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Visualizzazione dei post da novembre, 2019

"Come il mercato delle indulgenze"

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Le misure di compensazione per il CO 2 prese dalle compagnie aeree non sempre sono sensate ed efficaci - Le spiegazioni dell'esperto Reto Knutti Rinunciare ad un volo transatlantico di andata e ritorno, come sappiamo, è la terza scelta individuale, in ordine di impatto, che riduce maggiormente il proprio contributo al cambiamento climatico (in tonnellate di CO 2 emessa, vedi grafico sotto). Oggi esiste la possibilità di volare compensando le emissioni di CO 2 pagando di più il biglietto. Una misura che pulisce l'ambiente, o soltanto la coscienza? La questione si pone, dopo che Easyjet ha annunciato che compenserà tutte le emissioni dei suoi voli, e non più solo su base volontaria dei passeggeri. Anche altre compagnie, come la Swiss, offrono programmi simili, ma su libera scelta del cliente. Si tratta di compensazioni davvero efficaci e sensate? L'ho chiesto a Reto Knutti , professore dell'ETH di Zurigo, esperto di cambiamenti climatici e uno dei ricercato

I ragazzi dello «skolstrejk för klimatet»

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Il fenomeno esploso con la giovane attivista svedese Greta Thunberg ha creato un effetto domino tra i giovani di tutto il mondo, fino alle nostre latitudini, scatenando lo sdegno e il senso di ribellione verso un’indifferenza che potrebbe mettere a repentaglio il futuro di ognuno. Anche nella Svizzera italiana, nello spirito goliardico proprio degli adolescenti e dei ventenni, migliaia di ragazzi si sono organizzati negli scorsi mesi per manifestare e raccogliere firme, affinché il governo si attivi per ridurre le emissioni di CO 2 . Tamara, Rudi, Felipe, Kevin, Laura, Viola, Seraina… sono solo alcuni dei nomi dei protagonisti del documentario postato qui sotto che segue da vicino l’organizzazione, l’impegno, i sogni, le speranze e le paure dietro alle manifestazioni. Sono appena o quasi maggiorenni, e sono determinati a far sì che la politica, l’economia e il clima possano cambiare. Un documentario non (solo) incentrato sul tema del cambiamento climatico, quanto su un modo che sem

Bubblesgate 10 anni dopo

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Dieci anni fa " scoppiava " (come un palloncino che passa sopra una candelina accesa ad una festicciola di compleanno per bimbi viziati) il cosiddetto " Climategate ". Come già prevedevo più di un mese fa , oggi qualcuno approfitta dell'occasione per tornare sulla questione con commenti ex post che rasentano il penoso  (per non dir di peggio). Il fatto si è rivelato sin da subito per quello che veramente era: un bolla di sapone. Infatti è stato da me ribattezzato - ex ante , e a ragione - " Bubblesgate ", perché ovviamente non ha indicato alcuna frode. Nessuna a parte il crimine di aver sottratto illegalmente (ergo: rubato) e-mail private e documenti e di aver cercato di presentare le informazioni rubate come qualcosa che non era. Tutti qui. Altro che dieci anni di bufale. Rende solo commiserevole qualsiasi ulteriore commento in questo senso.

Semi di mangrovie

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Le mangrovie sono formazioni vegetali (o forestali), costituite da piante prevalentemente legnose, che si sviluppano sui litorali bassi delle coste marine tropicali, in particolare nella fascia periodicamente sommersa dalla marea. Il WWF le considera come un bioma, una delle quattordici maggiori tipologie di habitat in cui viene suddiviso il globo terrestre. Sospese tra terra e mare,  formano una barriera naturale contro l'erosione delle coste, i cicloni, le tempeste e le maree. Rappresentano un bene naturale dal valore inestimabile: oltre al loro ruolo come efficace barriera difensiva, costituiscono una grande riserva di biodiversità, essendo l'habitat naturale per numerose specie in via di estinzione. Ma le mangrovie sono soprattutto dei veri e propri pozzi di carbonio: assorbono più carbonio e più velocemente di ogni altra foresta . Purtroppo questo prezioso serbatoio sta scomparendo velocemente, distrutto dall'eccessivo sfruttamento delle sue risorse, minaccia

Non si vince contro la termodinamica

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Come coniugare benessere e sostenibilità ambientale? Al seminario annuale ‘Confronti’ ( organizzato dall’Istituto di ricerche economiche), svoltosi martedì all'Università della Svizzera Italiana (USI) - a cui ho avuto il piacere di partecipare -, sono intervenuti Luca Mercalli e Lucas Bretschger (economista e prof all'ETHZ). Un sunto delle due keynotes e un'intervista a Mercalli in questo post. Luca Mercalli durante la sua keynote , martedì all'USI Se l’economia è la ‘scienza triste’ per eccellenza, ultimamente anche la climatologia pare contenderle l’ingrata etichetta. In realtà entrambe, più che tristi, si direbbero razionali nel loro monito: il cambiamento climatico causato dall’uomo minaccia il nostro stile di vita, e ora si tratta di trovare soluzioni realistiche, sapendo anche che alcune rinunce saranno necessarie. Scelte da effettuare «prima che il paziente diventi terminale» e l’entità dei cambiamenti climatici risulti incontrollabile, come ricorda Luca