Foreste 2011 VII - Flussi
Ultimo post della serie 2011 dedicata alle foreste.
Oggi parliamo di flussi e soprattutto parlano le immagini.
Quattro figure molto interessanti tratte da questo lavoro su forcings, feedbacks e benefici climatici delle foreste in epoca di cambiamenti climatici (prima immagine qui accanto, seconda e quarta figura sotto) e da quest'altro sull'importanza delle interazioni biofisiche fra foreste e clima (terza figura).
Come già accennavamo nei primi post dedicati (anche qui), il patrimonio forestale mondiale (in modi, con ritmi e attraverso processi diversificati in base a tipologie, latitudine, condizioni ambientali di contorno) influenza il clima attraverso processi chimici, fisici e biologici che influenzano il bilancio energetico planetario, il ciclo idrologico e la composizione chimica dell'atmosfera. Queste interazioni complesse e non lineari fra foreste e atmosfera possono smorzare o amplificare il cambiamento climatico indotto dalle attività antropiche. Sequestro e stoccaggio di carbonio (mediante riforestazione o imboschimento in tutti i tipi di foresta) attenuano il GW, i feedbacks biogeofisici associati a loro volta possono aumentare o ridurre questo forcing climatico negativo, le foreste tropicali mitigano il riscaldamento mediante gli effetti evaporativi mentre il basso albedo di quelle boreali agisce in senso opposto ed è un forcing climatico positivo. Per quel che riguarda le foreste temperate, recenti studi (come questo) hanno mostrato l'importanza dei processi di raffreddamento evaporativo in caso di forti e protratte ondate di calore estive.
Le foreste sono a loro volta sotto enorme pressione sia per quel che riguarda, ovviamente, l'intervento antropico diretto sia come conseguenza dei cambiamenti del clima e della composizione chimica dell'atmosfera (più GHGs, fluttuazioni degli aerosol, meno ozono stratosferico, ne parlerò nell'ultimo post dedicato).
Ma lasciamo parlare le immagini, ora.
Oggi parliamo di flussi e soprattutto parlano le immagini.
Quattro figure molto interessanti tratte da questo lavoro su forcings, feedbacks e benefici climatici delle foreste in epoca di cambiamenti climatici (prima immagine qui accanto, seconda e quarta figura sotto) e da quest'altro sull'importanza delle interazioni biofisiche fra foreste e clima (terza figura).
Come già accennavamo nei primi post dedicati (anche qui), il patrimonio forestale mondiale (in modi, con ritmi e attraverso processi diversificati in base a tipologie, latitudine, condizioni ambientali di contorno) influenza il clima attraverso processi chimici, fisici e biologici che influenzano il bilancio energetico planetario, il ciclo idrologico e la composizione chimica dell'atmosfera. Queste interazioni complesse e non lineari fra foreste e atmosfera possono smorzare o amplificare il cambiamento climatico indotto dalle attività antropiche. Sequestro e stoccaggio di carbonio (mediante riforestazione o imboschimento in tutti i tipi di foresta) attenuano il GW, i feedbacks biogeofisici associati a loro volta possono aumentare o ridurre questo forcing climatico negativo, le foreste tropicali mitigano il riscaldamento mediante gli effetti evaporativi mentre il basso albedo di quelle boreali agisce in senso opposto ed è un forcing climatico positivo. Per quel che riguarda le foreste temperate, recenti studi (come questo) hanno mostrato l'importanza dei processi di raffreddamento evaporativo in caso di forti e protratte ondate di calore estive.
Le foreste sono a loro volta sotto enorme pressione sia per quel che riguarda, ovviamente, l'intervento antropico diretto sia come conseguenza dei cambiamenti del clima e della composizione chimica dell'atmosfera (più GHGs, fluttuazioni degli aerosol, meno ozono stratosferico, ne parlerò nell'ultimo post dedicato).
Ma lasciamo parlare le immagini, ora.
Ciao, sempre molto interessanti i tuoi post.
RispondiEliminaTi do una buona notizia, purtroppo legata al volano economico ma pur sempre buona. sarà dura per l'economia tornare ai livelli ante anni 2000, con il petrolio a prezzi concorrenziali.
Rallenta la deforestazione in Amazzonia - La deforestazione in Amazzonia nell’ultimo anno ha subito una brusca frenata, al punto che l’Istituto nazionale per la ricerca spaziale brasiliano ha stimato la perdita di foresta più bassa degli ultimi 23 anni. Tra agosto 2010 e luglio 2011 sono andati distrutti 6.238 chilometri quadrati di foresta, con una flessione dell’11% rispetto ai 12 mesi precedenti. La frenata delle ruspe è in parte dovuta a una crescita più lenta dell’economica globale.
Grazie mille, Daniela!
RispondiEliminaGià: palliativi forse non più tanto e solo fugaci ;-)
Quello che non riescono ad indurre le condizioni termodinamiche al contorno, riescono a farlo quelle economiche...