Peggio del limite?
Un lustro, un solo lustro.
Poi non ci sarà probabilmente più tempo di rimediare significativamente. Sarà superata la soglia-limite critica della "capacità di carico" carbonica. Oltre la quale, il mondo che ci aspetterà non solo sarà più caldo, ma lo sarà *molto di più* e parecchio più instabile, disequilibrato, ricco di nuove opportunità ma al contempo di un sacco di rischi e di drammatiche situazioni.
Questo è quanto si deduce leggendo:
❖ il recente rapporto dell'IEA sul World Energy Outlook 2011 presentato qualche giorno fa a Londra (qui una sintesi e qui un articolo giornalistico) e quello del PwC Low Carbon Economy Index 2011
❖ un recente lavoro corale (qui una sintesi) che ha coinvolto scienziati dell'NCAR di Boulder e dell'ETH di Zurigo a proposito delle condizioni climatiche (vedi anche qui e qui, h/t Paolo C) che potrebbero esperire le prossime generazioni, nella seconda metà di questo secolo, se seguissimo le proiezioni di emissione di gas serra (anche qui) più pessimistiche, effetto di tre condizioni-limite: forte crescita demografica, forte consumo di energia pro capite, alta % di dipendenza da combustibili fossili. E forse - visto quanto letto sopra e quanto continuiamo ad emettere - oggi molto più realistiche di quanto si supponeva fino a qualche anno fa. 7 miliardi e avanti tutta, paesi oggi emergenti e domani emersi, petrolio e poi ancora carbone e gas a farla da padroni ancora e ancora. E poi: effetto pipeline, tempi di permanenza e inerzia del sistema climatico. Insomma: going beyond the IPCC ‘worst case’ e buonanotte a chi ancora oggi crede alle favolette dell'IPCCassandra-Catastrofista.
❖ quello che si può inferire dal passato (vedi anche qui, qui e qui), a proposito della sensitività climatica al raddoppio della concentrazione di CO2. E non è una bella inferenza.
A meno che ci si metta la natura sacra e madre di tutto e di tutti a darci una mano. Io personalmente non ci credo molto.
● Un nuovo gran minimo solare stile Maunder (al di là del fatto che durante gli ultimi minimi solari undecennali l'irradianza è "sprofondata" su valori paragonabili a *quel* minimo pluriennale e d'altra parte oggi il sole è in rapida "ripartenza"...) non sarebbe che un rimedio omeopatico, al di là di deboli rilevanze regionali e stagionali.
● Un nuovo supervulcano arriverà ma chissà quando.
● Un asteroide stile vecchia ipotesi di Alvarez et al. sull'estinzione dei dinosauri (oggi un po' ridimensionata: non sembra così chiara, univoca ed evidente la causa scatenate, grandi estinzioni del passato sono comunque correlate a forte aumento di gas serra in atmosfera associato ad intenso vulcanismo e d'altronde i sauri avevano sangue caldo, a differenza di quel che si pensava prima) è possibile ma improbabilissimo e bisogna resettare e ripristinare, semmai, la profonda scala dei lunghissimi tempi geologici.
Oppure a meno di spregiudicati quanto rischiosissimi e costosissimi esperimenti di geoingegneria.
Però una transizione, tutto sommato, sarebbe anche possibile (qui e qui appr. in pdf; ma vedi per es. anche qui, qui e soprattutto qui).
Ed è proprio in questa consapevolezza e in questo paradosso che ci giochiamo il futuro.
✒✒✒✒✒✒✒✒✒✒✒✒✒✒✒✒✒✒✒✒✒✒✒✒✒✒✒✒✒✒✒✒✒
[Update 20/11: sarò assente per qualche giorno, mi ritiro in clausura nel sempre più breve tempo libero a disposizione, a studiare indici per l'outlook invernale imminente di Meteonetwork, previsto per inizio dicembre...]
Poi non ci sarà probabilmente più tempo di rimediare significativamente. Sarà superata la soglia-limite critica della "capacità di carico" carbonica. Oltre la quale, il mondo che ci aspetterà non solo sarà più caldo, ma lo sarà *molto di più* e parecchio più instabile, disequilibrato, ricco di nuove opportunità ma al contempo di un sacco di rischi e di drammatiche situazioni.
Questo è quanto si deduce leggendo:
❖ il recente rapporto dell'IEA sul World Energy Outlook 2011 presentato qualche giorno fa a Londra (qui una sintesi e qui un articolo giornalistico) e quello del PwC Low Carbon Economy Index 2011
❖ un recente lavoro corale (qui una sintesi) che ha coinvolto scienziati dell'NCAR di Boulder e dell'ETH di Zurigo a proposito delle condizioni climatiche (vedi anche qui e qui, h/t Paolo C) che potrebbero esperire le prossime generazioni, nella seconda metà di questo secolo, se seguissimo le proiezioni di emissione di gas serra (anche qui) più pessimistiche, effetto di tre condizioni-limite: forte crescita demografica, forte consumo di energia pro capite, alta % di dipendenza da combustibili fossili. E forse - visto quanto letto sopra e quanto continuiamo ad emettere - oggi molto più realistiche di quanto si supponeva fino a qualche anno fa. 7 miliardi e avanti tutta, paesi oggi emergenti e domani emersi, petrolio e poi ancora carbone e gas a farla da padroni ancora e ancora. E poi: effetto pipeline, tempi di permanenza e inerzia del sistema climatico. Insomma: going beyond the IPCC ‘worst case’ e buonanotte a chi ancora oggi crede alle favolette dell'IPCCassandra-Catastrofista.
❖ quello che si può inferire dal passato (vedi anche qui, qui e qui), a proposito della sensitività climatica al raddoppio della concentrazione di CO2. E non è una bella inferenza.
A meno che ci si metta la natura sacra e madre di tutto e di tutti a darci una mano. Io personalmente non ci credo molto.
● Un nuovo gran minimo solare stile Maunder (al di là del fatto che durante gli ultimi minimi solari undecennali l'irradianza è "sprofondata" su valori paragonabili a *quel* minimo pluriennale e d'altra parte oggi il sole è in rapida "ripartenza"...) non sarebbe che un rimedio omeopatico, al di là di deboli rilevanze regionali e stagionali.
● Un nuovo supervulcano arriverà ma chissà quando.
● Un asteroide stile vecchia ipotesi di Alvarez et al. sull'estinzione dei dinosauri (oggi un po' ridimensionata: non sembra così chiara, univoca ed evidente la causa scatenate, grandi estinzioni del passato sono comunque correlate a forte aumento di gas serra in atmosfera associato ad intenso vulcanismo e d'altronde i sauri avevano sangue caldo, a differenza di quel che si pensava prima) è possibile ma improbabilissimo e bisogna resettare e ripristinare, semmai, la profonda scala dei lunghissimi tempi geologici.
Oppure a meno di spregiudicati quanto rischiosissimi e costosissimi esperimenti di geoingegneria.
Però una transizione, tutto sommato, sarebbe anche possibile (qui e qui appr. in pdf; ma vedi per es. anche qui, qui e soprattutto qui).
Ed è proprio in questa consapevolezza e in questo paradosso che ci giochiamo il futuro.
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[Update 20/11: sarò assente per qualche giorno, mi ritiro in clausura nel sempre più breve tempo libero a disposizione, a studiare indici per l'outlook invernale imminente di Meteonetwork, previsto per inizio dicembre...]
E oggi è arrivato anche il nuovo Special Report IPCC, subito 'azzannato' da Joe Romm:
RispondiEliminahttp://thinkprogress.org/romm/2011/11/18/371924/ipcc-chart-dust-bowlification/
Dai Stefano, speriamo di sfornare un outlook più preciso dell'anno scorso!
RispondiElimina@Anonimo
RispondiEliminagià. Ma vedo che c'è qualche visione contrastante all'interno...:-D
BTW: chi sei?
Bello questo blog. L'ho messo nei miei blog roll.
RispondiEliminaHo visto il "dialogo" sul blog di Bardi con l'anonimo anti GW.
mentre leggevo pensavo a un articolo che ho letto qui
http://www.salvaleforeste.it/201111301607/i-popoli-indigeni-avvertono-i-cambiamenti-climatici-sono-in-corso.html?utm_source=dlvr.it&utm_medium=twitter
Mah...chissà se gli Inuit sono degni di nota. Loro ci vivono nel ghiaccio. Che sta scomparendo.
Buon lavoro!
@Daniela
RispondiEliminaGrazie e benvenuta sul mio blog!
Grazie anche del link. Lo integrerò in uno dei prossimi post della serie che sto dedicando alle foreste per l'anno internazionale.
Inuit: leggi qui:
http://www.arctic-frontiers.com/index.php?option=com_content&view=article&id=499-aqqaluk-lynge-greenland&catid=158-keynote-speakers-abstracts&Itemid=324&lang=en
e qui:
http://www.inuit.org/
Ciao!