Clima più estremo? VI — Diluvi alpini



Il cambiamento climatico si può osservare anche su una scala spaziale ridotta come quella del continente europeo e persino a livello micro come può essere - rispetto alla scala globale - la regione alpina o una piccola nazione come la Svizzera. Ne abbiamo già ampiamente parlato ad es. qui, qui o qui.

Torno brevemente a parlarne per fare un rapido punto della situazione per quel che riguarda il cambiamento climatico in Svizzera (la fonte dei 5 grafici che seguono è Meteosvizzera). Dei due parametri atmosferici principali, come ben si sa, è la variazione della temperatura dell'aria che mostra il segnale più evidente e robusto. Le temperature aumentano ovunque, in tutte le stagioni e a tutte le quote, in modo chiaro, marcato e statisticamente significativo.


Per ciò che concerne le precipitazioni, invece, non emerge alcun trend significativo, il segnale non appare per nulla robusto.


Tuttavia stanno cominciando ad affiorare piano piano le prime indicazioni che mostrano come la modifica non riguardi tanto la quantità delle stesse, bensì il carattere o la modalità con la quale esse cadono. I 3 grafici sotto mostrano l'evoluzione delle precipitazioni nei giorni molto bagnati (ovvero > al 95esimo percentile) in tre località svizzere scelte in base alla loro rilevanza geografica: Zurigo come località di pianura per il nord delle Alpi, Säntis come località alpina (a 2500 mslm), Lugano come località di pianura per il sud delle Alpi.





Stessa quantità distribuita su meno giorni significa maggior intensità. Ed effettivamente le precipitazioni stanno diventando più intense. E questo è perfettamente in accordo con quanto ci dicono le leggi della fisica atmosferica: in un'atmosfera più calda i fenomeni meteorologici che producono le precipitazioni (condizione iniziale) diventano più intensi perché c'è più vapore acqueo a disposizione nella massa d'aria (condizione al contorno).

E infatti questo aspetto lo possiamo già scorgere in un'analisi di lungo periodo dei trend della frequenza delle precipitazioni più intense e dell'intensità delle stesse (vedi immagini sotto).





Quasi ovunque in Svizzera il trend della frequenza delle precipitazioni più intense (seconda immagine sopra) è positivo (+26,5% al secolo) e statisticamente significativo, con punte che superano il 50% al secolo, soprattutto fra l'Altipiano, le Prealpi e il versante alpino settentrionale. In nessuna delle poche località con trend negativo il valore risulta essere statisticamente significativo.
Situazione simile seppur meno forte per quanto riguarda il trend secolare dell'intensità delle precipitazioni come massimo giornaliero annuo (prima immagine sopra, +10,4% al secolo). In questo caso le punte superano il 20% al secolo. Geograficamente, c'è forse minor uniformità rispetto alla frequenza,  ma si notano soprattutto due zone: il nordest e il sud della Svizzera. In questo caso sono pressoché assenti (tranne un solo caso) località con trend negativi oltre il 5%.
Complessivamente ci sono trend positivi in più del 90% delle località e in circa 1/3 di queste sono valori statisticamente significativi.



I due grafici qui sopra mostrano invece l'evoluzione della frazione percentuale dei trend da inizio XX secolo, sempre per intensità (a sx ) rsip. per frequenza (a dx). Si nota come i trend postitivi statisticamente significativi diventino importanti (fino a superare 1/3 del totale) a partire grossomodo dagli anni 80, in accordo con altri parametri che mostrano come quello sia il periodo in cui inizia ad emergere il segnale più robusto del cambiamento climatico in Svizzera e in generale nella regione alpina.

Un recente esempio è costituito dai due record di intensità massima sui 10 minuti registrati negli ultimi 2 anni, il più recente dei quali -  quello di lunedì scorso a Losanna - ha stracciato nettamente il precedente. In 10 minuti sono caduti 41 mm di pioggia, che equivalgono a 41 litri per metro quadrato. Si tratta delle precipitazioni più intense in 10 minuti mai misurate in Svizzera dall’inizio delle misure automatiche. I precedenti record di pioggia in 10 minuti, tutti legati a temporali, sono stati i 36,1 mm di Eschenz del 2 agosto 2017, i 34,1 mm di Torricella del 29 maggio 2016 e i 33,6 mm di Locarno-Monti del 29 agosto 2003.
Il temporale della capitale del canton Vaud sembra pertanto eccezionale, con un periodo di ritorno superiore agli 80 anni.


Un episodio non dice nulla di climaticamente rilevante, siamo d'accordo. Ma è comunque un indizio. Temperature un po’ più elevate permettono alla massa d’aria di contenere maggior vapore acqueo. In questo modo il potenziale per un temporale che produca parecchia pioggia aumenta. Non è dunque escluso che con il riscaldamento climatico in corso, questi record di precipitazioni in 10 minuti siano più frequenti. Va però anche detto che, parallelamente al GW, la rete di misure automatiche si è addensata in questi ultimi anni e di conseguenza la probabilità che un pluviometro automatico si trovi proprio nel cuore di un temporale è maggiore. Non è da escludere, quindi, che nel passato, proprio per la scarsità di misure al suolo, simili eventi temporaleschi abbiano potuto sfuggire alle osservazioni.


Commenti

  1. Ehi, Steph!... Cone mai i fit, tratteggiati in rosso, sono sempre lineari e non hanno, invece, la "canonica" forma a mazza di hockey?... oppure, come mai non seguono la forma della curva di concentrazione della CO2 assassina ?
    Dai, spiega...

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    Risposte
    1. Mazza da hockey su uno span di 50 anni???
      Non ho capito che cosa vuoi che ti spieghi. Come si fa un fit? Nel caso, chiedi pure agli autori, non a me. E in ogni caso, sei al solito un po' fuori tema.

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