Scemenzaio terrapiattista I

Nel 1881 venne pubblicato postumo il romanzo incompiuto di Gustave Flaubert Bouvard et Pécuchet, una sorta di spassosa apologia della scemenza umana. L’opera viene tutt'ora pubblicata con l’appendice Dizionario dei luoghi comuni, una specie di lista di frasi fatte e di idee becere.
Questo catalogo fa da spunto ad una serie di post carnascialeschi, nei quali ho cercato di ripercorrere e adattare il catalogo fornendo una sorta di lessico del negazionismo climatico con l’obiettivo di mostrare quanto l’idiozia, i luoghi comuni e le facili sentenze continuino a permearne capillarmente la sua diffusione. Con un occhio a Cipolla e alla sua mitica suddivisione cartesiana delle qualità umane, abbinata alle 5 leggi della stupidità e ovviamente al suo monito racchiuso nella prima, quarta e quinta legge. E un altro al debunking.



Per questa prima puntata, partiamo dalle prime 5 voci, con un'avvertenza: non seguirò pedissequamente tutte le lettere dell'alfabeto, per alcune ci sono più di una voce, per altre nemmeno una. Ogni suggerimento è ben accetto, in tal senso.


A - come ANEDDOTICA. Assurta a modus operandi e pensante e grimaldello di ogni scorciatoia cognitiva. "Dove è finito il GW? Ci hanno insegna­to che il grande problema del mondo (altro che le bolle finanzia­rie) è il GW e intan­to decine di perso­ne sono morte in Europa a causa del gelo epocale di quest'inverno, e anche il mare non collabora perché da due ore non si sta più alzando, noto poi che i ghiacci artici son tornati al livello del 1979, etc etc etc..."

B - come BILANCIO. Non quello radiativo che è già troppo complesso. No, quello che si pretende sia l'obiettivo di una buona informazione mass-mediatica sul tema. "La media non esiste (nemmeno in natura!), la moda neppure, il consenso è un costrutto, la par condicio un diritto" ...  e se di una cosa non c'è anche qualcuno che contemporaneamente la neghi, quella cosa non esiste.

C - come COMPLOTTISMO, ovviamente. Della serie: il complottismo mondiale della talpa suicida, *tutti* gli istituti di ricerca, le università e i politecnici dove si fa climate research improvvisamente e collettivamente sono divenuti ignoranti nella loro expertise e sono in torto, i terrapiattisti hanno ragione. Soli contro tutti. Tutti a cospirare per illudere miliardi di persone con gli allucinogeni dell'effetto serra e dell'AGW propugnati dall'olimpo mondiale e i terrapiattisti i veri eletti che tentano di ravvederci e di salvarci da questo complotto di massa. Come scriveva il "giornalista Capzioli" ieri l'altro, "se la realtà smentisce il mio giu­dizio, tanto peggio per la realtà, io man­tengo il mio giudizio". CVD
Ma anche come CICLISMO. La mania dei cicli al servizio di Flatlandia. "È tutto e sempre e solo un ciclo, naturale, solare, cozmico, galattico, universale, corsi, ricorsi e tricorsi, ci furono anche in passa­to (quando non esistevano i SUV) cicli di surricaldamento in alternanza con ci­cli di raffreddamento etc etc etc".

D - come DUBBIO. Sempre e comunque. Sale della scienza e zucchero filato della scemenza. Aperto nel primo caso, chiuso e dogmatico (à la Pirrone) nel secondo. Soprattutto quando - dopo il normale processo scientifico che porta a conclusioni provvisoriamente non false proprio attraverso l'esame e la messa in dubbio producendo consenso e permettendo alle teorie di guadagnare lo status della buona verifica - viene continuamente mercanteggiato per fini ideologici, sovvenzionato per scopi strategici con l'intento di disorientare e cancellare presunte certezze cocciute e dogmi pregiudiziali (che la scienza ovviamente non ha). E il commercio del dubbio - una vecchia strategia già messa in atto da BigTobacco -  rende e per questo è oggi assai fiorente: come scrive Naomi Oreskes, funziona perché se se si pensa che la scienza è opinabile, sarà improbabile che si sostengano politiche pubbliche che si appoggino sulla scienza stessa. E quindi, vai col dubbio di giornata: "non se ne sa ancora nulla di come cambia il clima, tantomeno di perché cambia, ma cambia poi davvero? Ne dubito, e dubito persino che esista una temperatura rappresentabile concettualmente, e i ghiacci artici davvero si stanno assottigliando? In quan­to al surriscaldamento, le notizie scien­tifiche sono intermittenti, contraddit­torie, si va dal premio Nobel ad Albert Gore per una sua campagna planeta­ria più emotiva che scientifica sul GW a pronunciamenti negazionisti di scienziati autorevoli e noi naufraghia­mo in questo mare di caldi e di fred­di, il «Wall Street Journal» del 27 gen­naio scorso (lo scrive «Il Foglio» e In­ternet lo prova) presentava un appel­lo di 16 scienziati di importanza mon­diale etc etc etc . E noi poveri laici (nei confronti dei chie­rici della scienza) come faremo a districarci, intirizziti dal fred­do, in questo mondo surriscaldato? Come facciamo a conti­nuare a credere che basta dire cento volte una presunta verità per render­la vera senza più il bisogno di verifi­carla? In attesa di chiarimenti noi con­tinuiamo a camminare bene imbotti­ti sulla crosta gelata di questo piane­ta surriscaldato. E a dubitare anche dei dati, e della loro rappresentazione, e dei modelli di simulazione, e della sfericità del globo...E insomma: rivendichiamo il diritto di dubitare dello stesso dubbio.".

E - come  ESTREMI. La natura come equilibrio, sempre e comunque, con i suoi feedback di un solo tipo, niente punti di rottura e biforcazioni, Gaia al servizio dell'Antropocene, da sempre. E di rimando: "gli eventi estremi non esistono, se esistono lo sono da sempre e sempre uguali a se stessi, se non lo sono rappresentano solo il frutto dell'incuria del territorio, se non riescono a rappresentare solo quello non possono essere nient'altro che meteo, altrimenti vanno bene solo quando gela e nevica perché si traducono nella prova provata del global cooling incipriante (dicono sempre i soliti famosi scienziati di risalto mondiale)". E intanto noi mandiamo Clausius, Boltzmann, Prigogine et alii in vacanza-premio a Flatlandia e Zichicchi (e il "giornalista Capzioli") alle Svalbard-

Commenti

  1. Grazie per aver citato Cipolla e la sua teoria della stupidità. Da quando l'ho letto, molti anni fa, ho cercato di farne unpilastro del mio modo di vedere me stesso e il mondo.

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  2. Non c'è di che, Riccardo. È ovviamente anche uno dei miei pilastri.
    Ciao

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