Un fresco caldo d'altri tempi

Dato che quest’anno nella regione alpina non abbiamo ancora raggiunto eccessi di caldo (come è stato il caso, invece, in ben il 50% delle volte negli ultimi 20 anni) e in giugno è piovuto spesso, in molti hanno avuto l’impressione che questo inizio di estate sia stato fresco. Di canicola non se ne parla e non se ne parlerà ancora almeno fino a metà mese. Possiamo già considerare fresca la prima parte dell’estate? E che relazione c'è fra gli estremi di una volta e la normalità odierna?



La memoria delle persone è piuttosto soggettiva, ma le misure meteorologiche non lasciano scampo a interpretazioni o a gusti personali. MeteoSvizzera misura le temperature in Svizzera dal 1864 e i dati vengono poi omogeneizzati (vedi anche qui e qui) al fine di rendere possibile l’analisi del clima sul lungo periodo.

Prima parte d’estate fresca, dunque? Per rispondere a questa domanda bisogna stabilire il termine di paragone, cioè rispetto a quale periodo vogliamo confrontare il periodo in esame.
La climatologia attuale definisce il trentennio 1981-2010 come quello di riferimento. Bisogna considerare un periodo di almeno trent'anni, infatti, affinché un eventuale segnale di cambiamento climatico possa emergere e non essere offuscato dalle oscillazioni legate alla variabilità naturale del clima.

L’estate meteorologica è cominciata il 1 giugno; a sud delle Alpi il mese di giugno ha fatto registrare un’anomalia di -0,1 °C rispetto alla media 1981-2010, mentre a livello nazionale il mese è risultato perfettamente nella norma. Un mese né fresco né caldo, dunque, dalle temperature nella norma. Un mese di giugno tipico di qualche anno fa.

Cambiamo ora il nostro riferimento, e consideriamo il trentennio di riferimento preindustriale 1871-1900 : in questo caso il mese di giugno 2020 risulta più caldo della norma di 1,4 °C, sia a livello nazionale sia a livello sudalpino. Centocinquant’anni fa, quindi, il mese di giugno da poco terminato ci sarebbe sembrato piuttosto caldo.

Cambiamo ancora il nostro riferimento, spostiamolo agli ultimi 30 anni, periodo per il quale probabilmente la maggior parte di noi ha un ricordo più o meno solido delle temperature estive. Dall’anno prossimo il trentennio 1991-2020 diventerà la “norma” climatica con cui confrontare le varie misure. Così facendo il mese di giugno di quest’anno risulta più fresco della norma di 0,9 °C per il versante sudalpino, di 0,8 °C a livello nazionale. Quest’anomalia negativa spiega forse il motivo per cui il mese di giugno sia stato avvertito dai più come un mese piuttosto fresco.

Un grafico spiega tutto in maniera più immediata: ecco qui sotto l’andamento della temperatura media mensile del mese di giugno a sud delle Alpi dal 1864 ad oggi: con una media di 10,9 °C giugno 2020 risulta il quarantasettesimo più caldo dei 156 mesi di giugno per i quali disponiamo delle misure. Prima degli anni Novanta mesi di giugno con temperature di circa 12 °C potevano essere considerati estremi, ora sono diventati la normalità.

Mese caldo quindi, o mese fresco? Scegliete voi con quale trentennio confrontarlo.

Temperatura media mensile di giugno a sud delle Alpi dal 1864 al 2020. Le linee rosse indicano la media del trentennio preindustriale 1871-1900 e dell’ultimo trentennio 1991-2020. La linea verde tratteggiata mostra la media del trentennio 1981-2010.

Due parole ora su inizio luglio: a sud delle Alpi la temperatura media giornaliera dei primi giorni del mese è risultata fino a 3 °C superiore alla norma 1961-2010 e fino a 2 °C superiore alla norma 1981-2010. Rispetto all’ultimo trentennio 1991-2020, siamo circa mezzo grado sopra la media. Il mese, quindi, è iniziato un po’ più caldo del normale, ma senza eccessi.

Torniamo ora alla domanda che dà il titolo a questo post. Come detto fino alla metà di luglio non sembra che si verificheranno ondate di caldo intenso. Grazie ad un vortice polare particolarmente attivo capace di convogliare di tanto in tanto aria più fresca da nordovest verso la regione alpina, le temperature medie giornaliere dovrebbero mantenersi su valori prossimi alle medie del periodo, o superarle solo di poco per pochi giorni. È quindi molto probabile che la prima parte della stagione estiva 2020 termini più fresca rispetto agli ultimi 30 anni, ma come abbiamo visto la partita si gioca sul trentennio che prendiamo come riferimento. Sarà infatti piuttosto improbabile arrivare a metà luglio con un’anomalia negativa rispetto alla norma 1981-2010. Nel frattempo, godiamoci questo inizio estate d’altri tempi.

In ogni caso, la figura sopra parla chiaro e gli scenari climatici CH2018 pure: i mesi di giugno, così come le stagioni estive, stanno diventando sempre più caldi, indipendentemente da un mese o da una stagione più fresca della norma. 8 delle 10 estati più calde da inizio serie (155 anni fa) a Lugano, per dire, sono tutte contenute negli ultimi 17 anni: 2003, 2019, 2015, 2018, 2017, 2012, 1994, 2013, 1928 e 2009; addirittura tutti i 10 mesi di giugno più caldi dal 1864 sono contenuti negli ultimi 20 anni.

E questo non solo in Svizzera.

Uno dei segnali più netti del cambiamento climatico è il continuo aumento delle temperature, particolarmente evidente in estate con l’aumento del numero di giornate tropicali e delle ondate di caldo. Questo cambiamento è osservato in tutta Europa. MeteoSvizzera, il Servizio Meteorologico tedesco e l’Istituto Centrale di Meteorologia e Geodinamica austriaco affrontano quindi la sfida del cambiamento climatico in stretta collaborazione.

Da Berlino a Ginevra, da Lugano a Vienna

Dagli anni Novanta l’estate è diventata più calda non solo in Svizzera, ma anche in Germania e in Austria. La temperatura media delle estati che prima del 1990 potevano essere considerate come estremamente calde è ora diventata la temperatura media dell’estate. Anche le estati più fresche degli ultimi 30 anni hanno fatto registrare temperature medie superiori alle medie pluriennali degli anni antecedenti il 1990.

Giornate tropicali raddoppiate

Un indicatore particolarmente rilevante per l’aumento del caldo estivo è dato dal numero medio di giornate tropicali all’anno, quelle in cui il termometro supera i 30 °C. Dal 1990 questo numero è aumentato: se prima degli anni Novanta in Svizzera, in Germania e in Austria si contavano mediamente 7 – 10 giornate tropicali, oggi il loro numero è compreso tra 14 e 21; è stato quindi osservato un raddoppio del loro numero, come mostra la figura qui sotto.

Numero medio di giornate tropicali prima del 1990 e oggi per alcune città.

Gli estremi diventano la normalità

Prima del 1990 a Lugano venivano registrate mediamente da 2 a 5 giornate tropicali all’anno. Oggi il loro numero è salito a 12, valore raggiunto o superato solo durante 8 stagioni estive nei 127 anni che vanno dall'inizio delle misurazione nel 1864 al 1990. Gli estremi di una volta sono quindi diventati la normalità di oggi.

Ondate di caldo più frequenti

Negli ultimi decenni in Germania, in Austria e in Svizzera le ondate di caldo sono diventate più frequenti e durature. Regioni che erano interessate da questo fenomeno solo saltuariamente, oggi sono confrontate spesso con condizioni canicolari. L’aumento della frequenza delle ondate di caldo dall’anno 2000 è stato registrato dalla Germania settentrionale alla Svizzera meridionale, come mostra la figura qui sotto.

Periodo di 14 giorni più caldo all’anno in cui la media delle temperature massime giornaliere è stata maggiore o uguale a 30 °C per alcune stazioni scelte in Svizzera, Austria e Germania. Grafico: Deutscher Wetterdienst DWD.

In futuro ancora più caldo

Con l’aumento delle temperature previsto entro il 2060, a Ginevra il numero medio di giornate tropicali salirà dalle attuali 21 a 35, a Lugano da 14 a 28. Negli scenari climatici CH2018 , un forte aumento delle ondate di caldo in Svizzera è stato classificato come molto probabile.

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