Transiberian Express


Il gelido soffio dell'orso russo-siberiano (l'anticiclone di origine Artico-Continentale, che si forma spesso nei mesi invernali tra la Russia Europea, la Siberia e la Mongolia) sta per stringere gran parte del continente nella sua morsa.

Come pre-annunciato nel post di analisi predittiva linkato qui, il mix fra flussi di calore insistenti dal mar Baltico, SSTA particolarmente predisposte sul settore nordatlantico, espansione graduale e sempre più imponente della troposferica wave asiatica (in coabitazione alla mancata forza della wave nordatlantica), estinzione del debito del raffreddamento stratosferico iniziato a metà novembre, al netto di condizioni stocastiche intrinseche, stanno espandendo il blocco russo verso ovest e ai suoi margini meridionali un incredibile flusso retrogado/anti-zonale percorrente migliaia di km si è già messo in moto. Punta dritto verso di noi, con il suo carico di aria gelida e di nuclei vorticosi di estrazione siberiana.

Diamo il benvenuto al Transiberian Express, un “enorme target” dove il ramo siberiano del vortice polare è visto macinare migliaia di km in moto retrogrado verso l’Europa, alla velocità stimata di 1.000 km al giorno. Porta con sé la massa d’aria continentale pura, quella presente in questi giorni sull’Altai Mongolo, laddove viene agganciata da un travaso nord-siberiano di aria polare marittima del ramo canadese del vortice polare. La temperatura è uniforme tra il suolo e i 1.300 m circa di altezza, intorno ai -35°C!
Il gran freddo pellicolare che lo anticipa ha la caratteristica di avere al suolo temperature già bassissime e pertanto, a causa della sostanziale omotermia tra suolo e quota (o addirittura inversione termica laddove il suolo possa risultare più freddo ancora), il treno non riesce ad acquisire alcuna vorticità al suolo (nonostante i bassissimi geopotenziali), scorrendo così senza ostacoli e senza attriti con moto retrogrado e senza poter avvertire alcuna influenza con ostacoli al suolo o asperità di natura orografica. Gli strati laminari di aria gelida al suolo costituiscono uno scivolo naturale degli stessi verso ovest (h/t 4ecast e mat by MNW).


  Le carte sono davvero d'altri tempi, ricordano situazioni come quelle del febbraio 1929, della prima decade del gennaio 1947 o dell'ultima decade del gennaio 1942. Ma siamo in altri tempi, comunque. E sono ancora in itinere.



Dove, da dove, in che modo e con quali effetti, l'espresso transiberiano colpirà, è ancora lasciato all'incertezza di modelli che mai come in questi casi ballano assai. White noise. Di una cosa però siamo certi già ora: non lascerà indifferenti. Apprestiamoci ad accoglierlo ed eventualmente a salirci a bordo.

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