La grande ritirata dei ghiacciai

Il ghiacciaio dell’isola di Baffin, nell’Artico, è tra quelli che hanno perso molta massa. Foto Katrin Lindbaeck

Il riscaldamento globale procede più velocemente del previsto e il conseguente e attuale cambiamento climatico sta causando contribuendo a causare una riduzione dei ghiacciai in tutto il mondo (al netto dell'ipoteca ereditata dall'inerzia dovuta ai tempi di latenza della risposta glaciale). Ne deriva una diminuzione delle riserve d’acqua: meno ghiaccio si fonde, meno acqua possono portare i fiumi, in particolare quelli che scorrono attraverso regioni aride come le Ande o l’Asia centrale. Per poter valutare lo sviluppo futuro, la conoscenza dell’attuale volume di ghiaccio è essenziale. Oltre a determinare le riserve di acqua dolce, il volume di ghiaccio attuale influisce su come cambierà il livello dei mari.

Un team internazionale di glaciologi guidato dall'ETH di Zurigo e dall’Istituto federale per lo studio della foresta, della neve e del paesaggio (WSL), con alla testa Daniel Farinotti, ha ridefinito la distribuzione dello spessore del ghiaccio e quindi il volume di circa 215'000 ghiacciai in tutto il mondo (compresi quelli delle Alpi europee). I ricercatori hanno utilizzato una combinazione di modelli di calcolo basati su dati satellitari assai più precisi ed hanno escluso il ghiaccio marino e le calotte polari della Groenlandia e dell’Antartide. Secondo lo studio, il volume di ghiaccio di questi ghiacciai è attualmente di circa 158'000 chilometri cubi. Qualche anno fa, la stima era superiore del 18 per cento circa. Le maggiori masse di ghiaccio si trovano nell’Artico (circa 75'000 km^3) e corrispondono a quasi la metà del volume globale. Si tratta dei ghiacciai dell’Artico canadese e russo – come Baffin Island o Nowaja Semlja – così come di quelli ai margini della Groenlandia e di Spitsbergen.

I ghiacciai in Asia - qui nel Kirgistan - hanno meno volume di quanto finora supposto. Foto: Matthias Huss

Con 7'000 km^3 di ghiaccio, le montagne dell’Alta Asia – termine che comprende l’Himalaya, l’Altopiano tibetano e le catene montuose dell’Asia centrale – hanno le più grandi riserve di ghiaccio al di fuori dell’Artico e dell’Alaska. Lo studio suggerisce che questo volume di ghiaccio è stato finora sopravvalutato di oltre un quarto.
Sulla base della nuova valutazione ci aspettiamo che le montagne dell’Asia perdano i loro ghiacciai più velocemente di quanto previsto sinora perché questa è la regione con la più grande differenza di stima valutata finora per quel che concerne i volumi di ghiaccio 
afferma Farinotti, professore di glaciologia al Laboratorio di ricerca per l’idraulica, l’idrologia e la glaciologia (VAW) dell’ETH di Zurigo e al WSL.

In precedenza gli scienziati stimavano che l’area dei ghiacciai di questa regione si sarebbe dimezzata entro il 2070. Questo potrebbe ora avvenire già negli anni 2060, con notevoli conseguenze per l’approvvigionamento idrico. I ghiacciai dell’Alta Asia, ad esempio, alimentano grandi fiumi come l’Indo, il Tarim e gli affluenti del Lago d’Aral. Centinaia di milioni di persone dipendono dalla loro acqua. Questi ghiacciai hanno già perso tutto il ghiaccio formatosi negli ultimi 70 anni.

Il ghiacciaio Khumbu Glacier in Nepal

I ricercatori prevedono che nei mesi estivi di fine secolo i volumi di deflusso di questi fiumi saranno inferiori fino al 24% rispetto ad oggi.
Questa differenza è inquietante. Per poter valutare l’impatto più precisamente sarebbe necessario avere delle misure dirette per i ghiacciai della regione
dice Farinotti. Attualmente sono disponibili solo poche misure, il che rende difficile la calibrazione dei modelli.

I ricercatori hanno anche calcolato che – se sciolti completamente – i ghiacciai potrebbero causare un innalzamento del livello globale del mare fino a 30 centimetri. Tra il 1990 e il 2010 lo scioglimento dei ghiacciai ha causato un aumento del livello del mare di circa 1,5 centimetri.

Per il loro calcoli i ricercatori hanno combinato fino a cinque modelli numerici indipendenti. Diverse fonti d’informazione – come la forma dei ghiacciai derivati da immagini satellitari e modelli digitali della superficie – sono state combinate con teorie sul flusso dei ghiacciai.
Ciò consente di trarre conclusioni sulla distribuzione spaziale dello spessore
spiega il professore dell’ETH di Zurigo. Per calibrare i modelli sono state utilizzate misure di spessore di ghiaccio effettuate sui ghiacciai. Queste sono tuttavia disponibili solo per circa 1'000 ghiacciai nel mondo, dice Farinotti. Nello studio i ricercatori dell’ETH di Zurigo e del WSL hanno collaborato con scienziati delle Università di Zurigo, Friburgo, Erlangen e Innsbruck, così come dell’Indian Technical University of Mumbai.

Ghiacciaio nel Kirgistan. Foto: Daniel Farinotti, WSL

Commenti

  1. Leggo sulle conclusioni dell'articolo linkato da "(compresi quelli delle Alpi europee)"

    "Future mass balances (Fig. 5a) are subject to a significant uncertainty that is however difficult to quantify.
    First of all, GCMs with a spatial resolution of several 100 km are unable to reproduce orographic processes in the Alpine mountain range (e.g. Schmidli et al., 2006).
    Therefore, changes in air temperature and precipitation predicted by GCMs might differ from regional variations in climate.
    However, for the four RCPs no comprehensive ensembles of regional climate models are available for the Alpine region so far."

    Direi che la dice tutta:

    Incertezze significative... che per di piu' sono difficili da quantificare...

    Risoluzioni spaziali di svariate CENTINAIA di km... che non riescono neanche lontanamente a tener conto dell'orografia locale dei ghiacciai alpini...

    Le temperature SIMULATE dai GCM potrebbero quindi essere molto diverse da quelle locali vere...

    Ciliegina sulla torta... non esiste al momento alcun ensemble di modelli climatologici regionali per la regione alpina.

    Che dire? I ghiacciai spariranno... forse... non si sa quando... non si sa con quale velocita'... non si sa in quale ordine: climatological spannometry at its best spacciata per "scienza".

    Vabbe' dai... mancavo da un po' da questo blog ma non mi sono perso molto.

    Ciao.

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    1. Infatti anche il post è intriso di incertezze.
      Per es.:
      Per poter valutare l’impatto più precisamente sarebbe necessario avere delle misure dirette per i ghiacciai della regione,dice Farinotti. Attualmente sono disponibili solo poche misure, il che rende difficile la calibrazione dei modelli.

      Sembra un po' un commento fine a se stesso, il tuo.

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    2. https://bit.ly/2V5NtvW

      Dati da qui: http://www.geo.uzh.ch/~mzemp/Docs/Zemp_etal_GRL_2006.pdf

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    3. "Sembra un po' un commento fine a se stesso, il tuo."

      Dici?

      Eppure, se non leggo male, la PRIMA frase sotto alla prima foto dice...

      "Il riscaldamento globale procede più velocemente del previsto e il conseguente e attuale cambiamento climatico sta causando una riduzione dei ghiacciai in tutto il mondo. "

      ... della serie, "the science is settled", niente di nuovo da scoprire, e' sicuro che l'attuale cambiamento climatico sta causando la riduzione etc...

      I tuoi due nuovi links:

      Primo: cherry-piccando la data iniziale si dimostra tutto. Estrapola la lunghezza e volume dei ghiacciai alpini ad almeno 3-4 secoli precedenti e poi ne riparliamo??? :-)

      Secondo: articolo del 2006, che "capitalizzava" sulle pesanti perdite dei ghiacciai alpini a causa dell'evento eccezionale del 2003, la famosa canicola mortifera:

      "It is likely that five rather than ten repetitions within the coming decades of conditions as in 2003, would bring out this scenario of widely deglaciated Alps"

      Mi ricorda un po, e' solo un esempio... so che e' off-topic,....l'aumento incontrollato di uragani previsto negli States dopo quello del 2004, o era 2005?... ne scrissero pure Nature e Science... e invece... Madre Natura, che e' tutto meno che compresa dalla scienza moderna, ha "mandato su terra" 11 anni senza un solo uragano maggiore che facesse landfall sulla costa USA.

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    4. Commento fuori luogo:
      beh, sì lo è, invece. Se uno fa un commento critico ad un post evidenziandone la mancanza di incertezze quando invece nel suddetto post se ne parla eccome (ne accenna, nell’intervista, lo stesso glaciologo Per poter valutare l’impatto più precisamente sarebbe necessario avere delle misure dirette per i ghiacciai della regione, dice Farinotti. Attualmente sono disponibili solo poche misure, il che rende difficile la calibrazione dei modelli), io questo lo definisco un commento fuori luogo.

      the science is settled…niente di nuovo da scoprire
      questo sei tu a scriverlo perciò sei tu a crederlo, nel post non si parla né di science settled né di niente di nuovo da scoprire

      Primo link: beh, in effetti le proiezioni, finora, sembrano essere troppo conservative, visto che siamo messi persino peggio dello scenario peggiore. E inoltre i ghiacciai attualmente non sono per nulla in equilibrio con il clima attuale, se lo fossero saremmo ben oltre il 70% in meno di estensione rispetto al 1850…

      Secondo link: la canicola mortifera del 2003, certo. E quella del (in rigoroso ordine decrescente) 2015, 2017, 2018, 2012. E l’isoterma di 0 gradi che nelle Alpi si è alzato in media annua di 250 m negli ultimi 30 anni, ma durante la stagione estiva (quella dell’ablazione) di quasi 400 m, con frequenti settimane, nelle ultime estati, vicino ai 5000 mslm. E il fatto che buona parte dei ghiacciai alpini si trovano oggi, d’estate, interamente al di sotto della linea di equilibrio. Sai cosa significa questo? No, eh? Lo immaginavo.

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    5. A tua parziale ragione, ho emendato la prima frase con "contribuendo". Contento?

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  2. "Per poter valutare l’impatto più precisamente sarebbe necessario avere delle misure dirette per i ghiacciai della regione, dice Farinotti. Attualmente sono disponibili solo poche misure, il che rende difficile la calibrazione dei modelli"

    Sembra una richiesta di sussidi, ma in altre circostanze aveva dichiarato che le misure dei satelliti sono più precise....che si decida sto ragazzo...

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    Risposte
    1. In altre circostanze? Ma se l'articolo parla proprio di questo! È tutto scritto sopra (in italiano...)
      I ricercatori hanno utilizzato una combinazione di modelli di calcolo basati su dati satellitari assai più precisi

      L'auspicio di avere delle misure dirette per i ghiacciai della regione (le montagne dell’Alta Asia, ndr) è sempre attuale e in questo specifico caso lo stesso ricercatore afferma che è per poter valutare meglio l'impatto sull'approvvigionamento idrico della diminuzione più veloce dei ghiacciai asiatici rispetto a quanto previsto finora.
      I ricercatori prevedono che nei mesi estivi di fine secolo i volumi di deflusso di questi fiumi saranno inferiori fino al 24% rispetto ad oggi.

      Deciso, mi sembra propri che lo sia Farinotti.

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