wallace S. Broecker) come ad es. il Dryas recente, sia quelli che avvengono sottoforma di step improvvisi come ad es. lo shift climatico che ha caratterizzato il Pacifico nella seconda metà degli anni 70.
Ma tant'è: si possono inserire comunque sia nella gradualità (i primi) considerandola su scala umana, sia nelle oscillazioni (i secondi) di tipo non lineare.
La gradualità è data, oltre che da "comportamenti statistici particolari" di dataset (ad es. le temperature) tali per cui - come è tipico di gran parte dei fenomeni geofisici - fra di loro sussiste una sorta di autocondizionamento altamente conservativo (l'autocorrelazione in statistica), soprattutto da fattori esterni (stress) al sistema climatico che forzano il sistema verso uno stato diverso da quello di equilibrio dinamico iniziale.
Il clima, come si sa, è un sistema e, come tale, soggiace a specifici "tipping points", punti di snodo nei quali determinate perturbazioni (stress esterni applicati allo stato iniziale del sistema) sono in grado di "urtare" e spingere il sistema da uno stato iniziale di equilibrio dinamico in sostanziale stabilità ad un nuovo stato di equilibrio dinamico attraverso una fase connotata da uno stato di equilibrio instabile.
Un sistema che viene "urtato" da queste perturbazioni esterne (siano esse naturali, come le eruzioni vulcaniche o l'irradianza solare, o antropogeniche come il mutamento dell'opacità dell'atmosfera in conseguenza di incremento di gas serra o di aerosol), solitamente, superata una ipotetica soglia limite, può facilmente e velocemente portarsi verso una situazione di irreversibilità attraversando la fase di equilibrio instabile, prima di raggiungere il nuovo e diverso equilibrio dinamico in (nuova) sostanziale stabilità.
Da notare che lo stress (o il fattore forzante) applicato al sistema può cambiare la stabilità relativa dei vari stati, ma può anche cambiare l'abilità che lo stesso sistema possiede di transitare da uno stato all'altro, indebolendola o rafforzandola. Una perturbazione graduale, infatti, può anche causare un cambiamento rapido alla natura dei punti di equilibrio del sistema (classico esempio di non linearità a cui soggiaciono i fenomeni geofisici).
Le fluttuazioni, invece, sono date dalla variabilità interna, libera e caotica, del sistema climatico. Può manifestarsi su scale temporali differenti: dal noise stocastico determinato dalle fluttuazioni giornaliere (il tempo atmosferico, la turbolenza...), alla variabilità interannuale (data ad es. dal fenomeno dell'ENSO), alle variabilità multidecennali (ad es. deteminate o influenzate dalle oscillazioni oceancihe quali la PDO e l'AMO).
Naturalmente un aspetto assai interessante è capire come una modalità possa influenzare l'altra, ad es. come le fluttuazioni possano condizionare la gradualità con cui cambia il clima, e soprattutto come la gradualità imposta dai fattori forzanti esterni al sistema possa influire sulle fluttuazioni attraverso le quali si manifesta la variabilità interna del clima.
Ci torneremo sicuramente.
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