Foreste 2011 II - Rizomi

Alcuni spunti rizomatici che sono affiorati dallo stream odierno, mentre visitavo la sottostazione sudalpina del WSL, durante l'odierna giornata delle porte aperte (in occasione degli eventi dedicati ai festeggiamenti del ventennale dell'apertura della sede, della fine del giubileo del 125esimo della nascita dell'istituto e naturalmente del 2011, anno delle foreste, primo post dedicato qui).



◊ La superficie forestale globale ricopre circa 1/3 delle terre emerse, in Svizzera circa 1/3 del territorio è boschivo e non si tratta di un'entità uniforme perché in questo territorio pur piccolo ci sono 120 tipi di bosco diversi nei quali vivono oltre 20'000 specie di esservi viventi.

◊ Foresta come fornitrice di servizi ecosistemici fra loro molto diversificati: climatico/ambientale come stock di carbonio e modulatrice del ciclo idrologico, sociale/territoriale come spazio per indigeni e svago per tutti, economico come mercato di risorse naturali, ecologico ed etico come mantenimento di biodiversità in sé e per le generazioni future.

◊ Foresta come architrave delle condizioni climatiche regionali e globali, essendo il clima sotto stretto controllo biologico: regolatrice dei flussi di CO2, delle emissioni di radiazione IR, del ciclo dell'acqua, dell'albedo, delle emissioni dei composti organici volatili (sia di origine antropica, sia soprattutto di origine naturale, vedi ad es. qui e commenti segg.).

◊ Foresta che è anche regolatrice, con specifici lagtimes, delle lunghe e protratte heatwaves estive, almeno - secondo questo studio recente - in Europa. All'inizio dell'ondata di calore la foresta, rispetto alle praterie, non riesce a mitigarne la portata che è circa doppia rispetto a quella che si riscontra al di sopra di superfici erbose (essendo quest'ultime molto più velocemente soggette alla rinfrescante evaporazione, in risposta a temperature e radiazione solare incidente più forti, che ne sopprime la portata). In seguito, però, l'uso conservativo dell'acqua da parte delle foreste riesce a mitigare la portata delle heatwaves che invece si manifestano in modo assai più marcato al di sopra delle regioni ricoperte da prateria, essendo molto più soggette ad accelerazione dell'esaurimento dell'umidità dei suoli in conseguenza del processo spiegato prima, ciò che induce uno shift critico nel sistema climatico regionale che porta ad un aumento del riscaldamento. In sostanza, le foreste accelerano la heatwave nella prima parte dell'evento (sul corto termine) e però poi ne smorzano l'apice mitigando l'impatto della canicola più estrema e/o degli eventi di heatwave più durevoli.

◊ Foreste che cambiano nel tempo in risposta non solo alla presenza o assenza delle sollecitazioni antropiche (come ad es. l'abbandono degli alpeggi), ma che reagiscono con specifici tempi di risposta anche a condizioni climatiche mutate e in mutamento. Per es. l'area insubrica nella quale risiedo, presenta diverse regioni collinari con nicchie ecologiche che si stanno rapidamente riempiendo di specie arboree di origine subtropicale sempreverdi, in origine presenti in zona a macchia di leopardo perlopiù a scopo ornamentale in parchi periurbani o in giardini pubblici o privati. Grossomodo da poco più di una ventina di anni, però, è in corso una forte "subtropicalizzazione" del substrato arboreo e del sottobosco, perché molte di queste specie esotiche si stanno espandendo colonizzando le nicchie lasciate scoperte da specie a loro volta migrate più in alto nel paesaggio boschivo sudalpino.

◊ Foreste che, in realtà, migrano in alto un po' ovunque (vedi ad es. qui): almeno un migliaio di specie vegetali aliene si spostano sempre più in alto sulle montagne del pianeta. Ovunque: dalle Alpi europee a quelle oceaniche, dalle Hawaii alle Canarie, dalle Ande alle Rockies e fino alle montagne di alcune isole del Pacifico. Alla base del fenomeno ci sono, anche in questo caso generale, i cambiamenti del clima ma anche specifiche attività antropiche quali turismo, vie di comunicazione e attività connesse.



Nel prossimo post dedicato, il promesso post sul problema della divergenza nella comparazione fra dati strumentali e ricostruzioni vicarianti di origine dendrocronologica.

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