Spot the difference!
Ha ancora senso parlare di slowdown delle T globali? Ha mai avuto un senso parlare, a tal proposito, di hiatus? Figurarsi di pausa/stallo/arresto/stop/fine del GW.
Ad essere onesto, a me pare una questione di lana caprina. È senz'altro interessante e foriera di speculazioni stimolanti dal punto di vista dell'indagine scientifica, ma irrilevante per quel che concerne la sostanza di fondo.
C'è chi ha spiegato il modo in cui certe mode diffuse - in maniera più o meno consapevole, più o meno voluta, più o meno virale - tramite memi (che a volte sembrano spot pubblicitari) possa condizionare anche il linguaggio con cui comunica la scienza. Della serie: se non parli di slowdown delle T globali non sei sufficientemente cool da essere ammesso come vip al party all'angolo...
Anyway: in fin dei conti, tutto il discorso, nello specifico, sembra molto il gioco delle differenze da scovare nel contesto di figure che ingannano i sensi.
Riassumo per sommi capi la quest (punti 1-8) e aggiungo l'aggiornamento recente (punti 9-10).
1) Le T globali, nell'ultimo decennio e un po', sembrano crescere meno velocemente rispetto a prima (= con un pace meno forte, con un trend meno ripido, con un rateo di crescita inferiore, un aumento di T per unità di tempo inferiore a prima).
2) Dunque il GW si è fermato?
3) Per chi è convinto che segmenti e cerchi siano la stessa cosa, probabilmente 1 = 2. Per loro GW = rate of GW. Contenti loro.
4) Per tutti gli altri, ovviamente, no. E per una semplice ragione: il riscaldamento è il "processo" di aumento di temperatura e questo è una grandezza scalare, non è l'aumento stesso. La derivata è altra cosa, è il tasso di variazione della grandezza, non la variazione della grandezza in sé. Il "processo" attraverso cui una grandezza cambia non equivale al cambiamento della stessa grandezza, o mi sono perso qualche recente rivoluzione matematica?
5) Ulteriori considerazioni con similitudini e metafore.
Ogni dieci anni la temperatura sale, e aumenta anche rispetto al decennio che comprende il famoso 1998, l’anno che, dato il Nino particolarmente forte, segnò un balzo in avanti rispetto agli anni precedenti. In quell’anno fu scalata un’altura particolarmente ripida. In cima, però, non si trovò una discesa che riportasse a valle. Né, come si afferma da più parti, un vasto ed esteso altopiano. Ma ci si trovò di fronte un più ristretto altopiano al termine del quale si sono trovate altre alture. Per il momento non abbiamo incontrato salite aspre e ripide come quella del 1998 ma è anche vero che non abbiamo ancora incontrato un Nino paragonabile. Ciò nonostante, a parte qualche anno di altopiano, non abbiamo mai smesso di salire.
Per dirla in altra maniera: la media dell’ultimo lustro (2010-2014) è simile all’anomalia dell’inusitato 1998, quindi in questi anni 15 anni siamo passati dal fatto di avere un valore inusitato ad averlo (più o meno) come valore medio di un quinquennio. Come se le estati europee tra il 2015 e il 2019 chiudessero, in media, più o meno come quella del 2003. Da spararsi subito.
In altri termini ancora: se il mio peso forma è 70 Kg e in un decennio prendo 10 Kg (pesandone 80 alla fine) e in quello successivo 5 Kg, arrivando a 85 Kg, non posso dire che nel secondo decennio c'è stato un calo dell'ingrassamento (che poi cosa vorrebbe dire? Un dimagrimento?). Posso certo dire che nel secondo decennio sono ingrassato con un ritmo inferiore a quello del decennio precedente. Quindi, il GW (l'ingrassamento) è aumentato, e pure di parecchio (5 Kg). E chi dice che c'è un calo del GW è come se sostenesse che passando da 80 a 85 Kg c'è stato un calo dell'ingrassamento (cioè un dimagrimento). Molto spiritoso.
6) Ma come mai questo apparente rallentamento della crescita delle T globali (= crescono ancora anche se apparentemente meno di prima, quindi GW non fermo, GW che non cala, etc etc etc)? Come spiegare la generale sovrastima dei modelli?
7) Molteplici le possibili ragioni, mi limito a riassumere in tre categorie:
● troppo corto il periodo, il rumore ha il sopravvento sul segnale sotto i 20-30 anni;
● mera variabilità interna (3/5 circa del contributo): trasferimenti di calore, senza interventi sul bilancio di energia, sottrazione di calore al di sotto degli oceani Pacifico - soprattutto, con trasporto di calore verso l'Indiano - e Atlantico; pattern di circolazione invernale euroasiatica ingeneranti anomalie termiche continentali negative fra il 2007 e il 2012 (cioè un fenomeno legato alle temperature invernali sulle aree di terra a sua volta dovuto al trend all'incremento della pressione sul nord-ovest russo e solo post 2007 quando è iniziata la sequenza di inverni freddi in Eurasia) -> Merrifield 2011, Meehl et al. 2011, Zhang et al. 2012, Meehl et al. 2013, Balmaseda et al. 2013, Guemas et al. 2013, Watanabe et al. 2013, Kosaka and Xie 2013, Chen and Tung 2014, England et al. 2014, Risbey et al. 2014, Lee et al. 2015;
● qualche influsso di fattori forzanti esterni: in primis irradianza solare recentemente un poco meno forte e soprattutto (1/5 circa del contributo per circa 1/3 degli effetti) aumento dello spessore ottico degli aerosol stratosferici indotto da un aumento della frequenza di tante, continue e cumulate piccole e medie eruzioni vulcaniche, segnale quest'ultimo catturato molto meglio con strumenti più appropriati per scandagliare la sensibile quota della UTLS -> Solomon et al. 2010, Hansen et al. 2011, Solomon et al. 2011, Haywood et al. 2013, Neely III et al. 2013, Fyfe et al. 2013, Santer et al. 2014, Ridley et al. 2014, Santer et al. 2015.
8) Last but not least, i buchi nei dataset. L'Artico, per es., in gran parte è scoperto e comprendendolo le cose cambiano un poco.
9) In questo senso, un miglioramento delle analisi delle serie di dati, permette di affinare la risoluzione e la copertura, togliendo buchi e distorsioni. E migliorando sensibilmente l'osservazione della realtà.
10) La correzione per il bias, apportato dalle serie HadSST3 e le ERSSTv4, è dovuta all'aumento del contributo delle rilevazioni da boe negli ultimi 15 anni, boe che in media misurano una temperatura più bassa delle navi di 0,12°C poichè le navi riscaldano l'acqua nel loro intorno.
E così, apprendiamo (Karl et al., 2015) che le recenti analisi NOAA tolgono ulteriormente senso ai concetti usati impropriamente come quelli segnalati ad inizio post.
L'introduzione delle ERSSTv4 non cambia molto per l'andamento delle T globali ma altera in modo piuttosto significativo i trend da fine anni '90 quando le rilevazioni da boe hanno iniziato a sostituire le navi; l'esclusione dell'Artico ha un impatto simile dal 2000 ma inferiore considerando il periodo 1998-2012.
In sintesi: cosa cambia? I miglioramenti delle osservazioni fanno sparire il rallentamento del rate of GW dell'ultimo periodo, nonostante i contributi raffreddanti di cui sopra (vedi 7).
Matematicamente, come dire: funzione crescente (e si sapeva), derivata prima positiva (e si sapeva), derivata seconda non negativa (e questa sarebbe le relativa novità).
Ma in fondo in fondo, cambia ben poco. I due segmenti e i due cerchi delle figure sembrano diversi, ma sono uguali.
Update 14/6:
quale la principale implicazione? Il rateo di crescita recente del GW - secondo questa nuova, recente e aggiornata analisi - non sarebbe più inferiore al precedente, bensì simile.
Siccome la componente naturale che influisce sull'andamento del sistema climatico (leggasi: variabilità interna e forcing naturali) ha agito in direzione opposta rispetto al principale fattore che contribuisce all'accumulo di energia riscaldandolo (il forcing antropico da gas serra), si può concludere dicendo che questo fattore (che ha avuto anche implicazioni sul bilancio di energia globale, vedi anche qui) da un lato ha "tamponato" un ulteriore rafforzamento del trend di fondo (rateo di crescita del GW superiore) e dall'altro potrebbe in parte spiegare la parziale discrepanza con i modelli di simulazione.
E questo al di là delle differenze pur minime e poco o per nulla significative (margini di errore e significatività statistica, vedi qui e vedi punto 7a).
Restano però ancora irrisolti alcuni interessanti aspetti. Per es.: come mai, a fronte di un rateo recente di incremento del GW leggermente inferiore (vecchia analisi) o simile (nuova analisi) a quello precedente, l'azione "contraria" indotta dalla variabilità interna si è manifestata sostanzialmente nelle anomalie di circolazione atmosferica rappresentate dal rafforzamento dei venti alisei del Pacifico (con tutte le implicazioni del caso, vedi punto 7b) e dal raffreddamento invernale dell'entroterra euroasiatico alle latitudini medio-alte?
Speculazioni senz'ombra di dubbio foriere di ulteriori studi e ricerche.
Ottimo compendio del fenomeno transitorio riguardo all' andamento di breve periodo del riscaldamento superficiale di questo nostro povero globo terracqueo.
RispondiEliminaOvviamente il senso
a) per i climatologi è cercare di capire meglio e più dettagliatamente la variabilità decennale;
b) per gli scetticastri è battere la grancassa e propalare all' universo creato la verità inconfutabile di 2 basandosi sull' efficacissima (in termini di propaganda) fallacia logica
1 = vero
1 implica 2 (o meglio appare così all' evidenza, per quanto superficiale, anche se è falso)
2 = vero (vedi sopra)
Veramente notevoli gli ultimi due grafici che, dimostrano ancora una volta, come questi possono valere più di mille parole.
RispondiEliminaAnch' io mi ero divertito a calcolare trend lineari su periodi medio-brevi (tra 1o e 40 anni) cambiando l' anno d' inizio ed ovviamente veniva fuori che sul lungo periodo lo iato (evidente però) di inizio secolo diventava irrilevante, ma il segnare direttamente sul grafico annuale in blu ed in rosso ii segmenti di linearizzazione ha un impatto visivo ed esplicativo davvero splendido.
Chiederei solo una precisazione: i segmenti neri sono calcolati (e se sì in che modo?) o aggiunti a mano?
Bisogna dedurre dalla finora mancata risposta all' ultimo commento che i segmenti neri sono aggiunte a mano libera?
RispondiEliminaScusami tanto, mi era sfuggito il tuo precedente commento.
RispondiEliminaAllora: i segmenti neri sono i trend decennali (primo grafo) risp. trentennali (secondo) di due specifici periodi interessanti e che presentano, per certi versi, alcune similitudini (per es. in ordine allo stato del Pacifico): il decennio 2005-2014, risp. il trentennio 1945-1974.
Ringrazio della risposta.
RispondiEliminaIn effetti questi segmenti dimostrano ancora una volta come il selezionare alcuni periodi specifici (ossia il cherrypicking che non sempre imo è condotto in malafede ma a volte è frutto di autoinganni) può essere fuorviante soprattutto se li si sovra-interpreta, mentre se si considerano tutti i dati a disposizione (i segmenti blu e rossi) i trend diventano di una chiarezza solare.
Si potrebbe forse aggiornare il post, considerando gli ultimi due articoli citati in Open Mind che, analizzando i dati disponibili ad oggi, mostrano come non solo nessuna pausa nel GW si è verificata (era già chiaro anche anni fa tranne ai faziosi) ma nemmeno un reale slow-down. Non sarebbe male anche completare gli ultimi due grafici per far notare come si modifichino i trend decennali "finali".
RispondiEliminaGrazie del commento. Spunti colti, aggiornerò il post.
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