Un lustro dopo Parigi, c'è (ancora troppo) poco di lustrato
Lo scorso 12 dicembre era il quinto anniversario dello storico accordo sul clima di Parigi, adottato al termine della COP21 con il consenso unanime delle 196 delegazioni presenti e 188 paesi che nel frattempo l'hanno ratificato. È solo un piccolo passo, ma simboleggia la lotta unitaria contro il cambiamento climatico. 5 anni dopo a che punto siamo?
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Emissioni attuali: 52 Gt CO2 annue
Policies attuali con target il 2030: 59 Gt CO2 annue
Emissioni pattuite con target il 2030: 53-56 Gt CO2 annue
Emissioni richieste nel 2030 per non superare i +1,5 ° C: 25 Gt CO2 annue.
Ergo: stiamo seguendo la via dei +3 ° C, non quella del +1,5 ° C. Molto preoccupante.
Brunner et al. 2020 |
Il 2020 non si scosta dal trend: sarà l'ennesimo anno nei top 3 degli anni più caldi.
Siamo ora a ~ +1,2 ° C dal periodo preindustriale. La recente tendenza al riscaldamento è di 0,15-0,2 ° C per decennio. Le variazioni della temperatura media globale ricavate dai dati paleoclimatici sono state a volte anche relativamente grandi ma sempre molto lente - al massimo attorno al decimo di grado per decennio; oggi sono il doppio.
Il tempo sta chiaramente scadendo per l'obiettivo più ambizioso ma anche più auspicabile del grado e mezzo in più entro fine secolo. A questo giro, lo raggiungeremo entro una decina di anni; il limite dei +2 ° C entro metà secolo...
Mi sorprende l' affermazione che in alcuni casi nel passato geologico l' aumento di temperature globali abbia raggiunto gli 0,1 gradi per decennio, ossia ben la metà del tasso in corso. Ero rimasto ad un ordine di grandezza inferiore anche appunto nei periodi di maggiore riscaldamento climatico, con valori medi durante le deglaciazioni assai più lenti. Sarebbe possibile sapere con qualche dettaglio quando si sono verificati questi "repentini" riscaldamenti naturali (mi viene in mente come possibilità il periodo dopo lo younger dryas ad esempio)?
RispondiEliminaSì, mi sono espresso male, mi riferivo al riscaldamento repentino avvenuto dopo lo YD, la transizione di Bølling-Allerød, ma anche ai 25 eventi Dansgaard-Oeschger avvenuti durante l’ultimo ciclo glaciale. Che riguardavano in primis la regione polare groenlandese, ma non solo. Si tratta di un’inferenza su scala globale di quanto avveniva nella regione polare. Tuttavia, è bene ricordare come quei fenomeni fossero soprattutto regionali mentre oggi l’amplificazione artica riflette un processo globale.
Eliminahttps://www.jstor.org/stable/24917433?seq=1#metadata_info_tab_contents
http://pastglobalchanges.org/download/docs/newsletter/2012-1/PAGES%20news%202012-1(42-43)_Abrupt%20changes.pdf
Va inoltre aggiunto che la maggior parte degli archivi paleoclimatici forniscono dati fortemente soggetti a processi autoregressivi: ciò significa che sono distribuiti nel tempo in modo non sempre e necessariamente casuale, condizione che naturalmente non può essere attribuita interamente a fattori climatici. “Memorizzando” le informazioni da un periodo di tempo all'altro, si ha per effetto di amplificare le fluttuazioni decennali nei record proxy rispetto ai loro drivers climatici. Di conseguenza, la semplice presenza di una variabilità decennale di ampiezza elevata in una data serie temporale paleoclimatica non può essere presa come evidenza di una corrispondente variazione climatica energeticamente forzata.
Comunque sì: il tasso di riscaldamento durante i precedenti periodi interglaciali più caldi è stimato a circa 0,015° C per decennio, senza i suddetti bruschi cambiamenti. Il cambiamento climatico previsto per il 21 ° secolo dovrebbe essere di almeno un ordine di grandezza più veloce. E, ad oggi, lo è in pieno.
https://hal.archives-ouvertes.fr/insu-00374866/
Grazie delle aggiunte e dei riferimenti.
EliminaSperiamo che nei prossimi anni dopo il calo delle emissioni dovuto alla pandemia il mondo riesca finalmente ad imboccare la strada verso una discesa continua e progressiva delle proprie emissioni.
Prego. A proposito di emissioni nel 2020, sto finendo un post che pubblicherò a breve...
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